Il messaggio di Schwarzenegger ai russi sembrava quello di Thomas Mann ai tedeschi

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È il settimanale tedesco Spiegel a lanciarsi nel paragone tra la superstar americana di origini austriache (nonché ex governatore della California) e il sommo scrittore tedesco.

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© Combo/Afp – Arnold Schwarzenegger – Thomas Mann

AGI – Arnold Schwarzenegger come Thomas Mann. Ebbene sì: “Conan il barbaro” sulla scia della “Montagna incantata” e dei “Buddenbrook”. È lo Spiegel a lanciarsi nel paragone – sicuramente inedito – tra la superstar americana di origini austriache (nonché ex governatore della California) e il sommo scrittore tedesco.

In particolare, secondo l’autorevole settimanale amburghese, a unire due personalità apparentemente così lontane è il video di quasi dieci minuti – postato su Twitter, sottotitolato anche in cirillico, visto da milioni di persone – nel quale l’interprete di “Terminator” si rivolge al popolo russo e a Vladimir Putin chiedendo di mettere fine allo spaventoso conflitto in Ucraina.

Lo Spiegel parla di “arte della retorica”, i cui destinatari sono i russi, nel tentativo di “rispondere a una difficile domanda: come si può parlare da grande distanza a un popolo accecato? Un popolo che si ama, che attualmente sta compiendo un crimine. Come si possono togliere i russi a Putin?”.

Ebbene, secondo il giornale tedesco l’abilità di Schwarzenegger consiste nell’esser riuscito a coniugare i propri ricordi, la propria storia (l’amicizia con il campione di sollevamento pesi sovietico Jurij Petrovic Vlasov), l'”amore” per la Russia, con la demistificazione della narrazione russa sulla guerra in Ucraina: a cominciare dalla presunta “denazificazione” del Paese, ancor più assurda in considerazione del fatto che i tre fratelli del padre di Volodymyr Zelensky sono stati sterminati nell’Olocausto del Terzo Reich.

Anche qui, la nota personale: il proprio padre, il padre di “Schwarzy”, era tornato dalla seconda guerra mondiale come reduce dell’esercito nazista, proprio dal fronte russo, spezzato in due, devastato dalle schegge degli esplosivi e tormentato nell’anima, con il peso di cercare di venire a patti con il proprio senso di colpa per il resto della sua vita. E anche lui era stato “accecato” dalla propaganda del suo governo, quello di Hitler, che aveva annesso l’Austria nel 1938.

Scrive ancora lo Spiegel che “esiste un modello per il messaggio video di Schwarzenegger: sono i discorsi che Thomas Mann rivolse ai tedeschi tra l’ottobre 1940 e il maggio 1945, e che furono trasmesse dal programma tedesco della Bbc”.

In effetti, si legge nell’articolo di Tobias Rapp, “Mann aveva di fronte una domanda analoga: come si parla ad un popolo accecato? Come lo si allontana dai suoi leader?“. A detta del settimanale, la chiave retorica del grande scrittore era di chiarire “che la vera Germania era quella in esilio, e che la Germania a cui si richiamavano i nazisti era una bugia”.

L’attore (e politico) si è mosso in modo simile nella sua videolettera: la vera Russia, questo il messaggio, i veri eroi, sono le persone che oggi in Russia si rivolgono contro la guerra e che per questo motivo vengono picchiati e messi agli arresti. Sono loro “i veri eroi”.

Poi, ricorda il settimanale, Schwarzenegger si rivolge agli stessi soldati russi: “Voi sapete che io dico la verità, voi l’avete vista con i vostri stessi occhi”. È quello che faceva anche Thomas Mann quando parlava ai tedeschi mentre nel mondo il sangue scorreva a fiumi, quando i campi di concentramento annientavano milioni di persone, oppure quando la Germania era già in macerie: “Là dove la democrazia si oppone all’autocrazia – scrive lo Spiegel – l’arma più forte è quella di appellarsi alla capacità di giudizio del singolo individuo”.

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