Gli Italiani sempre più poveri: anticipazioni Istat sull’economia delle famiglie italiane 2020     

Economia & Finanza

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A poco più di un anno dallo scoppio della pandemia si traccia il punto della situazione. I dati non sono incoraggianti.  L’analisi in oggetto muove dalla lettura delle anticipazioni ISTAT sulla situazione italiana 2020 e rappresentano una presa di coscienza di un’Italia che arranca e accusa la pandemia.

In un anno, infatti, il numero delle persone considerate in povertà assoluta è schizzato in alto e sempre più famiglie, oltre 5 milioni, faticano a fare la spesa. Situazione che si riverbera e abbatte su tutto il sistema paese. Un dramma, una pandemia che picchia dura non solo in termini sanitari, ma anche economici.

Chi ne paga in prima linea le conseguenze? Le famiglie che si trovano a fare i conti con un’impennata della povertà e una conseguente diminuzione rilevante dei consumi. Si sente, si vede. Certamente, ai più attenti alla realtà, non coglie certo inaspettata una notizia del genere, ma lascia sempre un sapore amaro prendere coscienza che invece di un passo avanti ne stiamo facendo molti (certamente più di uno) indietro.

Perché parliamo di passi indietro?

Dopo un anno che abbiamo visto scendere il PIL di quasi il 9% adesso leggiamo i danni che ha subito l’economia del paese in termini di povertà e consumi. Leggiamo di un milione di persone in più che si annoverano ai soggetti in povertà assoluta, 335 mila famiglie che si trovano in situazioni d’indigenza. In termini percentuali si registra un aumento della povertà da 6,4% a 7,7% con oltre 2 milioni di famiglie in più e 5,632 milioni d’individui poveri in aumento rispetto ai 4,59 milioni del 2019. Dati così alti non si registravano dal 2005.

 La politica parla poco di questo dato, forse perché correrebbe il rischio di risultare impopolare ma il problema c’è e non può passare in secondo piano, se si pensa che sono andati in fumo tutti i miglioramenti del 2019 e dei quattro anni precedenti.

Ad essere coinvolto questa volta non è solo il meridione, a peggiorare è anche il Nord e dall’analisi dei dati anche in maniera più marcata rispetto al Sud.

A risentirne, dunque, è l’intero territorio nazionale: al nord si contano oltre 218 mila famiglie in più in condizioni di povertà, al Centro ne registriamo 565 mila e al sud 186 mila. Dati che non lasciano certo indifferenti e forse rappresentano una presa di coscienza di una situazione avvertita e palpabile. A cadere è anche la spesa mensile, le stime preliminari parlano di una contrazione molto forte: nel 2020 si attesta a 2328 euro al mese con un calo di quasi il 10% rispetto al 2019 (una riduzione così alta non si registra dal 1997). Anche in questo caso la contrazione è più forte al Nord (10%) mentre rispettivamente dell’8,9 e 7,3 al Centro e al Sud.  Una piccola disamina del “cosa” si compra e “cosa” no mette in luce che il carrello degli italiani non è sostanzialmente cambiato nelle sue macro categorie. Invariate le spese incomprimibili come alimenti e bevande, abitazione, acqua e luce. Una pesante caduta riguarda le spese relative ai servizi ricettivi (un calo del 39%), spettacoli e cultura (-26,5%), trasporti (-24%) e abbigliamento e calzatura (-23.2%).

Un quadro tragico che invita a riflettere

Si spera che questo sia il punto da dove ripartire e non un principio di un Main Trend discente che faccia precipitare ancora di più le famiglie italiane.  

Il calo del consumo si ripercuote su tutto il settore sociale non solo con un aumento della povertà, ma anche con un conseguente aumento della criminalità e del malcontento.

 La luce di speranza risiede nella futura campagna vaccinale che dia l’inizio ad una risalita di cui più che mai ora si sente il bisogno e la necessità.

Luca Antonio Esposito

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