Usura bancaria, indagato a Campobasso il ministro Savona

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Di Maio: niente dimissioni, conoscevamo gia’ l’indagine

Indagato a Campobasso il ministro degli Affari Europei, Paolo Savona, nell’inchiesta che coinvolge altre 22 persone per presunta usura bancaria. All’epoca al vertice di Unicredit. Tra gli indagati nella richiesta di proroga delle indagini preliminari, anche i nomi di Alessandro Profumo, oggi ad di Leonardo, e Fabio Gallia, ad e dg di Cassa Depositi e Prestiti. La procura: richiesta proroga atto dovuto, inchiesta vuole approfondimento. Su Savona, ha detto Di Maio, ‘se conoscevamo gia’ un’indagine e abbiamo scelto Savona, si va avanti’.

Il ministro agli Affari Europei, Paolo Savona, e’ indagato insieme ad altre 22 persone a Campobasso nell’ambito dell’inchiesta su una presunta usura bancaria. I fatti riguardano l’epoca in cui Savona era al vertice di Unicredit. L’indagine si riferisce alla realizzazione di parchi eolici di Molise, Puglia e Campania, e coinvolge anche Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo-Finmeccanica e Fabio Gallia, ad e dg di Cassa Depositi e Prestiti. Per i Pm si tratta di un “atto dovuto”. Inevitabili le reazioni del mondo politico, con il Movimento 5 stelle e la Lega che ‘blindano’ il ministro: “E’ una indagine che gia’ conoscevamo”, ha subito commentato il ministro e capo politico di 5 stelle, Luigi Di Maio, “e’ una questione di atto dovuto nei confronti di Savona quando stava ad Unicredit” e che “coinvolgeva tutto l’Istituto”, ma “si va avanti”, assicura Di Maio. Anche il leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini difende Savona: e’ “una delle persone piu’ corrette e oneste di questo Paese”, ha detto. “Vi sembra uno che ha la faccia da usuraio? Va bene tutto, oltre ad avere tanti difetti e’ uno di quelli che stimo di piu’ spero che la giustizia faccia velocemente il suo corso perche’ penso che Paolo Savona sia una delle persone piu’ pulite corrette e oneste di questo Paese”. E sulla richiesta di eventuali dimissioni del ministro, Salvini tira dritto: “Fatemi passare il mio tempo a governare, non ci penso neanche”.

Ma il Partito Democratico accusano i 5 stelle di “doppia morale”, con Matteo Renzi che punta il dito su Di Maio: “Sono un garantista e dunque per me il ministro Savonaindagato non deve dimettersi. Ma proprio per questo dico ad alta voce che Di Maio e i suoi devono vergognarsi”, tuona l’ex segretario dem, ricordando che “per anni hanno massacrato persone e famiglie in nome di un giustizialismo vergognoso”. “Per il M5s – gli fa eco il capogruppo Pd Marcucci – la presunzione di innocenza vale per Raggi, Appendino, Salvini e Savona. Non vale per gli amministratori del Pd, per Matteo Renzi e per i parlamentari dell’opposizione”. Anche Forza Italia non chiede le dimissioni di Savona, perche’ “la giustizia deve fare il suo corso e aspettiamo l’esito delle indagini”, spiega Mara Carfagna, ma “e’ una soddisfazione notare che finalmente anche il Movimento 5 stelle ha abbandonato i toni forcaioli e le battaglie giustizialiste per approdare a una posizione garantista. Ci sono volute ripetute indagini su Raggi e altri sindaci del Movimento e infine quest’ultima vicenda per insegnargli la lezione. Siamo sicuri che Luigi Di Maio e i suoi colleghi di partito manterranno questo punto fermo anche nel malaugurato caso che un avviso di garanzia raggiunga esponenti di altri partiti, della maggioranza o dell’opposizione”, conclude l’esponente di FI.

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