Anche il fratellino del piccolo Nicola si era perduto nei boschi del Mugello

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L’episodio l’anno scorso. Il bambino è stato intanto stato dimesso dall’ospedale pediatrico Meyer, dopo una notte di osservazione ed è tornato a casa tra i boschi impervi del Mugello. La Procura Firenze ha aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato nè indagati

©  Ufficio stampa dei Carabinieri – Il bimbo ritrovato al Mugello in ambulanza

Il piccolo Nicola Tanturli è a casa. I sanitari dell’ospedale pediatrico Meyer, dopo una notte di osservazione, gli hanno permesso di fare rientro nel casolare immerso nei boschi impervi del MugelloGli stessi che lo hanno tenuto in ‘ostaggio’ per 30 lunghe ore, prima del suo ritrovamento.

Ma sono ancora tanti gli interrogativi aperti al vaglio degli investigatori, per fare luce sulla vicenda. Come da prassi, la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo, anche se non ci sono ipotesi di reato né tantomeno indagati. Ma col passare delle ore emergono anche altri elementi.

 L’anno scorso, anche il fratellino più grande di Nicola si era smarrito. Ma l’allarme rientrò in breve tempo perché grazie alle ricerche della famiglia e degli amici, venne ritrovato, nonostante, come nell’ultimo caso, avesse percorso una considerevole quantità di strada. E’ un dettaglio, riferito da un residente della zona, che potrebbe comunque entrare nell’informativa che i carabinieri della compagnia di Borgo San Lorenzo stanno redigendo sull’episodio conclusosi con un lieto fine.

Nel frattempo la Regione Toscana consegna il massimo riconoscimento: il Pegaso d’Oro, ai protagonisti del ritrovamento del piccolo Nicola: il sindaco di Palazzuolo sul Senio, Philip Gian Piero Moschetti, il comandante della stazione dei Carabinieri di Scarperia, Danilo Ciccarelli, e il giornalista Rai, Giuseppe Di Tommaso. A farlo il presidente della Regione, Eugenio Giani.

“Sono andato ieri verso l’ora di pranzo al Meyer a trovare Nicola – afferma Giani durante la cerimonia – mi sono trovato davanti questo bambino con gli occhi grandi che trangugiava un succo di frutta con tutta la sua energia. Mi ha commosso vederlo sorridere, tutto agitato ma felice, è un racconto a lieto fine, grazie a tutti quelli che hanno contribuito”. Il presidente della Regione Toscana spiega i motivi dietro alla consegna del riconoscimento: “Va al sindaco perché rappresentante di una comunità che si è subito lanciata nei boschi per dare una mano e cercare il bambino, al carabiniere Ciccarelli che simboleggia tutto quello che è l’Arma in Italia, si è subito gettato nella scarpata nonostante il terreno impervio e infine al giornalista Di Tommaso che ha avuto l’intuizione di sentire il richiamo del bimbo. Sono tutti e tre simboli della Toscana e dell’Italia che amiamo e vogliamo”.

Per il sindaco Moschetti, “Palazzuolo è diventato l’emblema dell’Italia, di una popolazione a cui se viene richiesto un grande sforzo, lo compie con grandi capacità. Penso che sia un grande segnale per il Paese”. Alla ricerca in tutto hanno partecipato oltre 500 persone. “C’era il prete, c’era il macellaio, il proprietario del pub e il meccanico – sottolinea Moschetti – c’era tutta Palazzuolo e poi gente di Marradi, di Firenzuola e di tutto l’Alto Mugello, anche un cane molecolare arrivato dalle Marche. È stata una dimostrazione di aiuto davvero importante”. Il comandante dei Carabinieri di Scarperia si dice “ancora emozionato a mille”, anche se “l’emozione principale è stata di aver ritrovato il piccolo che aveva bisogno di tornare a casa”. Poi rievoca il momento dell’intervento: “Gli ho sentito subito la temperatura ed era più caldo di me, poi ho controllato il corpo ed ho trovato solo qualche graffio e un piccolo bernoccolo.

Per questo ho deciso di riportarlo su senza chiamare gli specialisti. Un conto era consegnarlo in braccio alla madre, l’altro in barella”. Il giornalista Rai Di Tommaso, in collegamento video per la premiazione, racconta il momento dell’avvistamento:

“Sono sceso dalla macchina e poi non so, è stato un’intuizione a farmi trovare Nicola, ma sono felice di aver aiutato a ritrovare un bimbo di soli 21 mesi dopo 30 ore di scomparsa”. In generale, conclude Di Tommaso, “Questo è il più bel premio che potessi ricevere nella mia vita e nella mia carriera professionale. Il bambino sta bene, ci siamo abbracciati con i familiari mentre il piccolo Nicola mi mandava i bacini, è la miglior cosa che potesse capitarmi nella vita”.

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