Viva i marocchini cinesi a Roma

Lazio

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Poiché mi sembra giusto che pensi anche allo spirito oltre che al fisico, io ogni tanto un bel marocchino me lo gusto, Non senza un po’ di rimorso, a dire il vero, da quando ho appreso dalla nota oncologa Maria Rosa Di Fazio che i dolci fanno male, che lo zucchero fa male, che latte e derivati fanno male. E nel marocchino ci devi mettere lo zucchero e c’è il latte e il cacao. Sapete come si fa un marocchino, vero? Cioccolata sul fondo della tazzina di vetro, un bel caffè espresso, sopra la schiuma di latte, e infine una spolverata di cacao sulla bianca schiuma e sul bordo della tazzina, sì che quando te lo bevi, il marocchino, la polvere di cacao ti si attacca alle labbra.

Una leccornia.  Da rimorso, se pensi all’oncologa, da rimorso.  Però ci vuole una certa arte per farlo davvero buono, il marocchino. Il prezzo cambia, non si sa perché, da un locale all’altro, così come cambia la sua bontà, che non sempre corrisponde al prezzo.  Qui, nei bar di Colli Aniene, a Roma, ti chiedono da un euro a un euro e venti centesimi. Un bar – pasticceria nel quartiere attiguo, il Collatino, addirittura te lo fa pagare un euro e trenta centesimi, ma non è più buono di altri marocchini.

Il marocchino più buono forse che ho gustato sino ad oggi, l’ho trovato in un bar in Via Tagliamento, nel quartiere Trieste. Alcuni baristi che hanno la crema di caffè, la spalmano sulle pareti della tazzina. Però alle volte esagerano e il marocchino diventa troppo dolce. E ti viene sempre il rimorso, se pensi a Maria Rosa.

Questa mattina una vera sorpresa in un bar in Viale Palmiro Togliatti. Chi se lo aspettava un marocchino così buono al prezzo del caffè? Gliel’ho detto alla signora cinese alla cassa: “Come mai? Come mai il marocchino costa come il caffè? Da nessuna parte il marocchino si paga come il caffè”. E lei: “Sì, ha ragione, stavo pensando di aumentare il prezzo, magari quest’estate, di portarlo a un euro, perché c’è il consumo del latte e del cacao”. Ma si può essere più onesti di così? E non bastano prezzo basso e bontà: le brave signore cinesi mi hanno fatto omaggio anche di un biscottino incartato al sapore di cannella. Di cinnamomo, direbbe Gabriele D’Annunzio. Viva i marocchini cinesi.

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