La lotta contro gli abusi dei diritti dell’uomo che sono raramente resi pubblici

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Una signora da Milano ha chiesto il nostro aiuto. Chiedo la pubblicazione nel nome delle vittime. 

Dr. Olga Chernikova

Un Caso a Milano.

Negli ultimi anni sono stati riferiti numerosi casi di persone che hanno subito gravi abusi dei diritti umani a causa della loro religione ed appartenenza etnica. 

Inoltre, gli abusi subiti da alcune persone non possono nemmeno essere resi pubblici né messi in discussione a causa delle persecuzioni e delle minacce. Molto spesso le persone non trovano un meccanismo adeguato di difesa dalle violenze subite.

La Signora Lorenzetti Rohl Elisa e il suo marito hanno deciso di rendere pubblico gli abusi subiti dal 2014 fino ad oggi da parte di alcuni esponenti delle forze dell’ordine della questura di Villa San Giovanni Milano e i due carabinieri già denunciati dai coniugi.

La loro battaglia contro l’ingiustizia e gli abusi ha avuto un prezzo alto: le minacce e il smembramento di componenti della loro famiglia. Oltre a commettere un crimine, ora gli agenti hanno offeso un’intera religione. Un elemento che è fondamentale a questo proposito è la revisione delle disposizioni in materia di offese contro le religioni. Loro hanno offeso le persone di altra religione ed è servito unicamente a diminuire la credibilità delle autorità. La metà d’Italia sta spingendo per punire le offese religiose – la chiamano diffamazione della religione, mentre l’altra parte sta lottando in difesa della libertà di parola.

Il Signor dichiara: “…dal 2014 vengo sempre denunciato sia io che mia moglie, senza motivo, senza prove. Dopo aver denunciato il sig. L.C. per offerta di denaro, del lascito dell’appartamento dove viviamo. Faccio notare che non era lui il proprietario della mia prima casa ma è amico del vice sovrintendente A. G. Il pubblico ministero ha sempre chiesto l’archiviazione perché il reato di immigrazione clandestina non sussiste.”

La Signora Lorenzetti ha deciso di testimoniare e di raccontare tutto a noi: “…mio marito egiziano Mohamed Saad Mohamed Badawy ha preso in affitto per uso lavorativo un terreno in via Trasimeno a Milano. Ha pagato in nero l’affitto del terreno assieme a un altro egiziano. Nel luglio del 2014, mio marito andò all’Agenzia delle Entrate a Milano per altre cose, parlando con un funzionario dell’agenzia gli chiese come si  può entrare in accordo con il padrone del terreno per non pagare affitto in nero. Da lì, venne fuori che la persona indicata non è proprietario del terreno di via Trasimeno. Ma il terreno sarebbe di un morto. Mio marito ha dovuto sporgere una denuncia.

Ogni anno dopo la denuncia ci troviamo indagati per immigrazione clandestina e altri reati. Oggi in 2017 io sono indagata per estorsione su quel terreno dopo aver avuto immigrazione clandestina. Il p.m. ha rigetto chiedendo l’archiviazione.

I verbali che la questura ha scritto al Tribunale dei minori erano stonati, asserendo che dormivamo con i bambini nel terreno, nel magazzino. Il servizio sociale è intervenuto sulle segnalazione della questura Villa San Giovanni. In ottobre dovevo andare in comunità io non ci andai. Poi, all’improvviso, degli uomini armati vennero alla porta il 22 marzo a prenderci e a portarci via. Arrestarono mio marito per la resistenza al pubblico ufficiale ma non vi fece nessuna resistenza su di loro, ci eravamo messi davanti la porta per non fare portare via i bambini. Ora vedo i bambini, noi ci eravamo sottratti, a colloqui con i servizi sociali.”

La conversazione di Elisa è molto emozionale, che sapesse toccare i sentimenti.

Conseguentemente, si ritiene che le indagini non possano essere comminate se si violano principi di equità e di rispetto dei diritti. È necessario evitare un’inutile sondaggio nel perseguimento del comune obiettivo legato all’eliminazione delle persone scomode alle forze dell’ordine. L’indipendenza è un fattore indispensabile per le forze dell’ordine nell’adempimento del loro dovere.

Tali comportamenti descritti dalle vittime costituiscono un reato grave. Devono essere costituite garanzie sufficienti per le persone. È importante che le autorità adottino i necessari provvedimenti per contrastare gli abusi di potere. Di conseguenza riteniamo che dovrebbero attuati gli interventi necessari per evitare l’aggravamento della situazione.

È perfettamente ovvio che gli abusi e il permissivismo in questo settore comportano problemi seri. In particolare, gli abusi nei confronti dei migranti hanno un carattere diffuso e sistematico. Occorre vigilare affinché tutte le autorità partecipino alla lotta contro gli abusi. Crediamo che sarebbe altrettanto sconsiderato trascurare i rischi, le minacce e gli abusi possibili, tanto più che casi simili si sono già verificati. L’autorità deve assicurare il rispetto dei diritti dell’uomo in tutto il Paese.

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Dr. Olga Chernikova.

 

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