Wall Street centra il rimbalzo ma le incertezze restano

Economia & Finanza

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I listini sono stati trascinati dagli energetici e dai titoli a grande capitalizzazione dopo il crollo della settimana scorsa.

© Afp – Wall Street

 

AGI – Wall Street centra il rimbalzo e chiude in rialzo sostenuto dopo il forte calo della settimana scorsa anche se, per gli analisti, i timori di una recessione restano intatti. Il Dow Jones ha guadagnato il 2,15% a 30.530 punti, lo S&P 500 il 2,45% a 3.764 punti, il Nasdaq il 2,51% a 11.069 punti.

Tutti gli 11 principali settori dello S&P 500 hanno guadagnato, dopo che la settimana scorsa aveva segnato il maggior calo percentuale settimanale da marzo 2020. Gli investitori stanno cercando di valutare fino a che punto possono arrivare i ribassi e allo stesso tempo pesano i rischi per l’economia con la Federal Reserve che sta prendendo misure sempre più aggressive per cercare di contenere l’aumento dell’inflazione.

Lo S&P 500 all’inizio di questo mese è sceso di oltre il 20% dal suo massimo storico di gennaio, entrando nella fase di mercato orso. “Non credo che abbiamo toccato il fondo. Penso che vedremo una maggiore volatilita'”, ha affermato un analista. “Tuttavia è un buon segnale vedere l’interesse degli investitori”. Oggi ha parlato il presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, il quale ha definito “piuttosto ragionevole” un altro aumento dei tassi a luglio tra i 50 e 75 punti base.

Come detto, sono volati i titoli megacap come Apple (+2,53%), Tesla (+9,47%) e Microsoft (+1,46%). In rialzo i titoli del settore energia con Chevron che sale del 4,19%, ExxonMobil del 6,22%, ConocoPhillips del 5,88%. Sostenuti anche i titoli dell’Aerospace & Defence, con L3Harris Technologies che guadagna il 3,62%, Lockheed Martin il 3,70%, e Northrop Grumman il 4,47%. La notizia di una divisione in tre societa’ hanno dato lo sprint a Kellogg (+1,85%).

La scorsa settimana la Fed ha approvato il suo maggior rialzo dei tassi di interesse in oltre 25 anni per arginare l’impennata dell’inflazione. Gli investitori stanno “cercando di leggere le foglie di tè per vedere quanto sarà aggressiva la Fed” in futuro, ha affermato Chuck Carlson, amministratore delegato di Horizon Investment Services ad Hammond a Reuters.

Nel frattempo, aumentano le probabilità che nel 2023 gli Usa cadano in recessione. Secondo Goldman Sachs c’è una probabilità del 30% che accada rispetto alla precedente previsione del 15%.

Sul fronte macro, c’è da segnalare il calo delle vendite di case esistenti ai minimi di due anni a maggio, con i prezzi balzati a un livello record che hanno superato per la prima volta la soglia dei 400.000 dollari e poiché’ i tassi di interesse sui mutui sono aumentati ulteriormente, escludendo gli acquirenti che s’affacciano per la prima volta sul mercato.

Le vendite di case esistenti sono diminuite del 3,4% a un tasso annuo destagionalizzato di 5,41 milioni di unità il mese scorso, il livello più basso da giugno 2020, quando le vendite si stavano riprendendo dalla crisi del Covid, ha affermato la National Association of Realtors.

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