Arriva il caldo, balzano i consumi di gelato

Economia & Finanza

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La Coldiretti sottolinea come stiano tornando coni e coppette nonostante l’aumento dei prezzi pari al +23% rispetto allo scorso anno. A pesare sui listini il balzo dei costi dell’energia e delle materie prime usate nelle preparazioni. Ma gli italiani non sono spaventati e non rinunciano al piacere del palato

©  (Afp) –  Gelato

AGI – Il caldo fa volare i consumi di gelato con il ritorno di coni e coppette nonostante il balzo dei prezzi che fanno registrare un aumento del 23% rispetto allo scorso anno. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione del primo week end segnato dall’arrivo del grande caldo dopo un mese di aprile che ha fatto registrare in Italia una temperatura inferiore di 0,57 gradi la media de periodo secondo Isac Cnr.

A pesare sui listini il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, dalle uova (+17%) al latte (+21%) fino allo zucchero (+54%) di cui l’Italia è fortemente deficitaria, anche a causa delle tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat.

Un andamento che non sembra spaventare gli italiani che con il meteo favorevole non rinunciano al gelato per la pausa pranzo o lo snack. Il gelato realizza un fatturato totale di 2,7 miliardi grazie alla presenza – continua la Coldiretti – di 39mila gelaterie nazionali che danno lavoro a 75 mila persone. Nelle gelaterie italiane – sottolinea – vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici impegnate a garantire ingredienti di qualità.

Nonostante le innovazioni a essere preferito è il gelato artigianale nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie a offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diversi target di consumatori, tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano.

Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala ma quest’anno è arrivato anche quello di latte di pecora.

Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco. Nelle agrigelaterie – continua la Coldiretti – è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, che sono rigorosamente freschi con gusti a “chilometri zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia e inquinano l’ambiente. In epoca moderna – conclude la Coldiretti – la storia del gelato risale alla prima metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell’export’ in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l’apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all’imprenditore genovese Giovanni Bosio.

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