Chi è Jimmie Akesson, lo svedese ‘medio’ che trascina l’ultradestra

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Soprannominato Yimmie, il 43enne moro dalla corporatura solida e dalla barba ben curata, separato con un figlio, non ama particolarmente la cravatta e coltiva l’immagine di essere uno svedese ‘normale’.

di Veronique Viriglio

AGI – Svolta politica in Svezia dove l’estrema destra dei Democratici Svedesi di Jimmie Akesson ha registrato un risultato storico alle elezioni politiche di ieri e, per la prima volta, potrebbe arrivare a governare con gli alleati moderati di destra.

Forte del 20,7% delle preferenze, davanti al partito conservatore capitanato da Ulf Kristersson, al 19%, in qualche modo Akesson è già il vincitore morale del cruciale voto.

Di fatto, la sua figura molto mediatica è emersa con forza durante la campagna elettorale nella quale ha fatto ombra al suo alleato, Kristersson, 55enne, figura politica affermata in Svezia e al suo secondo tentativo di vincere la poltrona da primo ministro.

In realtà il nazionalista Akesson, da 17 anni alla guida dei Democratici di Svezia, è già detentore di una grande vittoria: ovvero far passare il suo partito da paria del paesaggio politico nazionale a peso massimo indispensabile alla destra per riuscire a governare in coalizione in caso di vittoria in Parlamento.

Soprannominato Yimmie, il 43enne moro dalla corporatura solida e dalla barba ben curata, separato con un figlio, non ama particolarmente la cravatta e coltiva l’immagine di essere uno svedese ‘normale’. È riuscito a catturare l’attenzione dell’intera campagna elettorale: ha girato il Paese, appellandosi a un elettorato prevalentemente maschile e spesso rurale.

Akesson ha monopolizzato il dibattito sui social network con i suoi team e ha moltiplicato le polemiche sui temi dell’immigrazione, della sicurezza e del potere d’acquisto, con un’inflazione all’8% e una bolletta della luce che sta esplodendo in alcune regioni della Svezia.

Così il suo partito sta conquistando sempre più elettori conservatori, ma anche socialdemocratici, soprattutto tra gli uomini della classe operaia, e ora per la prima volta potrebbe davvero riuscire a formare una coalizione in Parlamento con la destra tradizionale.

Di pari passo con i crescenti consensi, i Democratici svedesi hanno cambiato retorica, limando frasi controverse come la volta in cui Akesson ha definito i musulmani “la più grande minaccia straniera dalla seconda guerra mondiale” o ha proposto di uscire dall’Unione Europea.

“Vuole dare l’immagine di una persona comune che fa arrostire le salsicce, viaggia nelle Isole Canarie con un volo charter e parla in modo ordinario oltre a vivere in un complesso residenziale a prezzi accessibili in una piccola città” ha commentato Jonas Hinnfors, professore di scienze politiche.

Di fronte a lui, Akesson deve fare i conti con l’ancora popolare premier uscente, la 55enne Magdalena Andersson, ex campionessa di nuoto, sposata, madre di due figli, in carica dallo scorso novembre, già ministro delle Finanze, che è riuscita nell’impresa di dare nuovo slancio ai socialdemocratici svedesi.

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