Von der Leyen a Kiev: “Nella prossima settimana il parere sull’adesione alla Ue”

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La presidente della Commissione: “Con il leader ucraino abbiamo fatto il punto sulla ricostruzione e sui progressi compiuti dal suo Paese nel percorso europeo”. Zelensky: “Prevarremo in questa guerra”. La Russia annuncia l’abbattimento di due Mig-29 e un Sukhoi Su-25.

AGI – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è tornata a sorpresa a Kiev. Una visita lampo nella capitale ucraina, in cui ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky e il premier Denys Smihal, in vista del parere della Commissione per la concessione di status di Paese candidato all’Ue.

“Abbiamo lavorato giorno e notte per la valutazione. Le discussioni di oggi ci aiuteranno a finalizzare la valutazione entro la fine della prossima settimana“, ha assicurato nella conferenza stampa con Zelensky, restando comunque cauta su quello che sarà l’esito della valutazione del suo esecutivo (atteso per venerdi’ 17 giugno).

Von der Leyen però ha reiterato con forza la richiesta di riforme per il Paese. “È un percorso noto, basato sul merito”, ha puntualizzato. Le autorità ucraine hanno “fatto molto” in vista di una candidatura, ma che c’è “ancora molto da fare”, soprattutto nella lotta alla corruzione, ha spiegato.

L’Ucraina, una solida democrazia parlamentare, era già sulla buona strada prima dell’invasione russa. Questa guerra è un enorme stress test e l’intero Paese si sta rafforzando. Lo stesso spirito è necessario per riformare e modernizzare il Paese. E l’Europa è qui per supportarvi”, ha assicurato von der Leyen.

“Avete fatto molto per rafforzare lo stato di diritto ma devono ancora essere implementate le riforme rispetto alla corruzione e per modernizzare l’amministrazione e renderla ben funzionante e attrattiva per gli investimenti”, ha ribadito von der Leyen. E ha mostrato cautela: al contrario di quanto fatto in passato, von der Leyen ha evitato affermazioni quali “l’Ucraina fa parte della famiglia europea” oppure “il futuro dell’Ucraina è in Europa”.

Segnale della prudenza imposta dal momento delicato. “L’Ucraina è in guerra. Quindi la vostra concentrazione e il nostro sostegno è superare questa atroce e orribile guerra. Ma vogliamo anche guardare oltre, con la ricostruzione e le riforme”, ha precisato. Zelensky non si aspetta altro che una risposta positiva dal vertice Ue che si terrà il 23-24 giugno a Bruxelles.

“Sarà una sessione storica del Consiglio europeo con il logico risultato di una decisione a sostegno dello status di candidato per l’Ucraina”, ha detto nella conferenza stampa. “Questo è un momento decisivo non solo per l’Ucraina, ma per l’Unione europea e l’intero Continente europeo. È in questo momento che stiamo individuando un futuro per un’Europa unita, se ci sarà un futuro. La Russia vuole dividere, indebolire l’Europa. Siamo sicuri che l’Ucraina sia solo il primo passo nei loro piani“, ha avvertito il presidente ucraino. Pertanto, una “risposta positiva puo’ diventare una risposta positiva all’equazione se ci sia un futuro per il progetto europeo”, ha affermato Zelensky.

“Il nostro popolo comprende chiaramente che questo status è solo l’inizio del percorso di adesione. Abbiamo ottenuto alcuni risultati nelle riforme nell’attuazione dell’accordo di associazione. L’Ucraina deve ancora convertire questo percorso dalla candidatura a un’adesione completa“, ha chiarito Zelensky.

Un percorso non facile

Non sarà facile nemmeno il primo passo di questo lungo percorso. La Commissione europea avrà una riunione preparatoria in merito lunedi’ e venerdi’ si terrà il Collegio che dovrà pronunciarsi. Dalle anticipazioni è probabile che esca – nella migliore delle ipotesi – con un parere favorevole condizionato pero’ alle riforme sullo Stato di diritto (l’esperienza con Polonia e Ungheria è dolente) e sull’anticorruzione.

Ma alcune fonti europee non escludono che la Commissione possa prevedere un passaggio intermedio, una specie di status di candidato alla candidatura all’Ue. Dopo la presentazione del rapporto di valutazione sulla domanda, i capi di Stato e di governo dell’Ue dovranno decidere all’unanimità, al vertice del 23 e 24 giugno, se dare il via libera a concedere all’Ucraina lo status di Paese candidato.

Riluttanza e divisioni

Molti sono ancora riluttanti e allo stato manca pure la maggioranza. Lo stesso presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, aveva chiarito al termine dello scorso vertice che “quasi tutti i grandi Stati europei, esclusa l’Italia, non sono a favore della concessione dello status di candidato all’Ucraina“. In particolare, tra i contrari, o comunque molto scettici, ci sono i pesi massimi, Germania e Francia.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, già lo scorso mese aveva dichiarato che, pur concedendo lo status di Paese candidato, ci vorranno anni se non decenni per concretizzare l’adesione. Per questo ha proposto la creazione di una nuova comunità politica europea che possa accogliere tutti quelli che vogliono unirsi al progetto europeo.

Una linea sposata anche dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ha convocato un vertice Ue-Balcani per affrontare il dibattito alla vigilia del Consiglio europeo.

Per Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo (che fin dal primo giorno spinge per un’adesione dell’Ucraina all’Ue) la nuova comunità sarebbe “una specie di parcheggio per gli Stati che vogliono unirsi all’Ue” quando invece “non ci dovrebbero essere scuse per chi rispetta i criteri”.

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