Due settimane per salvare il riso piemontese dalla siccità

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I produttori del novarese chiedono tre misure urgenti per un aumento temporaneo dei prelievi d’acqua, in attesa della pioggia prevista nei prossimi giorni.

di Ettore Colli Vignarelli

©  @AGI – Campi di risaie stremati dalla mancanza di piogge

AGI – Quindici giorni cruciali per salvare un’intera annata agraria. È questo lo scenario che le organizzazioni di categoria dei risicoltori novaresi hanno prospettato al governatore della Regione Piemonte Alberto Cirio e all’assessore all’ambiente Matteo Marnati, coordinatore del tavolo regionale per l’emergenza idrica, che hanno incontrato questa mattina Confagricoltura, Cia e Coldiretti, oltre ai rappresentanti dei consorzi irrigui Est e Ovest Sesia.

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Tre in sostanza le richieste degli agricoltori, contenute in un documento condiviso che è stato sottoposto ai vertici regionali, e tutte mirate a consentire la crescita quantitativa dei prelievi d’acqua: l’aumento temporaneo della deroga sul deflusso minimo vitale (che comporta l’aumento della quantità d’acqua prelevabile dai fiumi), il rilascio dell’acqua stoccata negli invasi che alimentano le centrali idroelettriche, e infine l’innalzamento del livello del Lago Maggiore.

“Ho immediatamente assunto una serie di iniziative – dice all’Agi l’assessore Marnati – perché la gestione di questa problematica è complessa e i soggetti coinvolti sono molteplici”.

Per quanto riguarda il deflusso minimo vitale, l’assessore ha organizzato per domani un incontro con le province di Novara Vercelli, Biella e Città Metropolitana di Torino, per avere una fotografia della situazione attuale.

“Ho chiesto anche un incontro con Enel per verificare la possibilità di aumentare i rilasci dai bacini idroelettrici per i prossimi 15 giorni. “Per il Ticino – aggiunge – abbiamo coinvolto anche la Regione Lombardia e i parchi regionali sulle due sponde del fiume”.

Più difficile la questione dello svasamento del Lago Maggiore: “Sono in corso – spiega Marnati – lavori alla diga della Miorina, e questo rende impossibile la regolazione del deflusso dell’acqua dal lago, che avviene solo in modo naturale”.

“Le nostre richieste – conclude Marnati – sono un grido di emergenza per salvare il massimo del comparto del riso più di alta qualità al mondo. Chiediamo da parte di tutti un aiuto in un momento di massima drammaticità. Abbiamo due settimane di tempo per salvare il riso“.

Un quadro difficile, solo parzialmente mitigato dalle speranze alimentate dal bollettino meteo dell’Arpa Piemonte, che per mercoledì prevede rovesci o temporali tra le ore centrali e quelle pomeridiane sulle zone alpine, con valori generalmente deboli, ma localmente moderati.

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