Undici ore in fila per rendere omaggio alla regina Elisabetta. Il racconto di una ragazza italiana

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Chiara è venuta in Inghilterra per assistere al funerale. “È stata una coda rispettosissima, lungo un percorso organizzato benissimo. Si snodava attraverso Londra offrendoci scorci panoramici. I volontari ci hanno offerto cibo, acqua e coperte. E ci hanno incitato a proseguire”.

di Barbara Tedaldi

Coda per rendere omaggio alla regina Elisabetta

 

AGI – “Non potevo non venire, la regina per me era un punto di riferimento”. Chiara Simonini è una dei tanti italiani che hanno preso un aereo in questi giorni per partecipare ai funerali di Elisabetta II, regina di un altro Paese. Undici ore di fila venerdì, quattro giorni a Londra “per vivere fino in fondo questo momento”, Chiara non nasconde che le visite in Inghilterra sono anche un po’ il suo lavoro: “Per me l’Inghilterra e la regina sono una passione, diventati poi il fulcro della mia attività“.

A Modena ha uno show-room di oggettistica d’epoca inglese e ogni anno fa una lunga capatina Oltremanica per rifornire il suo magazzino. Ma dietro la sua scelta di mollare negozio e famiglia per essere qui in questi giorni c’è di più e le sue parole forse spiegano perchè questi giorni siano diventati un evento mondiale. “Non potevo mancare – spiega mentre si prepara ad assistere domani ai funerali – la regina è stata quasi una di famiglia”.

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Chiara Simonini

Abbiamo fatto 11 ore di fila – racconta – ma è stato un percorso non solo fisico. Abbiamo conosciuto i nostri vicini nella coda, rispettosissima, lungo un percorso organizzato benissimo. Si snodava attraverso Londra offrendoci scorci panoramici, tutto era previsto, i volontari sempre sorridenti ci hanno offerto cibo e acqua, coperte per la sera, ci hanno incitato a proseguire”.

In effetti la sensazione in queste ore è di una celebrazione silenziosa, interrotta ogni tanto solo dal rumore degli elicotteri e delle sirene delle centinaia di capi di Stato e re che stanno raggiungendo la capitale inglese per le esequie di domani. Ma non si respira aria di tragedia. “Molti amici inglesi mi hanno detto che non bisogna essere tristi, che è stata una fortuna avere avuto lei come regina, sono commossi ma felici di avere avuto questa grande donna”.

Le è mancata in questi anni una Famiglia reale italiana? “Mah, ci sarebbe voluta però una persona come era lei, non basta la poltrona o la corona a fare un leader. Lei è stata nella vita di tutti noi per diverse generazioni, noi italiani non siamo abituati a una tale longevità nelle nostre istituzioni”. Chiara ora è sulle tracce di ogni possibile souvenir ma ce n’è uno da cui non intende separarsi: “Durante la fila per arrivare all’abbazia di Westminster ho preso una moneta con il suo profilo e quella la terrò per me, accanto alla tazza della sua incoronazione di 70 anni fa”.

Lunedì 19 settembre sarà il giorno più lungo: “Alla mattina presto andrò davanti ad Hyde Park dove saranno allestiti i maxischermi per seguire il funerale. Ci siamo attrezzati, aspetteremo l’apertura dei cancelli e poi guarderemo tutta la cerimonia. Chi mi segue su Instagram mi sta chiedendo di condividere le immagini”.

Carlo III sarà all’altezza? “È stato istruito per questo ruolo dal primo giorno della sua vita, a differenza della madre che non era predestinata e non se lo aspettava. Ha tutte le conoscenze necessarie… tutti mi dicono che ci stupirà in bene. Certo eravamo molto legati alla regina, sembrava immortale, il cambio ci lascia un po’ attoniti. Solo al termine della fila a Westminster abbiamo realizzato che era finita un’era”.

In questi anni sono scomparse diverse personalità nel mondo della politica, dell’arte, della cultura, che ci hanno accompagnato per tutto il Novecento, ora il secolo si chiude inesorabilmente e bisogna guardare avanti: “Dobbiamo trovare dei nuovi punti di riferimento, che ci diano la stessa fiducia e gli stessi insegnamenti – conclude Chiara -. Ci sarà un cambio generazionale, mi auguro che saranno all’altezza”.

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