I prezzi di grano e riso continuano ad aumentare

Economia & Finanza

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La Fao: i prezzi dei generi alimentari sono lievemente diminuiti a maggio nonostante il prezzo del grano sia cresciuto del 5,6% rispetto ad aprile. “Le restrizioni alle esportazioni creano incertezza del mercato e possono provocare picchi di prezzo”

© Cristiano Minichiello / AGF

I prezzi dei generi alimentari sono lievemente diminuiti a maggio, per il secondo mese consecutivo, nonostante il prezzo del grano sia cresciuto del 5,6% rispetto ad aprile. Lo dice la Fao, il cui indice dei prezzi alimentari è pari a 157,4 punti per il mese che si è appena concluso, ovvero lo 0,6% in meno rispetto ad aprile. L’indice, che registra le variazioni mensili dei prezzi internazionali di un paniere di materie prime alimentari comunemente scambiate, è comunque del 22,8% più alto rispetto a maggio 2021.

L’indice Fao dei prezzi dei cereali è aumentato del 2,2% rispetto al mese precedente, trascinato dai prezzi del grano, che sono aumentati del 5,6% rispetto ad aprile e del 56,2% rispetto al valore corrispondente dell’anno precedente.

I prezzi internazionali del grano, in media solo dell’11% al di sotto del record raggiunto nel marzo 2008, sono aumentati in risposta a un divieto di esportazione annunciato dall’India – spiega la Fao – e alle preoccupazioni per le condizioni dei raccolti in diversi principali paesi esportatori, nonché per le ridotte prospettive di produzione in Ucraina a causa della guerra.

Anche i prezzi internazionali del riso sono aumentati su tutta la linea, mentre i prezzi dei cereali grezzi sono diminuiti del 2,1%, con i prezzi del mais che sono scesi ancora di più di pari passo con le condizioni del raccolto leggermente migliorate negli Stati Uniti, le forniture stagionali in Argentina e l’imminente inizio delle principali raccolto di mais.

L’Indice Fao dei prezzi dell’olio vegetale è sceso del 3,5% da aprile – precisa la Fao – pur rimanendo nettamente superiore al livello dell’anno precedente. I prezzi degli oli di palma, girasole, soia e colza sono diminuiti, in parte a causa della rimozione del divieto di esportazione di breve durata dell’olio di palma da parte dell’Indonesia e della domanda lenta di importazione globale di oli di soia e colza a causa dei costi elevati degli ultimi mesi.

“Le restrizioni alle esportazioni creano incertezza del mercato e possono provocare picchi di prezzo e una maggiore volatilitè dei prezzi, la diminuzione dei prezzi dei semi oleosi mostra quanto sia importante quando vengono rimossi e consentono alle esportazioni di fluire senza intoppi”, afferma Maximo Torero Cullen, capo economista della Fao. agi

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