La Nato alla sfida dell’unità nel summit più difficile

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Disgelo tra Svezia e Turchia alla vigilia del vertice di Madrid dove arriverà il via libera ad un pacchetto globale di aiuti per l’Ucraina. Stoltenberg: “Mosca identificata come minaccia diretta” .

di Francesco Russo

Jens Stoltenberg

 

AGI – Il vertice della Nato che si apre a Madrid il 28 giugno, mentre il conflitto tra Russia e Ucraina si trasforma in una brutale guerra di logoramento, è uno dei più delicati e difficili dell’intera storia dell’Alleanza. Sia il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, hanno sottolineato più volte nelle scorse settimane l’unità “senza precedenti” con la quale le nazioni alleate hanno risposto all’aggressione di Mosca ai danni di Kiev.

Dietro le dichiarazioni formali c’è però una realtà più complessa. Diverse cancellerie europee non condividono l’approccio di radicale opposizione portato avanti nei confronti del Cremlino da Usa, Regno Unito e alcune nazioni dell’Est, in particolare la Polonia e i Paesi baltici.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha reiterato la necessità di “non umiliare” Vladimir Putin, consapevole che, nel medio periodo, l’Unione Europea dovrà ripristinare un dialogo con la Russia che è ineludibile anche per semplici ragioni geografiche. C’è poi la questione dei costi delle sanzioni, che rischiano di essere troppo pesanti per quelle economie, a partire dalla Germania, che dipendono dal gas russo in modo troppo significativo per potervi rinunciare presto e del tutto, un quadro che potrebbe mutare se si concretizzassero i drastici tagli delle forniture paventati oggi dall’Unione Europea.

“Le sanzioni danneggiano anche noi ma sono giuste”, ha ammesso il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in un recente incontro con gli industriali, che fin dall’inizio hanno protestato contro restrizioni che rischiano di far più male a Berlino che a Mosca. Proprio Scholz è il padrone di casa del G7 in corso a Elmau, in Baviera.

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I leader del blocco (incluso Fumio Kishida, primo premier giapponese a partecipare a un vertice della Nato) si recheranno subito dopo nella capitale spagnola per proseguire il confronto sull’effetto delle sanzioni, su possibili nuovi aiuti militari all’Ucraina e sui piani di ricostruzione.

“La verità è che siamo ancora lontani da negoziati tra Ucraina e Russia” perchè Putin “ancora crede nella possibilità di una pace imposta”, ha affermato Scholz giovedì scorso, “è quindi ancora più importante che restiamo fermi sul nostro percorso – con le nostre sanzioni, con le consegne di armi coordinate a livello internazionale, con il nostro sostegno finanziario all’Ucraina.

A Madrid sarà però difficile concentrarsi solo su questi temi. Non è stato infatti ancora superato il veto turco all’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia, accusate da Ankara di sostenere il Pkk e le milizie curdo-siriane, considerate organizzazioni terroristiche in Turchia. Nelle settimane passate, si sono svolti incontri a più livelli tra i rappresentanti dei tre Paesi.

L’ultimo, avvenuto oggi a Bruxelles, è stato descritto con un certo ottimismo da Stoltenberg e dalla premier svedese, Magdalena Andersson, che in una conferenza stampa congiunta hanno elencato i passi intrapresi da Stoccolma per venire incontro alle richieste di Ankara, dall’avvio per le pratiche di estradizione dei ricercati curdi alla fine dell’embargo alle forniture di armi alla Turchia.

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