Vaccinarsi o non vaccinarsi, dove stà il problema?

Ambiente, Natura & Salute

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Sull’obbligo della vaccinazione se ne sono sentite delle belle. Molti giovani, intervistati nel corso di servizi televisivi, hanno invocato, con grande determinazione, il loro diritto di scelta.

Ma non solo tra i giovani, anche tra anziani, tra professionisti, scrittori, molti sono quelli che, in nome di un presunto diritto, hanno reclamato la loro libertà di scegliere se vaccinarsi o no. Le argomentazioni addotte, però, sono parziali e solo apparentemente fondate.

Decidere se rischiare di ammalarsi di Covid sarebbe, secondo alcuni intervistati, una scelta che non potrebbe essere cancellata da nessuna norma che apparirebbe in netto contrasto con i diritti di libertà garantite dalla Costituzione. Ragionamento che non farebbe una grinza, se la Costituzione non contenesse limitazioni preordinate al fine di tutelare l’interesse generale.

Per il combinato disposto degli articoli 16 e 32 della Costituzione lo Stato può: a) disporre limitazioni alla circolazione per motivi di sanità o di sicurezza; b) per le stesse ragioni, obbligare i cittadini a un determinato trattamento sanitario. Il tutto, ovviamente, deve essere stabilito per legge.

D’altra parte, un principio di buon senso, fatto proprio dal nostro ordinamento, ci dice che la mia libertà trova un limite nella libertà altrui. Principio fatto proprio dalla morale e dalla religione. Se ciò non fosse, prevarrebbe la legge della giungla. Ma un’altra considerazione va fatta.

Non può condividersi il ragionamento di chi afferma che ciascuno di noi ha il diritto di assumersi il rischio di ammalarsi. Il virus viaggia con le persone che possono facilmente regalarlo agli altri con cui venissero in contatto. Aggiungo che, comunque, la malattia dei no-vax determinerebbe costi in termini non solo economici, ma causerebbero anche forti limitazioni nei servizi ospedalieri che, inevitabilmente, cadrebbero sulla collettività.

Argomentazioni, quelle dei no-vax, facilmente superabili, ove si considerasse che il diritto alla salute non può considerarsi solo quale diritto dell’individuo ma anche e soprattutto un interesse fondamentale della collettività.

Ma l’avallo di alcuni politici, che subordinano il diritto alla salute alle loro necessità elettorali, concorre ad alimentare la confusione che ancora regna tra molti di noi.   

Raffaele Vairo

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