“Non siamo una barca senza timoniere”. I fratelli De Benedetti rispondono al padre

Economia & Finanza

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Il gruppo Gedi chiude i primi 9 mesi in rosso e scivola in Borsa. Il patriarca Carlo aveva affermato che gli eredi non sanno fare gli editori 

I conti dei nove mesi in rosso del gruppo Espresso fanno soffrire il titolo di Gedi in Borsa, mentre i fratelli Marco e Rodolfo De Benedetti riaffermano il loro ruolo di soci, sia nella nota ufficiale di accompagnamento ai conti che con una lettera ai dipendenti. Sul fronte dei numeri al 30 settembre la società editoriale vede i ricavi in calo a 441,5 milioni a causa della flessione delle vendite e della pubblicità; il risultato netto è in rosso, con una perdita di 18,3 milioni dovuta alla cessione di Persidera e agli oneri di ristrutturazione.

Negli ultimi tre mesi dell’anno Gedi non vede “evoluzioni di mercato diverse da quelle dei primi nove mesi” ma prevede, al netto delle componenti straordinarie, un risultato netto per il 2019. In Borsa il titolo ha chiuso in calo del 6,1% a 0,293 euro, recuperando dai minimi di seduta a 0,285 euro dopo il rally delle ultime sedute. Al tempo stesso Rodolfo e Marco De Benedetti, presidenti rispettivamente della holding Cir e di Gedi, hanno fatto sentire la propria voce dopo l’offerta presentata lo scorso 11 ottobre dal padre, l’ingegner Carlo De Benedetti, per il 29,9% del capitale di Gedi, ritenuta irricevibile dalla holding che controlla il 43,6% della società che pubblica, fra gli altri, La Repubblica e La Stampa.

Dopo il rifiuto il patriarca, in un’intervista, aveva criticato la gestione “del tutto inefficace”, sostenendo che i figli non sanno fare gli editori. “Siamo molto meglio di come veniamo dipinti – ha scritto oggi ai dipendenti Marco De Benedetti -. Non siamo un gruppo sconquassato, non siamo un gruppo da risanare, non siamo una barca senza timoniere. Teniamo molto a questo gruppo, sul quale ci impegniamo con il senso di responsabilità che abbiamo e sentiamo nei confronti di tutte le nostre attività”.

La nota del cda

Anche il cda della stessa Gedi si è fatto sentire nella nota sui conti. “In relazione alle valutazioni espresse dall’ingegner Carlo De Benedetti nella sua intervista al Corriere della Sera circa l’andamento del gruppo, il consiglio di amministrazione desidera precisare che, pur riconoscendo le difficoltà con le quali si confronta, derivanti dalla perdurante sofferenza del settore della carta stampata che incide sui risultati di tutti gli editori, Gedi mantiene una solida leadership nella stampa quotidiana, nel digitale e nelle radio, e adotta misure idonee ad affrontare il futuro, l’investimento e lo sviluppo e creare valore sostenibile, con consapevolezza della rilevanza e delicatezza del mestiere e della funzione che svolge nel Paese, senso di responsabilità, rispetto e sostegno per il lavoro svolto dal management, dai direttori delle testate e da tutte le donne e gli uomini che in esso orgogliosamente operano”, spiega la società.

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