Il San Nicola si dimostra ancora un Fort Apache per il Bari. Battuto l’Ascoli

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Bari – Sotto un cielo azzurro come un dipinto surreale accompagnato dalla straordinaria tramontana mista a nuvole che fa intravedere il mare ed il profilo del Gargano in lontananza, il Bari contro l’ostico Ascoli di Fiorin e Maresca – sulla falsa riga di Alberti Zavettieri – oggi, con un’improbabile casacca arancione a snaturarne i colori sociali, proveniente da ben sei risultati utili consecutivi, cercava di rialzarsi dopo la puntuale caduta occorsa in trasferta in quel di Brescia e, complice il trend positivo che lo accompagnava in casa, c’erano tutte le premesse per vincere nel Fortino del San Nicola, cosa puntualmente accaduta. Ma la novità non è, tanto, nella vittoria forse prevedibile, quanto il fatto di non aver subito gol, finalmente, e di aver sfruttato la superiorità numerica smentendo la casistica che lo vedeva quasi sempre sfavorito in dieci contro undici.

Considerata l’assenza forzata di Basha e di Marrone, ribaltando la sua nuova catechesi del 3-4-3, Grosso ha mandato in campo, obtorto collo, Micai in porta, Capradossi e Gyomber al centro, Cassani a destra e Morleo a sinistra, Petriccione al centro con Busellato e Tello mezzali, Improta e Galano sulle ali, Floro Flores in avanti, dunque un 4-3-3 pronto a cambiar pelle all’occorrenza.

Un Bari, dunque, a trazione balbettante, bravo e convincente in casa, meno pratico e sconfitto fuori le proprie mura che oggi, grazie anche ad un avversario abbordabile nonostante le sue temibili credenziali delle sei gare senza sconfitte, cercava di recuperare quel terreno necessario per poter rimanere attaccato ai posti alti della classifica davanti ad un pubblico valutato intorno ai dodici-tredicimila unità, un po’ rassegnato a questo andazzo balbettante, una squadra che al di là di come la si pensi, possiede personalità ed esperienza ma che, misteriosamente, non riesce ad esprimersi come dovrebbe fuori casa e che, grazie all’equilibrio regnante in classifica, continua ad avere buone aspettative.

Pericoloso l’Ascoli al 3′ con un cross di Clemenza che ha attraversato l’area del Bari senza che nessuno intervenisse per spingerla in rete.

Nonostante la mancanza di azioni degne di nota, fino al quarto d’ora si è visto un Bari particolarmente attivo, un Bari che si è reso pericoloso nei cross e nell’attacco della profondità, ma dopo è stato l’Ascoli a guadagnare campo e speranze con il gioco di rimessa, ordinatamente, tanto nell’attaccare quanto nel difendersi: al 19′ tiro cross di Parlati, un debuttante che dimostra tanta personalità, su azione personale concluso di poco alta sulla trasversa.

Ancora pericoloso l’Ascoli con Mignanelli che crossa ma il pallone scorre via lungo l’area senza nessun bianconero pronto ad intervenire a spingerla dentro.

Si infortuna Padella e Fiorin fa entrare De Santis, difensore anch’esso. Ancora i bianconeri a dire la loro al 28′ con un cross di Mignanelli per Favilli che al volo tira alto sulla traversa.

Il Bari appare appannato, senza idee, e dà l’impressione di soffrire l’Ascoli il quale, a sua volta, tenta di approfittarne. Al 30′ finalmente ecco il Bari con Petriccione che sforna un assist in profondità per l’accorrente Floro Flores, ma lo stesso arriva con un attimo di ritardo prima di tirare in porta anche perché De Santis ci mette una pezza.

Al 37′, la teorica svolta della gara con un rosso per Gigliotti per un fallo su Improta, fallo brutto e pericoloso per cui riteniamo giusta l’espulsione. Ci sarebbe da approfittarne, come vorrebbe la prassi, per il Bari ma si sa, la statistica non le è sempre favorevole in questi casi con la superiorità numerica e, nella speranza di soverchiarla, il Bari comincia provarci ad insistere nel cercare il gol.

Fiorin, allora, cerca di coprirsi con Cinaglia al posto di Clemenza.

Partita brutta senza acuti ma che alza il coefficiente della tensione anche perché è il canovaccio vorrebbe un Bari favorito, che spinge alle corde la formazione marchigiana la quale, a sua volta, chiudendosi a riccio, cerca di rimediare come può.

