Protagonisti i fratelli Ninivaggi
Giovanni Mercadante
Italia e Russia legati da gesti di solidarietà e di fratellanza. Le barriere politiche sono un freno ai rapporti di amicizia tra i popoli.
Nel momento del bisogno scattano azioni che sono dettate dal cuore, difficili da dominare, perché in fondo i sentimenti umani buoni prevalgono su qualsiasi conflitto.
All’Italia è riconosciuto ad ogni latitudine il calore umano del suo popolo: generoso, ospitale e solidale con i più bisognosi. La Penisola, che si proietta nel bacino mediterraneo come se tendesse una mano ai popoli vicini che si affacciano lungo le coste nord africane e medio orientali, è una piattaforma di arrivo nel cuore dell’Europa. E’ un luogo di approdo in cui ogni straniero desidera giungere per iniziare un sogno, dove la cultura, il cibo, i rapporti umani hanno un sapore inconfondibile.
Molti ricorderanno quando tra la fine del 1990 e gennaio 1991, avvenne il processo di disgregazione dell’URSS e l’indipendenza delle repubbliche sovietiche. Nello stesso periodo ci fu la caduta del Muro di Berlino, il cui territorio formato dalla DDR/Deutsche Demokratische Republik fisicamente apparteneva alla Russia.
L’effetto domino causò la paralisi dell’approvvigionamento dei beni di prima necessità che circolavano all’interno dell’URSS. Il patto delle repubbliche sovietiche era anche di mutua collaborazione economica. Con la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione politico-economica dell’URSS, ogni Stato si rendeva indipendente e quindi non più legato a fornire i propri prodotti alla Federazione sovietica. Si delineavano le condizioni per un libero mercato.
Il panico di quella situazione si estese a macchia d’olio in tutti i territori dell’ex URSS. In breve tempo gli scaffali dei grandi supermercati furono presi d’assalto per fare rifornimenti di generi alimentari.
I mass-media internazionali bombardarono il resto del mondo di servizi giornalistici e televisivi. Le immagini che giungevano dalla Russia erano molto allarmanti. Il Corriere della Sera del 5 dicembre 1990 titolava, a tutta pagina: Gorbaciov zar di tutte le Russie. Il sindaco di Leningrado: La crisi alimentare ha cause politiche, non economiche.
Cominciarono a scarseggiare olio, vino, pasta, carne. Giunsero in Italia richieste di aiuto.
Tutti i mass media nazionali lanciarono un appello in favore del popolo russo per inviare generi alimentari di prima necessità.
Al Centro il Vescovo Mons. Tarcio Pisani e a destra Pietro Ninivaggi
I fratelli Ninivaggi appresa la notizia, si attivarono subito contattando l’Ambasciata russa a Roma. Nell’arco di pochi giorni avuto il benestare per un carico importante, la grande macchina Ninivaggi organizzò un convoglio di ben 17 vagoni ferroviari per circa 420 tonnellate di merci (olio, pasta, panettoni, e altro).
Il treno, prima di partire per la destinazione finale, fu controllato dalla Guardia di Finanza il 31 dicembre 1990 e benedetto dal Vescovo di allora, Mons. Tarcisio Pisani.
Pietro Ninivaggi a quella data era consigliere comunale nelle fila della DC.
Immediatamente dopo la partenza del convoglio, il Sindaco Lello Crivelli fece recapitare un telegramma intimandogli di eliminare il logo del Comune di Altamura, perché la sua maggioranza aveva espresso parere sfavorevole. Insomma, un partito comunista che sconfessava se stesso. Purtroppo Pietro Ninivaggi insieme ai suoi collaboratori tallonò il convoglio riuscendo a togliere tutte le targhette. Un gesto meschino dell’opposizione che al contrario avrebbe giovato alla loro immagine.
Il convoglio giunse a Leningrado il 20 gennaio 1991. Qualche giorno prima Pietro Ninivaggi accompagnato dal suo compianto stretto collaboratore, Antonio Lomurno, fu accolto dalla delegazione municipale di Leningrado guidata dal sindaco Anatoly Sobchak; molto probabilmente in mezzo a loro c’era l’attuale Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Grande la commozione di tutta la municipalità e dei cittadini sovietici accorsi a ricevere i due italiani per quello straordinario ed inaspettato dono al popolo russo.
I sentimenti di mutuo soccorso avevano fatto breccia nei cuori della famiglia Ninivaggi; i russi, consapevoli di tanta generosità e calore umano pervenuto inaspettatamente dall’Italia, non potevano che essere orgogliosi dell’amicizia che si venne ad istaurare con i due ambasciatori italiani.
Pietro Ninivaggi di fronte al sindaco Anatoly Sobchak
Il sindaco Anatoly Sobchak, unitamente al Consiglio cittadino dei deputati del popolo di Leningrado (Lensovet) indirizzava al Gruppo Ninivaggi una lettera di ringraziamento (in russo) in data 22 gennaio 1991 esprimendo “la sua sincera gratitudine per l’assistenza umanitaria prestata a Leningrado nel momento difficile. Speriamo che questa azione amichevole sarà un buon fondamento per una collaborazione di reciproco interesse – f.to Anatoly Sobchak, Presidente del Lensovjet”.
Per tale gesto, il sindaco Anatoly Sobchak promise di venire ad Altamura a ringraziare personalmente il Gruppo Ninivaggi; mentre il sindaco Lello Crivelli, a dispetto di quanto boicottato con la sua maggioranza, fu costretto ad accogliere compiaciuto il primo cittadino di Leningrado.
La differenza tra il Gruppo Ninivaggi e gli altri? Milano, dichiara Pietro Ninivaggi, inviò solo 5 vagoni di generi alimentari scortato da decine di persone; la Germania circa 10 container; l’Inghilterra 5 container.
Morale? Qualcuno ad Altamura aveva tentato di denigrare l’operato del Gruppo. Pietro Ninivaggi invece si registrava un pensiero: “Non odio, ma nemmeno dimentico; archivio e affido il conto alla vita”.
Ebbene, nel pieno della pandemia da Covid-19, conclude Pietro Ninivaggi, la solidarietà paga. La Russia ha ricambiato la solidarietà ricevuta, inviando materiale sanitario e personale medico in aiuto all’Italia; seguito a ruota dall’Albania inviando in Italia un gruppo di medici, il cui gesto è stato seguito con molta attenzione da un’azienda albanese che ha fatto recapitare il 22 aprile scorso una lettera all’attenzione della sindaca Rosa Melodia lodando P. Ninivaggi per la donazione di € 100.000 in favore dei più bisognosi del Comune di Altamura e ricordando nel contempo quanto fatto dai Ninivaggi nel 1991 con l’invio a Tirana di un intero parco macchine agricole (trattori e accessori) e un traghetto pieno di generi alimentari.
Anataloy Sobchak accolto ad Altamura dal sindaco Lello Crivelli