“Vi racconto il caos al concerto di Milano, tra spintoni e lacrime”

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Il resoconto all’AGI di una ragazza di 22 anni su quanto accaduto sabato a piazza Duomo per assistere al concerto di Radio Italia

Il concerto a piazza Duomo per Radio Italia

“A me ieri sera, verso le 20, è successa una cosa bruttissima. Stavo con mia sorella in una strada stretta e limitrofa a Galleria Duomo che portava alla piazza dove c’era il concerto, quando sei-sette agenti di polizia, armati di manganello, si sono incuneati tra la folla e hanno cominciato a spintonarci perché facessimo largo e tornassimo indietro. Si sono messi in cerchio a creare spazio. Molti di noi, colti di sorpresa, sono stati costretti a indietreggiare travolgendo i tavolini di un ristorante lì vicino. Sono caduti a terra bicchieri e bottiglie. Io stessa ho buttato giù senza volerlo il menù che era esposto fuori”.

È il racconto che Veronica, 22 anni, ha fatto all’AGI di quanto accaduto ieri a piazza Duomo per assistere al concerto di Radio Italia.

“Chi ha organizzato l’evento – ha spiegato Veronica – non si aspettava probabilmente tutta questa massa di gente, ma dopo due anni di pandemia sarebbe stato più saggio mettere in conto questa mobilitazione. Io ero in compagnia di mia sorella, di 26 anni, siamo abbastanza alte, e non ci siamo fatte prendere dal panico anche se il pensiero è andato subito a quanto successe nella discoteca di Corinaldo dove tanti morirono schiacciati in attesa che arrivasse Sfera Ebbasta. Però attorno a noi c’erano ragazze più basse di statura che sono scoppiate a piangere per lo spavento. Per fortuna, una persona, credo fosse il titolare del locale – ha proseguito la testimone – ha aperto una porta secondaria, ci ha fatto entrare, eravamo una quarantina circa. Poi non so bene come ma attraverso un percorso interno siamo riusciti arrivare nella piazza principale senza incontrare transenne e dove tra l’altro c’era pure uno spazio sufficiente per poter seguire il concerto senza stare accalcati. A quel punto io e mia sorella non ci siamo più mosse da lì, ci siamo sentite la musica in santa pace ben contente dello scampato pericolo. A fine concerto – ha raccontato Veronica – invece di prendere la metro a San Babila, come avevamo fatto all’andata, ce la siamo fatta a piedi fino a Loreto, per evitare ingorghi e caos. Insomma, ci è andata bene”. AGI

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