Intervista al Professor Antonino Giannone docente di Leadership ed Etica

Attualità & Cronaca

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Il Professor Giannone, persona di profonda cultura, di grande umanita’ e di vastissima esperienza manageriale in Italia e all’estero, è Docente di Leadership ed Etica in Corsi di Laurea Magistrale in Business Management presso la Link Campus University di Roma e di Corsi di Laurea Magistrale di Produzione industriale e innovazione tecnologica  presso ICELAB del Politecnico di Torino.

Nel mondo attuale, paradossalmente il Covid -19 ha evidenziato quanto fragile sia il concetto di globalizzazione, specie quella finanziaria già  messa in crisi dal crollo bancario americano del 2008 che per un effetto domino ha coinvolto tutto il mondo. A questo punto dunque i Millennials di oggi e di domani devono confrontarsi su nuovi contenuti globali, basati su valori etici comuni e condivisi.

Partiamo dalla domanda se servirebbe un’Etica capace di supportare le difficili sfide che si presentano all’orizzonte e la giriamo al Prof. Giannone, in una pausa tra una lezione e l’altra, chiacchierando amabilmente come fa con colleghi, amici, studenti e giornalisti.

Partendo dal suo Corso di Leadership ed Etica nella società della globalizzazione gli chiediamo dunque in quali termini si possa pensare ad una rivoluzione del pensiero.

  1.  “Una premessa e’ necessaria: la presenza, nel Postgraduate Master in Globalization, Governace and International Understanding, di più punti di vista, il confronto con la realtà russa (il Master è strutturato sulla partecipazione di professori russi, ndr), ma potrebbe essere con la cultura di altri Paesi, l’intreccio di docenti e studenti di diverse provenienze e sensibilità, rappresenta un valore aggiunto formidabile, profondamente coerente con la realtà complessa della globalizzazione. Rispondo quindi alla sua d omanda con alcuni miei interrogativi da rivolgere ai lettori di questa intervista: secondo Voi servirebbe un recupero dell’Etica che è caduta nella società della globalizzazione in ogni professione e attività? Andrebbero riscoperti i principi e i comportamenti ispirati dalle virtù umane? Io partirei da qui perché per gli adulti sarebbe giunta l’ora di imparare di nuovo, e per i giovani di apprendere, forse per la prima volta, i valori fondamentali e fondanti dell’uomo che hanno caratterizzato la sua storia”.
  2. “La Green Economy e l’Economy di Francesco trova in lei un attivo sostenitore ed un divulgatore per la sua partecipazione al progetto Civiltà dell’Amore. Può dirci sul piano decisionale, ma anche su di un piano individuale cosa si può e deve fare per proteggere il pianeta e consegnarlo alle generazioni future, migliore di come lo abbiamo trovato,? 
  3. “Siamo in mezzo ad un continuo cambiamento per effetto di numerose innovazioni tecnologiche, basti pensare all’Intelligenza Artificiale- ( Internet of Things) – Robotica e Nanotecnologie. Il movimento di persone, beni e capitali ci impone la cultura digitale, delle relazioni, del plurilinguismo, della coabitazione. Abbiamo il dovere in tutti i Paesi del mondo di condividere un valore etico comune: CONSEGNARE UN PIANETA SOSTENIBILE ALLE GENERAZIONI FUTURE. Purtroppo da decenni, assistiamo al diffondersi della spietata logica dell’Avere rispetto a quella dell’Essere, assistiamo al consumo esasperato delle risorse della terra e a tanto spreco, mentre miliardi di persone vivono nell’indigenza e muoiono di fame.
  4. Se la sente di dare un consiglio ai Grandi che governano e al nostro Presidente Mario Draghi?
  5. Non è un consiglio, ma una considerazione dalla cui risposta potrebbe emergere la decisione politica. Forse per evitare il progressivo impoverimento sociale e culturale dell’umanità servirebbe, per acquisire le risorse energetiche necessarie, realizzare un grande obiettivo prioritario: LA CONVERSIONE DELLE ARMI NUCLEARI IN AIUTI ALLO SVILUPPO PER UNA CIVILTÀ DELL’AMORE. Si tratta del Progetto che l’Associazione Civiltà dell’Amore, da anni persegue nelle sedi internazionali e che in questi ultimi anni ha cominciato a produrre la condivisione insperata di diversi Paesi con cultura, etnia e religione diverse. Il Covid-19 ha distanziato le persone e le ha rese sospettose e ha purtroppo insegnato ad essere diffidenti e aggressivi. 
  6. “Come possiamo ovviare a questi sentimenti negativi all’indomani della più grande tragedia sociale degli ultimi decenni? 
  7. “Dopo l’emergenza sanitaria, la società italiana, i Paesi dell’UE e di tutto il mondo, con una nuova consapevolezza di responsabilità sia livello personale che collettivo, sia a livello di Paese, stanno affrontando le emergenze di tipo economico, di tutte le attività produttive e dei servizi pubblici e privati. Ad oggi, 2021, non sappiamo se dopo l’emergenza Coronavirus, assisteremo alla fine dei trenta anni di mercatismo e globalizzazione e a nuove e grandi tensioni conflittuali tra gli Stati nazionali! Noi europei confidiamo molto nel Piano Next Generation EU di 750 Miliardi di euro; l’Italia ne usufruirà di ca. 230 miliardi con il PNRR (Piano di Recupero e Resilien za) di cui 25 miliardi di euro come anticipo che abbiamo appena ottenuto (per fine agosto). Per non fare gli stessi errori del passato, i miliardi di euro arrivano dall’UE con precisi e giusti vincoli sulle modalità e sui tempi di spesa, due principi: efficienza ed efficacia che s’insegnano nelle prime lezioni sul Management.  
  8. Professore, pensa che sarà sufficiente un massiccio piano economico per fare fronte alla crisi dell’Etica nella società? 
  9. Con l’esperienza drammatica del Covid 19 abbiamo assistito al relativismo imperante che si va sempre più diffondendo perché attrae larghe masse di persone, in particolare di giovani Millennials.. Assistiamo, quindi, a una deriva dell’uomo senza più etica e forse senza più la sua natura antropologica che si vorrebbe sostituire con la teoria del gender. Sta accadendo, nell’era digitale., che i Poteri in molti Paesi guardino all’uomo come unico vero Dio: questo sarà il muro da abbattere per realizzare  un Nuovo umanesimo, ma non quello di Edgar Morin che vede al centro l’uomo come un dio, mentre il Dio Creatore  è stato e viene sempre più estromesso dalla storia. 
  10. Torniamo a parlare di globalizzazione. Lei parla di valori umani di etica comune che possa e debba essere condivisa a livello globale, ma come si possono convincere i Paesi che non rispettano i diritti umani o che mettono il profitto capitalista o comunista alla cinese al di sopra di tutto?

