Dell’amore, dell’ingenuità, della peste e di suoi derivati

Arte, Cultura & Società

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Supponiamo un uomo davanti al mare, capelli bianchi, cappello a cilindro, giacca in fustagno.

Ed osserva il mare ed il suo eterno movimento. Dicono che davanti al mare la felicità è un concetto semplice. Ma quanto cazzo hanno ragione I detti popolari?

È vero, la felicità è un idea semplice ed il potere ed il denaro non c’entrano neanche da lontano. C’è ben altro.

Il vento soffia increspa le onde e la pelle di quell’uomo.

Sulla spiaggia dei ragazzini giocano a pallone e le loro voci si perdono tra i garriti dei gabbiani, una coppia di giovani gli passa accanto, ridono, forse di lui e corrono e ridono e si baciano.

Ma chi li può sconfiggere quei due? Giovani, innamorati, sprezzanti della vita. Chi può vincere contro di loro?

E lui da sotto il suo cilindro lo aveva un coniglio bianco, come i maghi o come Alice nel paese delle meraviglie, eccome se lo aveva. Il tempo passa, tempus fuggit, e nelle pieghe del tempo c’era quel coniglio che doveva tirar fuori, quel colpo a sorpresa, la mossa del cavallo, e questa sua mossa aveva degli occhi che quando li osservavi non ce n’era per nessuno, che occhi che aveva. Da perdercisi dentro.

Quando riesci a vedere il mare negli occhi di qualcuno allora sei fregato davvero. E lui prese a verso questa cosa.

E si perse dannatamente.

Ed il colpo a sorpresa era prorpio questo, tirare fuori all’occorrenza i bei momenti passati con quel paio d’occhi, le corse fatte per vederla, i fiori portati senza nessun motivo, i giorni stati senza mangiare per poterle pagare una cena, gli sforzi fatti per aiutarla nei momenti difficli, gli abbracci dati nelle notti senza luna dove bastava solamente sentire la sua testa sul petto per essere felice.

Dio benedica chi salta in macchina, o a cavallo o a piedi e fa ore di strada per vedere l’altro anche solo per cinque minuti, chi si scioglie in un abbraccio, chi vede il mare negli occhi dell’altro, chi si perde nei discorsi perché quando si sta parlando si perde il senso del tempo.

Dio benedica chi ha ancora il coraggio di provare ad innamorarsi, chi non ha paura di mettersi a nudo, di mostrare le proprie debolezze perché la perfezione non esiste (e se esiste a me fa anche un po’ schifo) e dobbiamo essere accettati per quello che siamo realmente. Chi ha il coraggio di guardare negli occhi il partner e dirgli che l’ama, che gli ha rubato il cuore. Siano sempre preservate le persone che fanno follie per amore perché sono e saranno sempre loro quelle che realmente portano avanti questo schifo di mondo che si mantiene ancora in vita solo ed esclusivamente grazie a chi antepone i valori morali a quelli stupidi e miseri del denaro e dei giochi di potere.

Il coniglio dal cilindro è la sua memoria, di quell’uomo che guarda il mare e porta i ricordi con se, che anche se di fronte al mare la felicità è un concetto semplice, la felicità più grandi è amare ed essere amati ed anche se la vita spesso fa apparire altre cose più importanti rispetto a chi è disposto a dare tutto per te, anche purtroppo non si riescono a vedere gli sforzi ed i sacrifici che fanno gli altri per starti vicino ma si pensa alla vita quotidana, anteponendo solo ed esclusivamente i propri bisogni che all’importanza che ha davvero una storia. Se va così poi tutto finisce.

Ma i momenti belli rimangono e sotto quella giacca di fustagno, nella tasca in alto a sinistra battono ancora forti.

L’amore ai giorni nostri è una parola abusata, bistrattata, una cosa da spiattelare sui social per avere consensi, si cerca nelle chat e nei siti dove spesso si trova solo sesso scadente.

Non ho mai fatto l’amore senza l’amore. Sbagliato o no ne sono fiero.

Una delle più grandi poetesse del nostro tempo: Alda Merini, descrive l’amore in un modo che è la fotografia di quanto io penso. Non la riporto di seguito perché sinceramente non conosco le regloe sui diritti d’autore, ma in sostanza critica appunto l’uso che si fa a buon mercato ed usa delle parole di una forza spaventosa.

Bisogna aver sofferto mille vite per usare le parole come lei.

Sono queste le persone che hanno da insegnarci tutto e l’amore, per una donna, per i figli, per un amico, per un fratello, o padre o madre o patria ma soprattutto per se stessi è ancora quella cosa che manda avanti questo mondo di pazzi, dove la gente riesce ancora farsi la guerra, dove i ricchi ed i potenti di questa terra non hanno capito che con tutti i loro soldi schifosi non basteranno a pagare il pedaggio sulla barca di Caronte, mentre magari ad altri uomini basta una monetina, uno scellino, forse anche solo un sorriso per l’ultimo e più importante viaggio terreno

Daniele Garavini

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