IL Ministero dell’Ambiente e quello dei Beni culturali hanno richiesto, l’ennesima integrazione di documenti a Rete Ferroviaria Italiana, per la valutazione di impatto ambientale del primo lotto della linea alta velocità Salerno/Reggio Calabria.
Le osservazioni, per la partecipazione al procedimento da parte di cittadini, associazioni Enti locali scade domani. L’ennesima prova della superficialità di progettisti applicata a interventi definiti prioritari dal potere politico pro tempore. L’assurdo di questa vicenda kafkiana è l’indifferenza di sindaci, associazioni ambientaliste e cittadini non direttamente interessati da espropri o da impatti generati, in prossimità delle abitazioni.
Tutti catturati dallo slogan di RFI sulla strategicità dell’opera, sul trasporto rapido di merci. Buontemponi di turno completamente ignoranti di trasporti, ipotizzano addirittura un hub merci ad alta velocità per invio ortaggi, frutta, mozzarelle.
Un assurdo logico ed economico ! Logico perché conoscono i limiti delle cosiddette rotture di carico, che interessa la merce inviata per ferrovia oltre alla constatazione che, in 15 anni nemmeno un kilo di merce è mai transitato su una linea alta velocità. Inoltre sono tanto poco convinti anche le FS che non hanno acquistato nemmeno un carro merci, che possa andare su linee alta velocità. Non dispongono le FS di un parco merci adeguato a velocità superiore a 120 Km/h (ossia superiore al regime SS attuale limite per i carri merce).
Economico perché il costo sarebbe di molto superiore, a un invio su linea ferroviaria ordinaria.
Nel 2021 solo il 16,4 per cento delle merci via terra viaggiava per ferrovia nell’Ue-27 contro quasi il 22 per cento nel 1995 e il 18 per cento nel 2002.
Portogallo, Svezia, Inghilterra hanno rinunciato allo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria a causa dei costi elevati e, la bassa redditività sociale e finanziaria.
Solo in Italia paese condizionato da fameliche lobby tutte postulanti alla greppia della spesa pubblica, in un paese che è prossimo a 3000 miliardi di debito pubblico si confermano progetti folli !
La Francia ha rinviata a dopo il 2043 il tunnel della Lione Torino a causa dei costi.
In Italia invece lo scandalo pubblico numero uno è rappresentato nell’insistere sulla soluzione più costosa e inefficiente possibile la alta velocità Battipaglia / Reggio Calabria via“ corridoio autostradale”, che vuol dire interessare con costosissime opere civili gli appennini meridionali.
Si pensi solo che in 32 chilometri del sub lotto 1 A, ci sono 4 viadotti, 15 cavalcavia, 4 gallerie naturali e 17 gallerie artificiali con impatti ambientali e sociali rilevantissimi. Opere cosi impegnative, come gallerie e viadotti servono unicamente a far spendere più soldi a chi paga le tasse, a favori della lobby del tondino e del cemento in sintonia con quella parte della politica in perenne logica di scambio e contemporaneamente stolta, perché incapace di valutare le conseguenze di queste scelte folli.
L’allegato infrastrutture al DEF 2020 prevedeva, che la programmazione operativa dello schema di “Alta Velocità di Rete” (AVR), finalizzato a collegare Roma a tutti i principali centri urbani dell’Italia peninsulare entro un tempo di 4 ore, venisse sviluppata mediante la redazione di studi di fattibilità di area vasta.
Uno di questi era la cosiddetta Tirrenica Sud, avente come scopo la velocizzazione delle relazioni Roma/Napoli con le città calabresi, con la Basilicata e con Taranto.
Le scelte da valutare erano l’adeguamento della linea Battipaglia-Paola-Lamezia-Reggio Calabria e Battipaglia-Potenza-Taranto, proseguendo i programmi di upgrading in corso, con velocità sino a 200 km/h e limitando la realizzazione di tratte ex novo a casi particolari.
La Politica, i rappresentanti istituzionali con fior fior di consulenti possono spiegare per quale motivo e con quale autorità RFI non ha considerato nel Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali, queste opzioni e scegliendo come soluzione la costruzione di nuovi binari e un corridoio impervio come quello autostradale comprensivo degli Appennini meridionali ?
Non era la scelta ipotizzata nell’Allegato al DEF 2020, una opzione intelligente per potenziare, a costi accettabili e in tempi brevi, i collegamenti ferroviari veloci fra la capitale, Napoli e le principali aree urbane della Calabria e Basilicata, utilizzando la rete AV realizzata (Roma/Afragola/Salerno), la rete convenzionale (Salerno/Reggio Calabria potenziata e ottimizzata con gli interventi di upgrading ovvero interventi su pendenze e raggi di curvatura) ? Solo dove necessario si costruivano tratte o segmenti di tratte ex novo.
La tratta Salerno-Battipaglia (20 km) e Battipaglia-Sapri-Lamezia Terme-Reggio Calabria (373 km), è a doppio binario, elettrificate a 3 kV cc, con blocco automatico a correnti codificate e facente parte della rete fondamentale di FSI.
Termino evidenziando il costo stimato di tali interventi pari, a 5 miliardi di euro e con tempi di trasporto Roma/Salerno via Monte del Vesuvio di una ora e trenta minuti più un Salerno/Reggio con un tempo di due ore e trentacinque minuti, quindi molto vicino alle 4 ore sbandierate con la nuova linea via corridoio autostradale più lunga di 42 Km.
Tutto però tace e la inerte politica soggiace alla cattura operata dalle lobby che da mezzo secolo saccheggiano l’ambiente e la spesa pubblica inefficiente.
Reti elettriche e digitali, per la competitività stagnante da 20 anni per le imprese italiane, in luogo di progetti senza alcuna analisi costi benefici e a valore aggiunto fatta da soggetti terzi