Venezia e Matera, due pesi due misure.

Venezia e Matera. sono due splendide città d’arte danneggiate dalla furia del tempo inclemente. Ma per Venezia gli aiuti ci sono, per Matera poco o nulla.

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I danni da maltempo hanno messo in ginocchio entrambe le città d’arte. Da un lato Venezia, città certamente unica al mondo ed autentico patrimonio dell’umanità che a dispetto della infinità di milioni impegnati e spesi per una struttura di protezione nella laguna dall’acqua alta, il mose, che non è ultimata, nonostante i lavori relativi siamo iniziati oltre 16 anni or sono, dall’altro Matera, capitale europea della cultura per l’anno 2019, che con i suoi sassi ed altri infiniti beni architettonici e naturali, è pure patrimonio dell’umanità.

Superfluo ricordare che Venezia è nel Veneto, in nord del nord Italia e Matera in Basilicata, nel profondo sud.

Entrambe le città hanno subito danni, ma se a Venezia già sono assegnati i fondi per i primi interventi e già sono noti i limiti di rimborso per i privati o per i commercianti. E scusate la pedanteria di un giurista: avv. Conte, anzi Collega professor Conte, ma i commercianti da quando non sono più nella categoria dei privati? Tanto difficile distinguere tra danni ad abitazioni private e danni alle attività commerciali, come negozi, depositi merce, piccole botteghe artigiane?

Ma torniamo al nucleo del discorso, per Matera nonostante il Comune abbia approvato la dichiarazione di stato d’emergenza e di calamità naturale, la città dei sassi non solo non ha ottenuto ancora nessuno stanziamento, ma a  fronte della passerella dei leader a Venezia, a Matera non solo non si è visto nessun leader nazionale, ma manco i notabili dei partiti e/o movimenti della vicina Puglia si sono degnati di farsi vedere. Il che non è certo un bel segnale circa l’attenzione che sarà riservata alla povera Matera. 

Povera sì, perchè finirà l’anno 2019, ormai agli sgoccioli e non sarà stata completata ancora la strada che da Bari, e quindi dall’aeroporto, dal porto e dalla ferrovia appena più veloce, porta a Matera. Inaugurazioni e tagli di nastro, tanti, ma sempre si spezzoni, più o meno corti o lunghi, ma sempre e solo spezzoni. E come non è stata fatta per tempo la strada, così i Materani sembrano destinati, da buona categoria di cittadini di serie “promozione”, dicevo, sembrano destinati ad arrangiarsi da soli o ad attendere una delle tante “storie infinite, di aiuti al sud”, come per i lavori del terremoto di Avellino o meglio dell’Irpinia del 1980, per la quale ancor oggi ci sono imposte specifiche destinate a finanziare progetti ancora pendenti. 

E’ scandaloso, ma è così, e i Colleghi dei giornali, delle tv più autorevoli, quelli che si leggono oltre lo spazio che va da S Maria di Leuca a Poggio Imperiale, pressochè in massa tacciono. Ed è una vergogna senza eguali. 

Gianvito Pugliese – capo redattore centrale – gianvitopugliese@gmail.com

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