IL primo test di difesa planetaria dell’umanità verso un oggetto cosmico

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Una data importante per un grande evento: oggi 26 settembre alle ore 19.14. Un acronimo DART (Double Asteroid Redirection Test), che vuol dire Test di Raddrizzamento del Doppio Asteroide.

È il primo test di difesa planetaria dell’umanità verso un oggetto cosmico (asteroidi, comete, meteoriti), che potrebbero rappresentare un pericolo per la Terra.

La sonda DART avrà un impatto quasi frontale con Didimo che, in greco significa “gemello”: sono due asteroidi uno più grande, da 780 metri di diametro (Didimo A) e un asteroide luna con diametro di 165 metri (Didimo B).

Al momento dell’impatto con l’asteroide lunare la distanza dalla Terra sarà pari, a 11 milioni di Km. Chiariamo subito che DART non rappresenta una minaccia per la Terra.

Gli asteroidi, a volte chiamati pianeti minori, sono resti rocciosi rimasti nello spazio dalla formazione iniziale del nostro sistema solare circa 4,6 miliardi di anni fa.

La maggior parte di queste antiche macerie spaziali si trovano in orbita attorno al Sole tra Marte e Giove. Gli asteroidi variano in dimensioni da Vesta, il più grande con diametro di circa 530 chilometri, a corpi con 10 metri di diametro.

Le comete sono palle di neve cosmiche di gas congelati, roccia e polvere che orbitano attorno al Sole.

Quando l’orbita di una cometa la porta vicino al Sole, si riscalda ed espelle polvere e gas, in una gigantesca testa incandescente più grande della maggior parte dei pianeti.

La polvere e i gas formano una coda che si estende lontano dal Sole, per milioni di chilometri. Ci sono probabilmente miliardi di comete, in orbita attorno al nostro Sole.

Le meteore sono oggetti nello spazio e quando entrano nell’atmosfera terrestre (o in quella di un altro pianeta, come Marte) ad alta velocità, bruciano trasformandosi in palle di fuoco o “stelle cadenti”.

Se invece sopravvive al viaggio attraverso l’atmosfera e colpisce il terreno, si chiama meteorite.

Ogni giorno 48 tonnellate di materiale meteoritico cadono sulla Terra. Quasi tutto il materiale viene vaporizzato nell’atmosfera terrestre, lasciando una scia luminosa le “stelle cadenti”.

A volte il numero aumenta notevolmente: questi eventi sono chiamati sciami meteorici. Gli sciami meteorici prendono solitamente il nome da una stella o costellazione, che si trova vicino a dove le meteore appaiono nel cielo. Le più famose sono le Perseidi, che raggiungono il picco in agosto di ogni anno. Ogni meteora delle Perseidi è un piccolo pezzo della cometa Swift.

Attualmente, l’impatto di un asteroide è l’unico disastro naturale che potremmo essere in grado di prevenire. Ci sono alcuni metodi, che la NASA sta studiando per deviare un asteroide su una rotta per impattare sulla Terra. Uno di questi che sarà sperimentato oggi è chiamato impattatore cinetico ed è tecnologicamente maturo e disponibile, per difendersi dagli asteroidi. In questa tecnica, viene lanciato un veicolo spaziale che semplicemente si sbatte contro l’asteroide a diversi km al secondo di velocità. IL veicolo spaziale DART delle dimensioni di un’auto sbatte contro Didimo B a 25.000 chilometri all’ora, per determinare di quanto l’impatto può spostare l’orbita di Didimo B intorno a Didimo A. Dopotutto, avremmo solo bisogno di spingere l’orbita di un asteroide abbastanza da farlo con sette minuti di anticipo o sette minuti di ritardo nella sua intersezione con l’orbita terrestre. Ci vogliono sette minuti perché la Terra percorra la distanza del suo diametro, quindi se un asteroide arriva con sette minuti di anticipo o di ritardo, ci mancherà completamente. I metodi dei dispositivi esplosivi nucleari sono considerati l’ultima risorsa sebbene possano essere i più efficaci, per prevenire un evento cataclismico. Quando il tempo di allarme è breve o l’asteroide è grande, il dispiegamento di un dispositivo nucleare è l’opzione più efficace.

Racconteremo il cosiddetto “evento Tunguska”, uno tra i più disastrosi eventi di cui l’uomo moderno sia stato testimone. Era il 30 giugno 1908 in pichi istanti, oltre 2000 chilometri quadrati di foresta siberiana vengono investiti da una micidiale ondata di calore, seguita da una onda d’urto e da una nube di polvere che si alza in quota per decine di chilometri, oscurando il Sole e tingendo di rosso il cielo.

Sessanta milioni di alberi vengono distrutti. Ancora oggi non si conosce con certezza scientifica la causa di quell’evento.

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