Gli italiani vogliono più Europa, anche in materia di difesa

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È quanto emerge dall’indagine “Diario dell’innovazione Agi-Censis 2022” in occasione della Conferenza sul Futuro dell’Europa.Il 57,4% di 18-34enni si dice a favore di una nuova corsa agli armamenti dei singoli Paesi in modo da garantire la difesa dei propri cittadini. Consenso che scende invece al 38,4% nella popolazione totale.

AGI – Un’Unione europea più forte e coesa, capace di dare risposte unitarie alle sfide globali e storiche, proteggendo i singoli Stati e i suoi cittadini. Per questo dovrebbe essere più protagonista nell’economia (con l’acquisto comune non solo di vaccini ma anche di energia) e nella politica estera, avere una difesa coordinata, ed essere in grado di prendere decisioni comuni per i Ventisette anche per quanto riguarda misure interne per evitare le contraddizioni nazionaliste. Questa è l’Ue che vogliono i cittadini italiani. Almeno una buona maggioranza, soprattutto tra i giovani.

È quanto emerge dall’indagine “Diario dell’innovazione Agi-Censis 2022” in occasione della Conferenza sul Futuro dell’Europa. Gli italiani si scoprono quindi sempre più europeisti: il 77,2% degli intervistati sostiene che l’Unione europea debba svolgere un ruolo unitario e unificante anche in materia di difesa.

In particolare ora che l’aggressione russa dell’Ucraina ha aumentato il senso di insicurezza: il 57,4% di 18-34enni si dice a favore di una nuova corsa agli armamenti dei singoli Paesi in modo da garantire la difesa dei propri cittadini. Consenso che scende invece al 38,4% nella popolazione totale.

La stragrande maggioranza (85,6%) auspica invece che sia l’Ue a contrattare in maniera unitaria e centralizzata le future forniture energetiche in modo da avere un potere di negoziazione maggiore riuscendo al contempo a soddisfare le esigenze di consumo di cittadini e imprese europei ottenendo il miglior prezzo possibile.

Di contro, il protagonismo a tutti i costi dei singoli Paesi è bocciato dal 50,4% degli intervistati. Il 92,9% vorrebbe invece che Bruxelles mettesse a disposizione di tutti i cittadini dei fondi specifici per sostenere finanziariamente l’installazione di fonti energetiche rinnovabili.

Oltre l’81% degli intervistati auspica maggiore protagonismo dell’Unione europea anche in politica estera. A rappresentare i cittadini europei nei consessi internazionali dovrebbe esserci una figura in grado di portare con una sola voce tutte le istanze comuni dei Paesi, agendo così da vero e proprio ministro degli Affari Esteri dell’Unione.

Un altro dato sorprendente è quello 77,8% degli italiani intervistanti che vede positivo il protagonismo europeo non solo sul versante economico e dell’acquisto centralizzato di forniture come i vaccini ma anche nell’implementazione unica di regole che direttamente influiscono sulla vita dei cittadini quali la quarantena o le chiusure in modo da evitare regole diverse o persino contraddittorie tra i Ventisette.

La Conferenza sul Futuro dell’Europa è stata l’occasione per riflettere sui temi trattati, anche se vi ha partecipato direttamente solo una piccola fetta della popolazione (6,4%). Ma più di una persona su tre (37,3%) dichiara di essere a conoscenza dello strumento attivato dall’Ue. Nella fascia 18-34 anni quasi un quarto del campione (23%) ha dichiarato di aver partecipato alla Conferenza con un commento, un’idea o attraverso la partecipazione ad uno degli eventi organizzati sui temi di discussione previsti. Il 37,8% dei giovani italiani (18-34 anni) ne ignora invece l’esistenza. Tale percentuale nella popolazione totale aumenta fino a coinvolgere la maggioranza assoluta del campione (56,2%).

La piattaforma digitale multilingue della Conferenza sul futuro dell’Europa ha raccolto 43.734 contributi, 16.274 idee commentate 21.264 volte. Sono stati organizzati 6.196 eventi a cui hanno partecipato 550.061 persone, sia in presenza che online. Dall’Italia sono giunti 2.647 contributi. Gli italiani ritengono che sia la salute l’argomento piu’ importante da trattare durante la Conferenza (46%), seguono un’economia più forte e giustizia sociale (42%) e il cambiamento climatico e l’ambiente (39%).

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