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Un disastro ecologico senza precedenti. Danni incalcolabili alle biodiversità. In pochi giorni è scomparsa buona parte di uno dei parchi più importanti d’Europa, già provato da un episodio simile negli anni ’80.
Il dramma che sta vivendo l’Abruzzo, in queste ore, è finito totalmente in sordina, eppure dal 19 agosto le fiamme ardono senza tregua, mentre 1200 ettari di bosco stanno andando in fumo insieme a boschi incantevoli, pinete straordinarie, specie animali rare. E denaro pubblico.
L’ondata di caldo eccezionale, unitamente agli effetti della riforma Madia, al mancato coordinamento operativo, a una clamorosa inefficienza di uomini e mezzi e all’assenza di un piano di protezione civile, hanno prodotto questo risultato devastante. E mentre le polemiche infiammano anche il Ministero dell’Ambiente, vigili del fuoco e volontari, stremati ma instancabili, lavorano giorno e notte per salvare il salvabile e sottrarre alla morte gli animali superstiti, ne sono già morti oltre quaranta milioni.