Da Tod’s all’As Roma, quali sono le aziende che lasciano Piazza Affari

Economia & Finanza

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La famiglia Della Valle punta ad acquistare il 25,55% delle azioni della società, in modo da raggiungere il 90% delle quote e, conseguentemente, ottenere il delisting dal mercato e l’uscita da Piazza Affari.

di Andrea Managò

AGI – Oggi la famiglia Della Valle ha annunciato un’Opa volontaria sulle azioni di Tod’s, ad un prezzo di 40 euro per azione, con un premio del 20,4% sulla chiusura di ieri.

Una mossa che punta ad acquistare il 25,55% delle azioni della società di punta della famiglia, in modo da raggiungere il 90% delle quote e, conseguentemente, ottenere il delisting dal mercato e l’uscita da Piazza Affari.

La famiglia Della Valle ha deciso di fare “un grande investimento” nel Gruppo Tod’s per accelerarne lo sviluppo. L’obiettivo è quello di “valorizzare i singoli marchi posseduti dalla società, dando loro una forte visibilità individuale e una grande autonomia operativa”.

Con questa strategia i Della Valle vogliono rafforzare il posizionamento dei marchi nella parte alta del mercato della qualità e del lusso.

Con il delisting le società decidono di uscire dalla quotazione sul mercato. Generalmente questo accade per disinteresse degli investitori verso il titolo, oppure per trovare un assetto proprietario che conceda maggiori margini di autonomia nella gestione aziendale. Specialmente in quelle realtà che fanno capo ad una famiglia di riferimento, come spesso accadeva tra i marchi italiani del lusso.

Tod’s non è la sola ad operare in direzione dell’uscita dal mercato azionario. Anche l’As Roma è pronta a lasciare Piazza Affari.

A fine luglio sono usciti i risultati dell’Opa promossa dalla Romulus and Remus Investments, che conferisce alla famiglia Friedkin il possesso del 96,126% delle azioni della società.

Ora la famiglia statunitense – da due anni è azionista di maggioranza del club giallorosso – potrà avviare il delisting della Roma, previsto a fine agosto, ponendo fine alla quotazione iniziata nel 2000.

Appare più vicino il momento dell’uscita dalla Borsa anche per Carige, con il processo di acquisizione dell’istituto di credito in corso da parte di Bper Banca.

Anche nel caso in cui, ad esito del periodo di sell-out, non venisse raggiunto il 95% del capitale ordinario, Borsa Italiana disporrà il delisting delle azioni.

Anche Exor, holding della famiglia Agnelli, la scorsa settimana ha annunciato che lascerà la Borsa di Milano, in questo caso però lo farà per trasferirsi all’Euronext di Amsterdam, presumibilmente nel corso del mese di agosto.

Il trasferimento dei titoli permetterà di allineare la Borsa di quotazione della società con la struttura legale di holding olandese.

L’assetto organizzativo di Exor in questo modo sarà semplificato, la società sarà soggetta alla vigilanza di un solo ente regolatore nazionale: la Ducth Authority for the Financial Markets.

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