Csm, il senato approva la riforma Cartabia

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Il Senato approva in via definitiva la riforma dell’ ordinamento giudiziario e del Csm, confermando il testo della Camera. I si’ sono stati 173, i no 37, gli astenuti 16. Tra questi ultimi ci sono i senatori del gruppo di Italia Viva e 5 della Lega tra cui Roberto Calderoli che si era impegnato in prima persona sui referendum. “Un provvedimento preceduto da un lungo lavoro, non semplice, portato avanti con il contributo di molti”, dice la ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Csm, torna il testo originario della ministra Cartabia. I collegi sono formati in modo tale da essere composti, tendenzialmente, dal medesimo numero di elettori e sono determinati con decreto del ministro della Giustizia, sentito il Consiglio superiore della magistratura, emanato almeno quattro mesi prima del giorno fissato per le elezioni, tenendo conto dell’esigenza di garantire che tutti i magistrati del singolo distretto di Corte d’appello siano inclusi nel medesimo collegio e che vi sia continuita’ territoriale tra i distretti inclusi nei singoli collegi, salva la possibilita’, al fine di garantire la composizione numericamente equivalente del corpo elettorale dei diversi collegi, di sottrarre dai singoli distretti uno o piu’ uffici per aggregarli al collegio territorialmente piu’ vicino.

Viene introdotto il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, come invece e’ attualmente consentito. Il divieto vale sia per le cariche elettive nazionali e locali che per gli incarichi di governo nazionali o locali. Allo scadere del mandato, i magistrati che hanno ricoperto cariche elettive o incarichi di governo (con un mandato pero’ di almeno un anno) non possono piu’ tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale. I magistrati candidati in competizioni elettorali ma non eletti, per tre anni non possono tornare a lavorare nella regione che ricomprendere la circoscrizione elettorale in cui si sono candidati ne’ in quella in cui si trova il distretto dove lavoravano, in piu’ non posso assumere incarichi direttivi e svolgere le funzioni penali piu’ delicate. Per i magistrati che hanno svolto ruoli apicali (ad esempio capi di gabinetto, capi dipartimento e segretari generali nei ministeri), dopo un mandato di almeno un anno, devono restare per un anno fuori ruolo – ma non in posizioni apicali – e poi rientrano, ma per tre anni non possono ricoprire incarichi direttivi.

“L’approvazione di questa legge, terzo grande pilastro delle riforme per rinsaldare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della giustizia, consentira’ che l’imminente rinnovo del Csm si svolga con nuove regole”. Lo ha detto la Guardasigilli Marta Cartabia in aula al Senato per il voto finale sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm. La ministra ha definito il Csm “presidio imprescindibile dell’autonomia e indipendenza dell’ordine giudiziario”, che, con la riforma puo’ “svolgere appieno – ha detto Cartabia ricordando parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella – la sua funzione propria, quella di valorizzare le alte professionalita’ su cui la magistratura puo’ contare”.

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