Il prof. Giordano ed i mali della Sanità pugliese.

Una sanità regionale allo sbando ed allo sfascio è il quadro che emerge. Un declino irreversibile inimmaginabile al tempo delle grandi scuole pugliesi.

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Il meeting sulla Sanità pugliese organizzato dal prof. Giuseppe Giordano, che abbiamo presentato su questa testata è andato parecchio aldilà delle previsioni ed è stato un evento destinato a lasciare un segno. Sicuramente, infatti, sopravviverà al momento elettorale, che poi tutto o quasi cancella, comprese le mille promesse dei candidati.

I relatori, tutti medici, taluni dei quali docenti del nostro Ateneo,  che pure non si erano scambiati idee in merito, sono sembrati guidati da una medesima regia. Vi assicuro, avendo seguito le fasi organizzative del meeting, che così non è stato. Il fatto, invece, e che i medici che hanno il coraggio di dire davvero ciò che penzano concordano nel descrivere la Sanità della nostra regione come un’istituzione allo sfascio.

Ogni relazione è stata una rivelazione per i non addetti ai lavori. Hanno dato fuoco alle polveri il prof. Ciccone, cardiologo, docente universitario, e gli ha fatto eco il dott. Pestrichella, cardiochirurgo della Mater Dei.  Col cuore non si scherza, sia che lo si curi da clinici, che col bisturi, e l’elenco delle inefficienze non ha risparmiato nè il pubblico, nè il privato. 

E’ stata poi la volta del dott. Ialongo, chirurgo del Policlinico, e la chirgia generale non è uscita da quella relazione meglio della cardiochirurgia. Disfunsioni, inefficienze. decisioni verticistiche assunte da non tecnici della medicina alle quali i medici dovrebbero attenersi. Un quadro davvero preoccupante è cominciato ad emergere perchè sono due branche che giocano quotidianamente con la vita del malato-paziente. Dovrebbe essere tutto perfetto e così non è, anzi.

Segue l’odissea di due coniugi medici, nella loro veste di pazienti. Sono il dott. Mustacchio e la dott.ssa Basile. Il primo, chirurgo al Policlinico, racconta ai numerosi presenti (in prevalenza medici, ma non solo, e tutti attentissimi, come dimostreranno poi con interventi e domande estremamente attinenti) la sua esperienza di paziente in una struttura sanitaria convenzionate del nord italia, dove va a curarsi non per sfiducia verso i colleghi locali, ma semplicemente perchè i primi due cicli di terapia li aveva fatti là. E sembra un racconto fantascientifico, di qualcosa, cioè, che avviene in un altro pianeta dove il malato, il paziente è al centro del sistema sanitario. Assistenza perfetta, indicazioni, convenzioni con tutte le compagnie di trasporto dal vettore aereo a Trenitalia, con le strutture di accoglienza per i parenti dei pazienti, dimissioni con i farmaci assicurati per il fabbisogno di almeno 48 ore dalla farmacia annessa all’ospedale. Tempi contingentati, precedenza a chi viene da altre regioni. Da non credere. 

La dott.sa Basile, chirurga all’Ospedale del San Paolo di Bari, narra invece di una cura negatale dalla struttura sanitaria in cui lavora, “perchè la Regione puglia non la da passa, se non a determinatae condizioni”. E dopo che da Bologna aveva incartato la disponibilità a curarla, la stessa cura le è stata praticata da un struttura sanitaria convenzionata di Lecce. Per cui la dott.ssa Basile si chiede oggi se Lecce e Bari siano o meno nella stessa Regione, senza peraltro ottenere risposte, ne dalla direzione del suo Ospedale nè dalla Sanità regionale. 

Al dott. Guglielmi, cardiologo ospedaliero del Policlinico di Bari e collaboratore scientifico di questa testata, il compito di sintetizzare gli aspetti organizzativi e le proposte di modifica ordinamentale per attenuare almeno in parte la decadenza, al momento irreversibile, della sanità nella nostra Puglia. E Guglielmi, dimostra alla platea di avere una conoscenza legislativa della materia che è davvero rarissima. Nella sanità, infatti, come in altri settori, assistiamo ad una produzione legislativa stratificata, che non abroga mai nulla e si sovrappone costantemente, ingenerando una marea di dubbi in merito alle soluzioni possibili e da adottare. In quel ginepraio Guglielmi si muove con l’abilità della guida indigena, l’unico che conosce percorsi, piste, rifugi.

La relazione di Guglielmi è, dunque, una specie di preconclusione. Le conclusioni le tira, invece, il prof. Giuseppe Giordano e sono conclusioni da j’accuse. E’ la logica e naturale conseguenza di tutto ciò che fino a quel momento abbiamo sentito. Ma Giordana, non si limita a riassumere, cala altri due assi, o carici da 11 che dir si voglia. Innanzi tutto, denuncia a chiare lettere la lottizzazione che esclude il merito e affida il bisturi, in chirurgia, la branca che meglio conosce, alle mani dei compagni di merenda e di partito, che il più delle volte farebbero meglio a dedicarsi alla macellazione di carni animali, tanto il risultato per il paziente è esattamente quello. Distribuisce poi una sintetica, quanto incisiva, pubblicazione dal titolo emblematico “Agonia di un grande nosocomio” e la foto è quella dell’ingresso in piazza Giulio Cesare del Policlinico di Bari. 

C’era un convitato di pietra, quel Michele Emiliano che oltre che Presidente della Regione Puglia è anche Assessore regionale alla Sanità.

Gianvito Pugliese

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