Universita’ di Firenze, Conte torna in cattedra

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“Questa giornata segna il mio ritorno nella comunita’ accademica fiorentina nella quale ho trascorso lunghi anni. Esperienza che mi ha arricchito enormemente, anche dal punto di vista umano. Ho accolto con gioia e emozione l’invito a tenere questa lezione. E’ una lezione che dedico a tutti gli studenti con l’auspicio che possiate affinare le vostre idee e progetti di vita”. Lo ha detto l’ex premier Giuseppe Conte nella sua lezione all’Universita’ di Firenze. Il titolo della lezione è: ‘Tutela della salute e salvaguardia della economia: lezioni dalla pandemia’ che si e’ svolta in diretta streaming dall’Ateneo di Firenze. 

“L’Italia si e’ trovata a gestire per prima la pandemia in Europa e nell’ambito occidentale. I momenti iniziali sono stati molto complicati. L’Italia per prima e’ stata chiamata a fare scelte risolute, inedite. Non disponevamo ancora di un quadro chiaro ed esauriente della situazione”, ha detto l’ex premier durante la lectio magistralis all’Universita’ di Firenze. “Le difficolta’ di gestione sono subito apparse evidenti, l’organizzazione sanitaria nel nostro Paese e’ pressoche’ affidata alle Regioni – ha aggiunto Conte -. Via via che la pandemia si e’ diffusa la prospettazione ingannevole della dicotomia fra tutela della salute e tutela dell’economia. Questa interpretazione l’abbiamo fin da subito respinta perche’ fuorviante.

“Gia’ dalle prime valutazioni empiriche appare chiaro che la tutela prioritaria della salute ha consentito di difendere meglio anche il tessuto produttivo del paese e che le economie piu’ resilienti si stanno dimostrando quello in cui sono state introdotte adeguate misure contenitive del contagio accompagnati da interventi di sostegno alle famiglie e alle imprese”, ha detto Conte.

Alle Regioni e alle Province autonome spetta la organizzazione dei servizi sanitari”, ma “il potere sostitutivo del Governo e’ un potere poi che viene declinato in una legge speciale, l’articolo 8 della legge 131 del 2003 in caso di pericolo grave per l’incolumita’ e la sicurezza pubblica: ebbene, non abbiamo mai preso in considerazione la possibilita’ di esercitare il potere sostitutivo dello Stato”, ha detto Conte. “Anche per un indirizzo squisitamente politico – ha spiegato – abbiamo preferito coltivare un costante dialogo con le autorita’ territoriali, pur tra varie difficolta’ e momenti critici, nella convinzione che il coinvolgimento dei vari attori istituzionali in una prospettiva di leale collaborazione ci avrebbe garantito una maggiore coesione nazionale, e una piu’ solida tenuta delle comunita’ di riferimento, in un contesto del tutto inedito”.  

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