Potenza di una sconfitta: nemmeno in dieci mila oggi al San Nicola dopo gli oltre 21 mila con il Foggia. A Bari funziona così. Dalle stelle alle stalle in una settimana. La causa? Una sconfitta (giustissima e sacrosanta) in un paesino della provincia di Brindisi. E la i tifosi della Juve che perde con il Sassuolo che devono fare, devono disertare lo stadio?
Serviva una prova convincente, di forza, un ferma reazione, nella classica gara da sei punti perché vincendo il Bari avrebbe distanziato di sette punti gli avversari, e soprattutto c’era da dimostrare che Francavilla è stato solo un incidente di percorso, un cazzotto subito improvvisante a freddo che non ha fatto grandi danni sia psicologici che tecnici. E così è stato: sofferenza, spirito di sacrificio intensità e qualità: queste le caratteristiche intraviste in campo oggi dal Bari che ha vinto con merito.
E così, sotto il mood per le sberle subite, Bari e Catanzaro si sono affrontate con l’obiettivo primario di reagire e, ovviamente, di far punti importanti per la classifica che li vedeva prima e seconda in classifica. Curioso il fatto che per il Bari, questa, era la terza volta che lo ha visto incontrare per una seconda: Monopoli prima, la Turris poi, ed infine oggi il Catanzaro, e i risultati, se vogliamo, erano confortanti relativamente ad oggi. Nove i punti conseguiti, un eccellente bottino per una squadra di prima fascia che ambisce alla promozione diretta.
Fuori D’Errico dentro Bianco, forse l’unico interditore che serve come il pane in questa squadra nonostante i mal di pancia di tanti tifosi, con Antenucci e Simeri in attacco, Pucino, Gigliotti e Ricci in difesa.
Primo tempo bello, d’alta classifica, intenso, anche per le occasioni avute dalle due squadre. Il Bari l’ha giocata bene, ha avuto quasi sempre il pallino del gioco, ha prodotto diverse occasioni da rete ma le ha sbagliate praticamente tutte tranne quelle che hanno generato i due gol, il primo dei quali di Anteucci davvero straordinario per qualità e tecnica, proprio lui che spesso è finito nel mirino della critica, ma Mirco ha risposto con il suo migliore repertorio alle critiche. Purtroppo il Bari ha pagato la solita mancanza di cinismo, carenza che al 41′ ha prodotto l’inevitabile pareggio di Cianci regalato letteralmente dalla difesa biancorossa, ma sul finale Simeri, grazie ad buco in difesa dei difensori calabresi, è riuscito a segnare portando in vantaggio il Bari.
Il secondo tempo è pura sofferenza col Catanzaro che ha provato a serrare i tempi iniziando bene con Carlini che a botta sicura ha calciato verso la porta, ma non aveva fatto i conti con San Gigi Frattali oggi in vena di miracoli, che ne ha fatto un altro deviando il pallone alto, pallone che stava terminando in gol.
Nel secondo tempo il Bari è stato un po’ contratto, ha sofferto parecchio, e su una ripartenza Antenucci con una giocata di qualità ha mancato il secondo gol. La tensione è salita, il Bari ha pressato meno i portatori palla del Catanzaro che, man mano che passava il tempo, ha continuato a guadagnare campo e metri ma al difesa e Frattali hanno limitato i danni.
Di Gennaro e Scavone, subentrati, hanno provato a gestire meglio il pallone ma la sofferenza non è diminuita col Bari che si è schiacciato nei propri trenta metri. Quando i biancorossi hanno attaccato hanno trovato spazi ma non sono riusciti mai ad approfittarne soprattutto con Cheddira, subentrato che lui, che col le sue solite folate, ha dato parecchio fastidio alla difesa giallorossa.
Altre occasioni sprecate dal Bari, mentre nei minuti di recupero, Vandeputte ha sbagliato clamorosamente il gol del pareggio, forse un segno del destino per il Bari. In altre annate, probabilmente, sarebbe stato il gol della beffa.
Il risultato rispecchia l’andamento dell’incontro. Il Bari ha dimostrato superiorità in tutto, nel fraseggio, nel gioco, nell’intensità agonistica, insomma ha dimostrato di essere almeno una spanna superiore del Catanzaro, più fisico il Bari con il risultato che non fa una piega.
Un super Antenucci oggi, quello che non si vedeva da tempo, lo stesso che abbiamo ammirato nel primo anno. Oggi davvero super, straordinario, di un altra categoria. Ha segnato un gol fantastico, ha sfiorato il raddoppio con una conclusione meravigliosa a giro, e soprattutto si è sacrificato per la squadra giocando con lo spirito di un gregario coi piedi di un giocatore superiore agli altri.
La formazione iniziale ci ha sorpreso non poco, ma Mignani ha avuto ancora una volta ragione. Ha avuto una logica l’inserimento di Bianco – che noi riteniamo indispensabile anche se molti tifosi non sono d’accordo – per dare più equilibrio a centrocampo. Si spiega così la mossa di Mignani. Bianco ha dato protezione in fase difensiva, e quando è entrato D’Errico ha fatto cosa buone anche cose meno buone tanto che a centrocampo si è sofferto parecchio. E si sa che quando Mignani si trova in difficoltà si volta in panchina e trova sempre la risoluzione al problema, ormai è una costante, non una fatalità.
Simeri ha giocato con impegno, lui piace a prescindere se fa gol o meno, dà tutto, si è sacrificato, ha dato una mano in difesa, ha dato tutto quello che aveva segnando pur un gol rocambolesco, dando fastidio alla difesa del Catanzaro. E di Mallamo ne vogliamo parlare? Oggi davvero superlativo in quel ruolo. E tranne il buco che ha regalato il gol a Cianci, anche la difesa oggi ha retto senza particolari sbavature se non quelle fisiologiche dettate dal gioco del Catanzaro che doveva pur cercare il pareggio, cosa normale e logica.
Due parole sull’arbitro. Non crediamo di dire una bugia, né di essere parziali, se scriviamo che oggi è stato decisamente disastroso. Un primo tempo irritante, parte del secondo pure, forse non era sua intenzione provocare, ma la sua prestazione è stata provocatoria, forse nella seconda parte del secondo tempo ha arbitrato con più giudizio rispetto al primo tempo dove ha sbagliato tutto praticamente.
Il Catanzaro è staccato di sette punti ma è il Monopoli che, adesso, si fa sotto con cinque punti di distanza. Mentre il Palermo, che potrebbe raggiungere il secondo posto, gioca domani sera.
Massimo Longo