Alimentazione, la crisi del grano causata della guerra dà problemi ovunque

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La guerra continua, ma gli abitanti dei villaggi vicini alle linee del fronte nell’est dell’Ucraina non abbandonano i loro campi di grano, nonostante il rischio di attacchi.

Mentre il governo cerca, con altri Paesi, soluzioni alternative per trasportare verso l’Europa i milioni di tonnellate di cereali stoccati nel porto di Odessa, gli agricoltori locali cercano nuove soluzioni per commercializzare i prodotti rimasti nelle aziende.

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“Vorremmo organizzarci per trovare uno specialista di logistica che ci aiuti – dice Maksim ucraino , uno di loro – oppure per mettere insieme più piccole aziende agricole e acquistare i mezzi di trasporto per poter trasportare le nostre produzioni”.

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“Dopo la crisi Russia-Ucraina – dice il ministro – il Libano continua a importare grano da diversi Paesi e attualmente ne abbiamo circa 40mila tonnellate.

Tuttavia, il problema principale è che il silo di proprietà dello Stato per il grano è stato distrutto a causa dell’esplosione del porto di Beirut: ora siamo in coordinamento con la Banca mondiale, l’Ucraina e altri Paesi”.

Il Libano, che può produrre solo il 10% del suo fabbisogno di grano dai campi agricoli che coltiva, è quasi completamente dipendente dal grano estero.

“Non possiamo negare che ci sia un problema tra Russia e Ucraina – dice un panettiere libanese – che ha avuto un effetto sul Libano e sul resto del mondo, ma il problema principale qui è il dollaro.

In Libano non abbiamo dollari, se hai i dollari puoi risolvere tutto”.

La guerra in corso ha causato un aumento dei prezzi del pane in Libano, Libia e Egitto, mentre le preoccupazioni per la sicurezza alimentare continuano a lasciare il segno nel Paese.

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