R.”I giovani Millennials che sono il motore del futuro, devono essere più consapevoli in tutte le culture del pianeta che le guerre, le invasioni, le lotte tra popoli non risolvono niente e peggiorano a tutti le condizioni di vita, amareggiando gli animi e disprezzando le ricchezze che la terra offre gratuitamente a tutti. 

Per il profitto delle imprese vorrei che si approfondisse il pensiero di un visionario, come Adriano Olivetti: “La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia” diceva Olivetti che resta un Testimone laico, un uomo esemplare, un vero Leader. Ancora oggi i TOP Manager traggono spunto da lui e dai suoi pensieri per migliorarsi in Corsi specialistici sulla Leadership”.

I giovani sono molto confusi, molti hanno studiato, ma sono privi di esperienza e, soprattutto, non sono “affamati”, sono giovani cullati dai genitori fino all’età adulta. Cosa possono fare per poter raccogliere le sfide globali del futuro?

“La complessità di un mondo sempre più vicino, ma sempre più grande, connesso e complesso, ci pone di fronte alla necessità di questo Nuovo Umanesimo, inteso come un porre, anche negli aspetti più tecnici e tecnologici, la persona al centro delle scelte. Facciamo riscoprire ai giovani i valori etici, il valore della persona e della sua dignità, in pratica il valore del pensiero filosofico del personalismo “La persona è il luogo dove l’essere si fa parola” diceva Mounier; facciamo riscoprire il valore della virtù, cioè “la capacità di eccellere in qualcosa, di compiere un certo atto in maniera ottimale, di essere virtuoso come “modo perfetto d’essere”. 

Quindi la priorità nelle decisioni del nostro Paese e in quelle globali è investire in Formazione? 

“Sapere governare e gestire le risorse pubbliche e private significa avere prima di tutto competenze specialistiche (Hard Skills), perché non si può sostenere in modo semplicistico il modello culturale che “uno vale uno…”; poi si tratta di possedere abilità trasversali (Soft Skills), sempre più necessarie e richieste in ogni settore della società della globalizzazione e dell’era digitale; infine bisognerebbe acquisire valori e virtù etiche, che aiuteranno i Millennials a diventare delle belle persone nella comunità dove vivranno”.

Professore lei ha avuto una carriera molto interessante che l’ha portata a lavorare in diverse aziende, a viaggiare e visitare diverse realtà nel mondo ed infine ad approdare all’insegnamento. Nel suo lavoro la sua carica di umanità è tangibile. Da cosa le deriva? Che cosa le ha illuminato il cammino? 

