Contro le mascherine ffp2 in sala, un lecca-lecca regalato all’ingresso

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In una ventina di sale del Centro Nord è partita un’iniziativa a metà tra il goliardico, una ‘dolce’ provocazione che di fatto, consentirà a chi vorrà di continuare a indossare la Ffp2 e a chi non vorrà di abbassarla, almeno per un po’, nel pieno rispetto della legalità.

© AGF –  Al cinema con la mascherina

AGI – La crisi delle sale cinematografiche, di cui lo stesso Governo si è fatto carico nella persona del ministro Feanceschini (durante la cerimonia di presentazione dei candidati ai premi David di Donatello al Quirinale ha parlato di “normativa allo studio per aiutare gli esercenti”), potrebbe non vedere un’inversione di tendenza a causa delle misure del Governo che obbligano ancora gli spettatori delle sale cinematografiche a indiossare la mascherina Ffp2 durante le proiezioni. Per questo in una ventina di sale del Centro Nord è partita un’inizativa a metà tra il gliardico e il serio dal titolo ‘al cinema col lecca-lecca’.

Dal primo maggio non è più necessario esibire il green pass per entrare in sala. Tuttavia è ancora obbligatoria la mascherina, ma non basta la chirurgica (come molti esercenti si aspettavano e che è considerata sufficientma per entrare ad esempio negli ospedali e nelle Rsa) ed è necessaria la Ffp2, che obbliga a una protezione ulteriore anche in condizioni di perfetto ricambio d’aria, ampi spazi e scarso affollamento.

Se i cinefili più affezionati si sono ormai abituati a questa misura, sappiamo come costituisca invece un deterrente per la maggior parte delle persone, soprattutto con i primi caldi. Dal momento che in molti luoghi più a rischio l’obbligo della Ffp2 è stato tolto, in alcuni casi già da tempo (e in alcuni casi non vi è più nemmeno obbligo, in nessun momento, di alcun dispositivo di protezione, come in ristoranti, bar e discoteche), molti esercenti hanno deciso di unirsi in un’azione di protesta pacifica, una ‘dolce’ provocazione che di fatto, consentirà a chi vorrà di continuare a indossare la Ffp2 e a chi non vorrà di abbassarla, almeno per un po’, nel pieno rispetto della legalità.

Già da qualche tempo è infatti consentito abbassare la mascherina in sala quando si consumano cibi o bevande. Non si tratta di un invito alla disobbedienza. 

“Più che smascherare lo spettatore, vogliamo smascherare attraverso un atto simbolico la contradditorietà e inefficacia di una norma, oltretutto discriminante – spiegano gli esercenti – basta, infatti, questo piccolo e semplice ‘strumento’ per minarne, rimanendo nella legalità, il fondamento. E quale fondamento? Una norma attuata solo in alcuni luoghi e non in altri, che, oltre a funzionare in sé da deterrente, ingenera nel sentire comune un pregiudizio, una falsa e scientificamente non motivata percezione di pericolosità dei locali cinema e teatri rispetto ad altri luoghi come bar, ristoranti, supermercati, centri commerciali, palestre, negozi”.

I cinema che aderiscono all’iniziativa

  • Cinema Italia di Belluno
  • Cinema Bristol di Savignano Sul Panaro (Mo)
  • Cinema Beltrade e Wanted Clan di Milano
  • Cinema Alpi di Temù (Bs)
  • Bloom Cinema di Mezzago (Mb)
  • Multisala Iris di Messina
  • Cinema Margherita di Cupra Marittima (Ap)
  • Cineteatro Astrolabio di Villasanta (Mb)
  • Cinema Il Nuovo di La Spezia
  • Cinema Astoria di Lerici (Sp)
  • Cinema Garibaldi di Carrara (Ms)
  • Cinema Mignon di Chiavari (Ge)
  • Cinema Odeon di Vicenza
  • Spazio Alfieri di Firenze
  • Cinema Saronnese di Saronno (Va)
  • Cinema Odeon di Vigevano (Pv)
  • Cinema Movieland Di Fabriano (an)
  • Cinema Conti di Acqualagna (Pu).

Per questi motivi e per lanciare un segnale, coinvolgendo anche il pubblico, i cinema che aderiscono all’iniziativa stanno regalando a spettatrici e spettatori un lecca-lecca all’ingresso. Ogni cinema ha adottato e adotterà le sue forme di comunicazione preferite con foto, video, e diversi hashtag possibili (il principale è #liberalatuavogliadicinema). “Ci auguriamo che, come sta già avvenendo, l’iniziativa possa allargarsi nei prossimi giorni a sempre più sale – proseguono gli esercenti – non come alternativa alle azioni più serie e strutturate condotte nel frattempo dalle associazioni che ci rappresentano (in particolare l’Anec), ma per dare una voce in più a una categoria che fatica a trovare spazio e ascolto, e come azione che possa coinvolgere anche spettatrici e spettatori rendendoli più consapevoli e partecipi. In attesa, naturalmente, che arrivi un giusto e adeguato supporto alla promozione dell’immagine del cinema in sala e del ritorno al cinema, che ha tanto sofferto di una comunicazione particolarmente confusa e polarizzata fin dal lontano 26 febbraio 2020, giorno della prima chiusura delle sale (prima di ogni altra attività)”.

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