Xi Jinping e Putin: un amore indissolubile o solo ambiguità?

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Antefatti e retroscena della telefonata di mercoledì 15 giugno, in cui il presidente cinese Xi Jinping ha conferma il suo sostegno a Vladimir Putin, ma gli ha pure ricordato l'”indipendenza di giudizio” del suo Paese, per la quale in fondo Pechino sembra rispettare le sanzioni decise dall’Occidente contro Mosca. Quindi, che cosa realmente ha in testa il gran capo di Pechino, che nell’immagine di anteprima viene ritratto da Igor Belansky?

Giochi di sponda, più che strategie pretattica in questa telefonata fatidicamente avvenuta alla vigilia del viaggio a Kiev di giovedì 16 giugno di Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Mario Draghi, leader di Francia, Germania e Italia. Certo, nella loro seconda conversazione telefonica dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il presidente cinese Xi Jinping ha ribadito il suo sostegno al suo omologo russo, Vladimir Putin. Ma sta cambiando qualcosa da quando i due hanno avuto Il primo scambio, che ebbe luogo il giorno successivo all’offensiva, il 25 febbraio.

Xi non ha invece mai telefonato al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dall’inizio della guerra e ciò può significare una non velata preferenza verso Mosca. A valle della telefonata, lo confermerebbe il fatto che, secondo i media cinesi, Xi ha dichiarato che “la cooperazione economica e commerciale tra i due Paesi [ha] fatto progressi costanti”. “La Cina è pronta a collaborare con la Russia per continuare a sostenersi reciprocamente sui rispettivi interessi fondamentali di sovranità e sicurezza, nonché sulle principali preoccupazioni”, ha aggiunto.

Secondo la stampa internazionale, i due capi di stato avrebbero “anche” discusso dell’Ucraina. E così sarebbero emerse le ambiguità. Il Presidente cinese ha ricordato che il suo Paese esercita un “giudizio indipendente” e si impegna a “promuovere la pace nel mondo”. Da parte sua, Putin ha comunque sostenuto l'”iniziativa di sicurezza globale”, un concetto recentemente lanciato da Xi, e si è opposto a qualsiasi interferenza negli affari interni della Cina, “compresi Xinjiang, Hong Kong e Taiwan”. Un colpo al cerchio tra pace e guerra.

In conclusione, dovendo comunque trarre ancora vantaggio economico e finanziario dalla globalizzazione, di cui sono fautori e parte integrante sia Occidente che Cina, Xi Jinping lusinga Putin ma non troppo, schierarsi al suo fianco sarebbe alla lunga controproducente

VLADIMIR PUTIN (immagine di Igor Belansky)

 

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