E’ Shine è Jeff Koons: l’arte, l’In-visibile tra Filosofia e Fisica

Arte, Cultura & Società

Di

di Camilla G. Iannacci

 Indice dei Contenuti:

Il gioco dell’Arte in Jeff Koons

Einstein. Heisenberg, Schrödinger e Jeff Koons

L’arte da Walter Benjamin e la sua riproduzione tecnica nell’info-spazio e con i device

Filosofia, Fisica ed Arte

Lo “slancio vitale”: Schopenhauer, Nietzsche, Henri Bergson e l’essere biologico di Jeff Koons 

La Pop-Art, Jeff Koons e il pragmatismo di John Dewey

Il nuovo umanesimo di Koons tra passato e futuro

“La filosofia mi è sempre piaciuta” e “questa mostra” è “un dialogo filosofico” ha dichiarato Jeff Koons all’inaugurazione, nel 2022, a Palazzo Strozzi a Firenze di una sua mostra.

Non puoi conoscere Platone se non visiti e vivi il tuo tempo a Palazzo Strozzi, il tempio del suo pensiero qui vive “un dialogo tra le forme platoniche delle opere e la regola aurea di un contenitore perfetto”, l’arte per Koons è “uscire dalla caverna platonica e camminare nella luce, nella trascendenza ed essere illuminati,  il potere della luce nasce dalla stessa storia della filosofia” ma “per apprezzare la luce” ci deve “essere l’oscurità” ovvero bisogna andare oltre lo specchio che riflette ma nasconde: il virgolettato è del Direttore dello Strozzi.

Il gioco dell’arte in Jeff Koons

Installazioni e sculture sono solo, nelle sue mani, come la plastilina con cui i ragazzi plasmano il mondo, creano universi per cercarne la materia oscura e il senso come fa la moderna Fisica.

Il giocattoloso Jeff Koons da “Rabbit”  che anche dal nome ricorda il Bianconiglio in “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll, venduto a 91 milioni, a “Balloon Dog” e “Puppy”  vuole in fondo dirci che niente è più “serio” del gioco: chi non ha sperimentato la “concentrazione” di un bambino con i suoi giochi?

Einstein, Heisenberg, Schrödinger e Jeff Koons

Ed Einstein non diceva che “Dio non gioca a dadi”  richiamandosi, in ogni caso, al gioco?

Jeff Koons dialoga con Einstein “quando si guarda la superficie riflessa è un evento metafisico: c’è un certo scarto di tempo rispetto alla realtà” pare un richiamo al paradosso dei due gemelli della relatività di Einstein e il suo spazio-tempo che ha innovato il pensiero scientifico e non solo sul tempo e “non è vista in modo preciso e definito” al Principio di indeterminazione di Heisenberg

E, poi, l’affermazione di Koons “l’immagine è distorta” ricorda la Fisica moderna per cui l’osservatore col suo fascio di luce (per l’appunto, la luce ritorna) modifica il sistema osservato.

Per Koons “l’arte è nell’osservatore che completa l’opera concludendone la narrazione”.

La Fisica classica si arrende a un semplice gatto: quello di Schrödinger ed è curioso che, nella pronuncia, il cognome di Koons ricorda Thomas Kuhn filosofo e fisico.

L’arte da Walter Benjamin e la sua riproduzione tecnica nell’info-spazio e con i device

L’arte, nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, si riveste di un di più rispetto a Benjamin in quanto attraversa la dimensione metamorfica e la duplicazione delle forme e la morfogenesi tra lo spazio isologico, l’info-spazio e la fruizione tramite i device che creano e ricreano l’oggetto artistico senza sosta.

Filosofia, Fisica ed Arte

Qui Filosofia, Fisica ed Arte si ricongiungono nell’atto della creazione, che sia una scoperta scientifica o una elaborazione filosofica, ci aprono alla visione dell’in-visibile così cara a Antoine de Saint-Exupéry secondo il suo “l’essenziale è invisibile agli occhi” e “la mia vita sarà come illuminata”;

la luce fa apparire e nasconde, nel contempo, e in pochi interstiti trovi frammenti di verità: il “m’illumino d’immenso” di Ungaretti.

Lo “slancio vitale”: Schopenhauer Nietzsche, Henri Bergson e “l’essere biologico” di Koons

I “Vacuum cleaners” e i “Gonfiabili” gettano uno sguardo al corpo infatti afferma Koons “quando respiro immetto energia vitale” e ripete “mi piace fare riferimenti alla biologia” a sottolineare “l’importanza delle nostre vite quali esseri biologici”.

Ma “c’è anche un aspetto oscuro nel mio lavoro. E più hai altre polarità all’interno di un’opera, più emulano l’energia vitale…” eh, sì siamo all’élan vital che ci riporta a dadaismo e fauvismo, allo Schopenhauer della “volontà di vivere”, a Nietzsche, a Henri Bergson al suo “slancio vitale” per l’appunto.

La Pop-Art, Jeff Koons e il pragmatismo di John Dewey

“Quando si guarda la superficie riflessa è un evento metafisico: c’è un certo scarto di tempo rispetto alla realtà, che non è vista in modo preciso e definito, l’immagine è distorta” continua Koons.

La luce e l’ombra sono, da sempre, l’arte stessa e Jeff Koons non è un novello Caravaggio, i suoi bagliori e luccichii dialogano con la Pop-Art ma se ne distinguono, il suo è un movimento di avvicinamento e distanziamento dal Pop e dal consumismo pur adoperandone gli utensili.

Il suo Hulk sfiora il Pop per allontanarsene ed anche il suo ready-made col “One Ball Total Equilibrium Tank” ha una connotazione pragmatica che gioca con l’arte.

Le radici della trascendenza di Koons sono ben salde nel pragmatismo della sua America infatti afferma “cerco di creare un vocabolario e opere” per arrivare alla trascendenza “amo il filosofo americano John Dewey” per il quale “la vita riguarda l’esperienza: un organismo è influenzato dal suo ambiente e, a sua volta, questi influenza l’organismo”.

Ed ancora “è nella relazione con lo spettatore che avviene l’arte” e acacde pragmaticamente, aggiungiamo,

Il nuovo umanesimo di Koons tra passato e futuro

A Koons “piace l’idea della filosofia, teologia, mitologia, biologia, dell’umanesimo” e la sua arte sta a dimostrarlo.

Con le parole di Jeff Koons: “ciò che mi piace del passato è che possiamo abbracciare i nostri antenati e considerare il contributo che ciascuno ha dato nel corso dei secoli ci rende capaci di proiettarci nel futuro”.

Le opere di Koons sono presenti nell’empireo museale: dal Guggenheim di Bilbao al Pompidou di Parigi: non c’è lavoro artistico che, per diventare arte, non venga consacrato e nel suo caso hanno provveduto il Consolato Usa con il “Premio del Consolato Generale degli Stati Uniti per la Diplomazia Culturale” dopo la “U.S Department of State’s Medal of Arts”, a suo tempo, consegnatagli da parte di Hillary Clinton e la nomina di “Officier de la Legion d’Honneur” da parte di Chirac.

l’immagine è stata creata con DALL-E3

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