“Ho vissuto la mia esperienza nel Collegio Universitario di Torino in Corso Lione, negli anni ‘60, grazie a una borsa di studio della Fondazione G. Agnelli, dopo il concorso per titoli ed esami che feci con tanti altri diplomati meritevoli. Dal Politecnico, dai suoi Docenti abbiamo ricevuto l’educazione e la formazione scientifica di alto livello per svolgere la professione di Ingegnere e di Manager in diversi ambiti di attività didattica, scientifica e produttiva. Nel Collegio Universitario abbiamo acquisito una formazione essenziale per la vita: vivere in una comunità con gli altri colleghi studenti, in rapporti di amicizia, di solidarietà, di sana competizione, vivendo insieme emozioni, esperienze di studio, difficoltà e gioie. Quelle impronte hanno rappresentato la cifra della mia Formazione e le basi del mio percorso professionale e dei colleghi che sono stati e sono ancora classe dirigente di prestigio nel Paese. Durante questo lungo e affascinante Viaggio ho avuto modo di approfondire che “Gli uomini sono eguali. Non la nascita, ma la virtù fa la differenza”, ecco perché, a mio avviso, bisognerebbe partire dall’Educazione e dalla Formazione delle virtù etiche che nessuno possiede dalla nascita.

E’ possibile nell’era digitale sostenere i giovani nel percorso universitario come è accaduto alla sua generazione?

Certamente se si premiano i meritevoli ei meno abbienti. La famiglia, la scuola o il sistema socio organizzativo nel quale viviamo, dovrebbero ritornare a insegnare ai giovani oltre che le necessarie competenze specialistiche e digitali, anche  le virtù etiche: trasparenza, lealtà, onestà, coraggio, umiltà. Qualità che avevano grandi manager come Adriano Olivetti, Enrico Mattei e numerosi altri, Politici con la P maiuscola Don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Luigi Einaudi, Aldo Moro e tanti altri grandi Politici, ma anche quasi tutti gli Studenti della mia generazione: insieme hanno fatto diventare l’Italia la V^ Potenza industriale nel 1987. La mia generazione, gli oltre settantenni, sta concludendo le sue ultime miglia; abbiamo la coscienza di avere speso bene i Talenti che abbiamo ricevuto perchè lasciamo un testimone nelle opere realizzate e in quelle scritte, nei Valori trasmessi e nelle relazioni interpersonali e in comunità che restano durature nel tempo.

Ai giovani leader del futuro bisognerebbe insegnare di non aderire alla concezione dell’Avere, ma a quella dell’Essere, di rifiutare”la politica dello scarto” degli anziani e dei più fragili, bensì ispirarsi a una concezione di trasmissione dell’Amore e della Vita tra generazioni, ai valori umani e Cristianidei Nonni che hanno ricostruito il Paese dopo la 2^ guerra mondiale 

Professore, quali sono ancora i suoi progetti nelle numerose miglia che Le Auguro di percorrere? 

Continuerò nell’Insegnamento della Leadership e dell’Etica per rivitalizzare la Cultura della Responsabilità etica nei giovani Millennials perché siano attratti dall’acquisire le virtù etiche e nel voler servire la Politica come un dovere verso il miglioramento del Bene Comune. Jorge Luis Borge diceva: “Forse l’etica è una scienza scomparsa dal mondo intero. Non fa niente, dovremo inventarla un’altra volta” E ricorderei ai Giovani di avere Coraggio e Visione per il loro Futuro, non accontentandosi di bonus e assistenza, ma di esigere molto di più da chi li governa e di contribuire a ricostruire la Polis nella città dove vivono: “Non chiederti cosa il tuo Paese può fare per Te, chiediti cosa Tu puoi fare per il tuo Paese” (J.F.Kennedy).

S.S.

Antonino Giannone, nato a Valenzano, in provincia di Bari, è Membro del Comitato per la Civiltà dell’Amore e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Democrazia Cristiana/Fondazione Fiorentino Sullo. Laureatosi in Ingegneria presso il Politecnico di Torino, si è poi specializzato in Management in Italia, in Europa e negli USA, e in Direzione Manageriale in Sanità Pubblica e Gestione dei Servizi Sanitari.

È stato, per molti anni, Top Manager e Direttore Generale di aziende industriali e di Aziende sanitarie. Dagli anni duemila è Consulente di Management e Docente presso Istituti di Formazione manageriale e Università. Prof. a.c. del Politecnico di Torino fino al 2017, di Etica Professionale, Relazioni Industriali e Strategie Aziendali nel Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria della Produzione Industriale e dell’Innovazione tecnologica. Attualmente è Fellow presso ICELAB del Politecnico di Torino e Prof. di Leadership and Ethics in Link Campus University di Roma nel Corso di Laurea Magistrale in Business Management. Socio onorario dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria  

E’ Autore di Libri sul Management, Etica e Leadership e di molte centinaia di articoli su riviste specializzate. Attualmente collabora con diverse riviste on line: www.formiche.net- www.ilsimpatizzante.itwww.adventusnews.it –  www.insiemeweb.net –  www.interris.it

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