L’incontro

Arte, Cultura & Società

Di

di Nunzia Bernardini

Questa prima esperienza letteraria di Sandro Messina appare ispirata dai chiaroscuri della pittura del Caravaggio: “L’incontro” dipinge molto bene, pur senza pennelli, il tormento di un’anima che, avvolta dalle tenebre della propria storia, tende lo stesso ed inesorabilmente, verso la luce.

Una buona capacità narrativa caratterizza le sei storie tutte dedicate a: Giovanni il protagonista, e poi Alessandro, Cecilia, Glorja, Luca e Alberto. Sono storie di vita vissuta e raccontate con una prosa asciutta e qualche volta tagliente, che non lascia spazio ad equivoci.

Per l’autore il “perdonarsi” è più difficile che l’essere perdonati: il primo esige un confronto diretto e sincero con la propria coscienza senza mediazioni o compromessi di sorta, è un dialogo faccia a faccia con sé stessi e che non ammette vie di fuga, mentre il secondo può schermarsi dietro ragioni di opportunità, convenienza o mere strategie assolutorie.

Il protagonista che, nelle sue esperienze di vita, aveva sempre trovato un perché a tutte le domande, che aveva dominato gli eventi, ora viene descritto come “perso” e precipitato in un oceano di incertezze.

Tutte le sue sicurezze sono scomparse e l’autore descrive con implacabile lucidità quel momento: “In quel preciso istante vide per la prima volta, nella sua devastante crudezza, il nulla della sua esistenza. Rivide in quell’attimo tutta la sua vita, la luce e la tenebra, le sue malefatte ma anche le buone azioni compiute, e pianse senza controllo, senza ritegno e in fine si lasciò andare e fu allora che, per la prima volta, incontrò la sua anima e si riconciliò con sé stesso.”

Sullo sfondo del romanzo c’è un focus proprio su questa delicata problematica: l’uomo, oggi più di ieri, ha difficoltà a sentirsi veramente amato. Secondo la logica, tende umanamente a condannarsi, incapace com’è non solo di perdonarsi ma soprattutto di cercare il senso della misericordia….divina.

Il messaggio che l’autore trasmette ai suoi lettori è molto lucido: quando tutto sembra irrimediabilmente compromesso, quando la luce della vita sta per spegnersi e le ombre del passato sembrano prendere il sopravvento, quando l’ultimo respiro ci affaccia al baratro della nostra esistenza e sembra non esserci più tempo per rimediare, proprio come accaduto a Giovanni, forse, proprio in quel momento, un abbandono fiducioso può rivelarsi salvifico per la propria anima.

 

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