Al 45′ cross di Morleo per Galano ma l’attaccante non tocca il pallone quel che basta per farlo entrare in rete. Finisce così il primo tempo senza occasioni eclatanti, oseremmo dire, parecchio mediocre, tranne che nel finale quando l’Ascoli ha commesso tre falli cattivi e con un Bari che ha provato a far la gara senza, però, riuscire ad essere incisivo anche perché è in superiorità numerica.

Il secondo tempo inizia con Brienza al posto di Busellato, dunque con un Bari più dinamico in attacco disegnando un 4-2-4 che, complice la superiorità numerica, dovrebbe risultare strategico per allargare le maglie ascolane.

Ed infatti subito al 1′ c’è da segnalare un’occasione gol con Brienza che avanza di venti metri prima di sfornare un assist per l’avvenente Galano ma lo stesso non trova l’alba dentro l’imbrunire.

E allora l Bari finalmente fa valere la propria forza e la propria superiorità: è il 9′ quando un gran gol di Galano su azione personale – una delle sue, insomma – con un tiro dal limite deviato in modo decisivo da un difensore, rompe l’equilibrio della gara portando il Bari in vantaggio.

Ancora Bari al 10′ con un diagonale di Floro Flores che termina di un niente fuori: poteva essere il gol decisivo.

Al 14′ Improta con un rimpallo sigla il 2-0 su cross di Galano, complice anche un tocco di un difensore che ha rimpallato sulla spalla di un altro difensore, dunque ancora un’autorete per il Bari che sembra improvvisamente baciato dalla fortuna non, però, nel gioco profuso quanto nelle conclusioni.

Ma soprattutto, finalmente, il Bari dà un calcio alla statistica che lo voleva perdente quasi sempre in superiorità numerica, un Bari che, sebbene con due autoreti, mostra personalità e gioco al cospetto di un Ascoli che fa quel che può badando soprattutto più a difendersi che ad attaccare.

Il Bari comincia a sfruttare la sua superiorità giocando in scioltezza, talvolta in contropiede, rendendosi pericoloso con Floro Flores che sbaglia un paio di occasioni gol, mentre l’Ascoli prova a mettere il muso fuori senza, tuttavia, incidere.

Altra sostituzione per Fiorin che tenta il tutto per tutto: esce Carpani ed entra Rosseti.

Al 29′ finta ai danni di De Santis e Floro Flores insacca ritrovando il gol smarrito, gol che chiude definitivamente la partita a favore del Bari.

Ma non è finita qui: è il 30′ quando Grosso decide di mandare in campo Nenè al posto di Floro Flores che esce tra gli applausi del pubblico.

Al 31′ da segnalare una conclusione di Favilli ma un grande Micai devia quel che basta per mandare la palla fuori: si è trattato di un’ occasionissima per l’Ascoli.

Al 33′ conclusione di Nenè ribattuta da Lanni poi ancora Nenè con un’altra deviata dal portiere in corner.

Ancora una sostituzione per il Bari: esce Galano per Anderson, giocatore olandese al suo esordio e a cui Grosso, visto l’andamento della gara, ha voluto dare un’opportunità.

Infine, giusto per legittimare la netta vittoria, al 38′ Improta sbaglia un gol facile calciando senza convinzione dal momento che si è visto ribattere il pallone dal portiere marchigiano.

Vittoria, dunque, ineccepibile per il Bari che, grazie all’espulsione ascolana e anche a Brienza che ne ha spostato gli equilibri di gioco, allunga in classifica a 19 punti, una classifica che resta cortissima e, come tale, abbordabile se solo Grosso riuscirà a rompere l’incantesimo in trasferta a cominciare proprio da Salerno sabato prossimo,tra l’altro si è sbloccato pure Floro Flores, il “Godot” che il Bari stava aspettando da tempo e che è, finalmente, arrivato, e con un Nenè che è andato molto vicino al gol in due occasioni. Insomma, le premesse per ripartire sono ottime. Anche Grosso, a fine gara, si è mostrato entusiasta per la vittoria “difficile considerato l’avversario ma sapiamo che possiamo migliorare. Ho lasciato Floro Flores in campo ancora un po’ perchè lo vedevo pimpante come se presagissi un suo gol. E così è stato”.

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