“Nel Regno Unito, a causa della Brexit e poi del Covid, la normativa si sta evolvendo e la situazione è sempre più incerta per gli italiani residenti nella Paese della Regina”.

Così a 9colonne Simone Billi, presidente del Comitato per gli Italiani all’estero, che oggi alla Camera ha promosso e coordinato un webinar informativo sul tema “Visti per fare business in Uk e questioni fiscali sulla residenza, domicilio e remittance, non tassazione in UK su beni esteri”. “Abbiamo organizzato e stiamo portando avanti – spiega il parlamentare, unico eletto all’estero tra le fila della Lega – una serie di webinar informativi qui alla Camera, con professionisti che possano affrontare di volta in volta argomenti specifici”.

Stefano Potortì, presidente di Confassociazioni Uk, ha spiegato: “Siamo nati da pochi mesi ma siamo assolutamente attenti ai temi degli italiani all’estero e non solo, creando un ponte tra Regno Unito e Italia in un momento storico che vede il primo essere diventato un Paese terzo, in uno scenario nuovo rispetto agli anni passati. Regna la confusione più assoluta, in quanto anche a causa della pandemia non è stato possibile prepararsi psicologicamente a tutta una serie di situazioni, in primis la Brexit e quindi è giusto che si abbiano informazioni chiare”.

Caterina Iodice, avvocato e vice presidente Business development presso Confassociazioni Uk, ha invece sottolineato: “Sono esperta in diritto societario, ma mi occupo spesso di questioni legate all’immigrazione seguendo progetti come l’apertura di una start up, di una filiale o di un ramo d’azienda nel Regno Unito, oppure se un professionista intende instaurare una collaborazione con un’organizzazione accademica o aziendale in Gb.

Dobbiamo tener conto del nuovo sistema normativo in cui ci troviamo ad operare, siamo in un periodo post Brexit, successivo alla stipula lo scorso dicembre dell’accordo sul commercio e la collaborazione tra Gb e Ue, ma anche all’entrata in vigore della nuova normativa inglese in materia di immigrazione sempre a dicembre 2020, che si applica anche ai cittadini dell’area economica europea.

Questo nuovo rapporto – conclude Iodice – porta con sé inevitabilmente nuove restrizioni, formalità da ottemperare e controlli non solo sui prodotti ma anche sulle persone fisiche alla frontiera”.

 Angelo Chirulli, Corporate Tax Director presso Azets e Board Tax Advisor presso Confassociazioni UK, è entrato nel merito di questioni fiscali centrali per gli italiani nel Regno Unito, indicando le differenze tra residenza, domicilio e remittance, ovvero la possibilità che il fisco inglese dà di non trasferire beni esteri e di non vederli tassati oltremanica.

“I controlli da un punto di vista fiscale si sono intensificati, ma – avverte – ciò non è avvenuto recentemente in seguito alla Brexit: tutto parte invece dal Common Report Standard, accordo tra diverse nazioni nato in risposta a una richiesta dei Paesi del G20”, ovvero uno standard informativo approvato dall’Ocse per lo scambio automatico di informazioni sui conti finanziari a livello globale. “Oggi – conclude Billi – abbiamo approfondito le questioni sulla residenza, sul domicilio e sulla remittance, mentre abbiamo già in programma un altro webinar giovedì prossimo 21 ottobre sulla costituzione, la gestione e la tassazione delle nuove società nel Regno Unito.

Questi webinar – sottolinea Billi – sono pensati o per informare, come quello di oggi, la comunità italiana all’estero su temi specifici, per promuovere eventi di particolare importanza per i nostri connazionali nel mondo oppure nell’ottica della promozione del sistema Paese”.  

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