Via libera all’unanimità da Palazzo Madama al testo unificato. Il Pd: “Una vittoria delle donne”
“Con il via libera definitivo di oggi al Senato, giunto all’unanimità, alla legge sulla parità salariale il nostro Paese compie un passo di fondamentale importanza verso il completo superamento delle disuguaglianze di genere, l’aumento dell’occupazione femminile, l’assunzione del principio di condivisione tra donne e uomini delle opportunità e delle responsabilità sul lavoro e in famiglia” così le relatrici della legge alla Camera e al Senato Chiara Gribaudo e Valeria Fedeli.
“Finalmente dal Senato è arrivata la buona notizia: il testo unificato sulla parità salariale è stato approvato all’unanimità ed è legge! Quella di oggi è una giornata di festa per tutte le donne che hanno combattuto e lottato per dare nuove tutele alle lavoratrici, per tutte coloro che sono sottopagate, discriminate o che sono state scartate perchè donne.
Questa legge la dedichiamo a loro, ora avranno gli strumenti per difendere i loro diritti.
Grazie a tutte e tutti coloro che hanno contributo a questo risultato, alla relatrice al Senato, Valeria Fedeli, e a tutti i gruppi parlamentari che sono voluti arrivare ad approvare questa legge di origine parlamentare, prima della fine della legislatura.
Ora la sfida sarà attuarla al 100%. Ne discuteremo fin da subito con i ministri del Lavoro e delle Pari opportunità.
L’Italia ha l’occasione di cambiare e di segnare finalmente un traguardo per le pari opportunità”, afferma Gribaudo, della segreteria nazionale Pd.
Il contenuto
“Nel merito la legge si basa su due capisaldi fondamentali: rispetto della parità di genere in tutte le scelte che riguardano lavoratrici e lavoratori e trasparenza: le aziende sopra i 50 dipendenti dovranno infatti compilare un rapporto sulla situazione del personale che conterrà molti indicatori, dai salari agli inquadramenti, dai congedi al reclutamento.
L’elenco delle aziende che trasmetteranno il rapporto, e quello di chi non lo trasmetterà, sarà pubblico, e i dati saranno consultabili dai lavoratori, dai sindacati, dagli ispettori del lavoro, dalle consigliere di parità con sanzioni fino a 5mila euro per mancata o fallace trasmissione dei dati”.
Nel metodo – proseguono le parlamentari del Partito Democratico – si segna un punto politico molto qualificante per questo Parlamento e per questa legislatura. Non è “comune”, infatti, che nel passaggio da una Camera all’altra l’approvazione di un disegno di legge impieghi meno di 15 giorni.
Che sia accaduto con il provvedimento sulla parità salariale tra donne e uomini dimostra l’urgenza e la concretezza che questo Parlamento, d’accordo tutte le forze politiche, ha voluto riconoscere all’incrocio tra i due assi fondamentali per l’uscita dalla crisi pandemica e per la crescita del Paese: lavoro e parità di genere.
Senza uguaglianza non c’è ripresa
Nella consapevolezza piena e fattiva che senza uguaglianza “di fatto” tra donne e uomini non potrà esserci ripresa e non potrà esserci sviluppo sostenibile e innovativo.
Partendo da testi diversi c’è stata la volontà politica di dare concreta attuazione al dettato costituzionale e quindi di riconoscere il fondamentale diritto a un pari riconoscimento economico e di carriera, a parità di mansioni e ore lavorate, alle donne lavoratrici.
Ma anche la consapevolezza che il Paese cresce, il benessere generale aumenta, che c’è sviluppo sostenibile e innovativo investendo sull’aumento dell’occupazione femminile, sull’empowerment femminile, sulla formazione, sulla partecipazione e la piena condivisione delle responsabilità tra donne e uomini nella famiglia, come in politica e nelle imprese.
Imprese che devono essere accompagnate, come avviene con questa legge, attraverso il cambiamento e sostenute nell’adottare le misure necessarie per essere protagoniste del cambiamento stesso in senso positivo insieme a tutti i soggetti, pubblici e privati, sindacali, datoriali, associativi, che a livello nazionale e locale, insieme alle cittadine e ai cittadini, devono concorrere agli obiettivi di sviluppo sostenibile che ci siamo dati e che sono iscritti nel Pnrr, nel Next Generation Eu, nell’Agenda 2030 dell’Onu”, concludono le parlamentari dem.
Grillo: “Ora il salario minimo”
“La parità salariale è legge! Con il via libera della commissione Lavoro del Senato, presieduta da Susy Matrisciano, il Testo unificato sulla parità salariale è legge dello Stato”, lo ha scritto Beppe Grillo sul suo blog. E annuncia: “Il prossimo passo è assicurare al Paese una legge sul salario minimo! Avanti così”.
I sindacati: “Così anche i contratti”
“Un giorno importante e storico per il mondo del lavoro”, ha commentato il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, salutando l’approvazione definitiva al Senato della legge. “Un grande risultato – ha osservato il leader Fim – che deve spingere ancor più la contrattazione collettiva verso la traduzione effettiva di questi strumenti nelle imprese e nel lavoro, con l’obiettivo di dare maggiori servizi in termini di welfare e di una vera conciliazione di tempi vita lavoro; ma anche, di strumenti di responsabilità oggettiva rispetto a cui le imprese, sono chiamate nelle relazioni sindacali, dando conto delle loro politiche di genere per realizzare un’effettiva parita'”. AGI