Uno dei killer di Londra in documentario tv con bandiera isis

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RAID DELLA POLIZIA A NEWHAM E BARKING,PERQUISIZIONI E ARRESTI

La strage irrompe nella campagna elettorale in Gran Bretagna. Il leader laburista Jeremy Corbyn invoca le dimissioni della premier Tory ancor prima delle elezioni di giovedi’. May – ha tuonato Corbyn – dovrebbe “dimettersi per aver presieduto ai tagli” imposti alle forze di polizia mentre era ministro dell’Interno. La May rilancia sostenendo lo ‘shoot to kill’, lo ‘sparare per uccidere’ i terroristi adottato dagli agenti armati di Scotland Yard per fermare i tre aggressori di Londra. Identificate intanto due vittime: un 27enne francese e un 32enne inglese. Disperso uno spagnolo di 39 anni. Donald Trump torna ad attaccare su Twitter il sindaco di Londra Sadiq Khan che taglia corto: ‘ho altro da fare’. Uno dei tre killer del commando terrorista che ha colpito sabato sera a Londra compare in un documentario di Channel 4 sull’integralismo islamico nel Regno Unito mentre srotola una bandiera dell’Isis a Regent’s Park.

Uno dei tre killer del commando terrorista che ha colpito sabato sera a Londra compare in un documentario di Channel 4 sull’integralismo islamico nel Regno Unito mentre srotola una bandiera dell’Isis a Regent’s Park. E’ un 27enne identificato con le sole iniziali ‘Abs’ o ‘Abz’. Nuovi raid della polizia nei quartieri di Newham e Barking: arresti e perquisizioni. Scotland yard fa sapere di aver sventato 5 attacchi terroristici dal giorno dell’attentato a Westminster il 22 marzo. Si attende di conoscere l’identita’ delle vittime; fra i dispersi c’e’ uno spagnolo di 39 anni che secondo testimoni avrebbe affrontato uno dei terroristi. Riprende intanto la campagna elettorale, Tories ancora giu’ nei sondaggi. May: ‘Il mondo libero e’ sotto attacco’. Ma è lei a finire nel mirino per i tagli alla sicurezza.

A tre giorni appena dal voto di giovedi’, la premier Theresa May finisce nel mirino per i tagli alla sicurezza operati quando, da ministro dell’Interno, realizzo’ la riforma della polizia, Due giorni dopo gli attentati di sabato notte, il terzo in appena tre mesi, sono spuntati i numeri che la inchiodano: dal 2010, quando era ministro dell’Interno, il numero totale dei poliziotti in Inghilterra e Galles e’ sceso di 46.700 unita’ (il 19,5% in meno). Ed e’ diminuito anche il numero dei poliziotti autorizzati a portare un’arma, da 6.909 a 5.639 (dati del Ministero dell’Interno). A chiedere le dimissioni della premier non e’ stato solo solo il leader laburista, Jeremy Corbyn, ma anche Tim Farron, il leader del partito liberaldemocratico. “May chiede (al popolo britannico) di aver fiducia sulla sicurezza, ma la verita’ e’ che il ministero dell’Interno ha ridotto il numero dei poliziotto armati e ridotto gli effettivi della polizia”. Contro il primo ministro “chiaramente incompetente” si e’ scagliato anche Steve Hilton, che aveva lavorato a Downing Street come direttore della strategia di David Cameron: nonostante il suo capo diretto, allora premier avesse evidentemente avallato i tagli alla polizia del ministro May, Hilton su Twitter ha scritto che la premier “e’ responsabile per le falle alla sicurezza a London Bridge, Manchester e Westminster Bridge”.

Uno dei tre killer del commando terrorista che ha colpito sabato sera a Londra compare in un documentario di Channel 4 sull’integralismo islamico nel Regno Unito mentre srotola una bandiera dell’Isis a Regent’s Park. Il 27enne e’ identificato per ora con le sole iniziali ‘Abs’ o ‘Abz’ e nel filmato andato in onda l’anno scorso viene ripreso con due predicatori islamici noti alle forze dell’ordine mentre discute con gli agenti di polizia che erano intervenuti.

Uno dei tre autori degli attacchi terroristici di Londradi sabato sera aveva su di sè un documento dì’identità irlandese e aveva vissuto un periodo ancora imprecisato in Irlanda. E’ quanto hanno confermato fonti della sicurezza irlandese dopo che la notizia era stata diffusa da Scotland Yard. Il Gardaí – la polizia irlandese in gaelico – ha confermato il ritrovamento di un documento di identità emesso in Irlanda su uno dei tre attentatori jihadisti che sabato nel cuore di Londra hanno seminato morte e terrore, uccidendo almeno 7 persone e ferendone decine. La polizia ha precisato però che l’uomo – la cui identità non è stata per il momento rivelata – non compare nei file del “Gardai” per nessun crimine nè in relazione alla sicurezza. Secondo quanto appreso dal Guardian online, sembra che l’uomo fosse di origini marocchine, fosse sposato con una donna scozzese e che durante il periodo trascorso in Irlanda vivesse a Dublino. La polizia in Irlanda intanto sta tenendo una riunione di emergenza in seguito alla conferma della notizia, secondo l’emittente radiofonica irlandese Rte.

Sono 36 le persone ancora ricoverate in cinque diversi ospedali londinesi in seguito all’attacco terroristico nella notte di sabato nella zona del London Bridge. Lo ha indicato l’Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico. Diciotto delle persone ancora ricoverate restano in gravi condizioni.

Sadiq Khan, il sindaco di Londra, si è detto “arrabbiato e furioso” per la strumentalizzazione dell’islam con cui i terroristi dell’attentato nella zona del London Bridge cercano di “giustificare le loro azioni strumentalizzando la religione cui appartengo”. “Quando scopri che le vittime comprendono persone non soltanto di Londra, ma dell’Australia, Nuova Zelanda, Canada, Francia, Spagna e altre parti del mondo, ti rendi conto di quanto Londra sia veramente una città globale”, ha sottolineato il primo cittadino, “Le azioni di questi tre uomini sabato notte sono state codarde, diaboliche e sono arrabbiato e furioso per il fatto che questi tre uomini stiano cercando di giustificare le loro azioni strumentalizzando la religione cui appartengo”.

Dopo una serie di tweet al veleno conto il sindaco di Londra Sadiq Khan, accusato di non prendere abbastanza sul serio la minaccia terroristica all’indomani dell’attacco al London Bridge, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di proteggere il popolo americano. “L’America invia i nostri pensieri, le nostre preghiere e la nostra profonda simpatia alle vittime di questo maledetto massacro e rinnoviamo la nostra soluzione, più forte di prima, per proteggere gli Stati Uniti e i loro alleati contro un nemico vile che ha dichiarato guerra contro vite innocenti da troppo tempo. Questa carneficina deve finire, questa carneficina finirà”. “In quanto presidente, farò ciò che è necessario per evitare che questa minaccia si diffonda fino alle nostre coste e lavoro ogni singolo giorno per tutelare la sicurezza e la tranquillità del nostro paese, delle nostre comunità, della nostra gente”.

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