Poema Epico, chiave di lettura nel giorno della Festa della Mamma

Arte, Cultura & Società

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L’Opinione di Roberto Chiavarini

Direttore, nel giorno della Festa della mamma, pensa anche Lei che la Donna, storicamente, sia stata sottomessa dall’uomo (in senso generico, naturalmente) sin dalla antichità, tanto da renderla mortificata?

Lettera Firmata

Beh, no, proprio no.

E Le spiego perché, riferendomi agli studi approfonditi di Eminenti Storici di primo piano, a cui sinteticamente mi rifaccio a grosse linee

Deve sapere che, nel poema epico precristiano, campeggiavano due sostantivi su tutti: la Lealtà e il Coraggio. Conquistare una città e/o sconfiggere un nemico, consentiva al Conquistatore di ucciderne il figlio e di abusare della moglie e delle sue schiave.

Diversamente, nel poema epico postcristiano, oltre alla Lealtà e al Coraggio, ci si accorse che in quel lungo lasso di tempo, ovvero tra il “pre” e il “post” Cristianesimo, era maturato un altro sostantivo, riconducibile al Codice Morale: la Cavalleria.

Quindi, i sostantivi diventarono tre: Lealtà, Coraggio e Cavalleria.

Cosa volle dire, da quel momento, Cavalleria?

Volle dire che i Conquistatori, non poterono più “toccare” né una donna e né un bambino.

E il termine Cavalleria, indica, di per sé, la evoluzione concettuale di ciò che avrebbe dovuto rappresentare, da allora in poi, la “Donna” in quanto Mamma.

Evoluzione concettuale maturata e cristallizzata, intellettualmente, prima ancora che materialmente, proprio in un periodo che la storia dell’Umanità definirà, appunto, “Cristianesimo”.

E la differenza la fece proprio il Cristianesimo, perché pose sulla base del proprio altare, una Mamma ed un Bambino.

Quindi, possiamo dire senza ombra di dubbio che, l’uomo, non ha mai sottomesso la donna ma, al contrario, l’abbia elevata, in adorazione, al massimo livello del rispetto etico, morale e religioso.

E tutto ciò, in piena assonanza coi dettami di Dio, scritti sin dalla “Notte dei Tempi”, attraverso il complesso linguaggio scientifico della “Natura”, dettami che concedono alla Donna, l’universale privilegio di riporre nello scrigno prezioso del “Ventre Suo”, divenendo Mamma, il futuro generazionale della intera umanità

Perché le Leggi di Dio, son ben diverse da quelle degli uomini.

Ah, se sono diverse!

I concetti che ho enunciato, si intendono al netto dei maniaci, dei violenti, degli stupratori e dei vigliacchi, che pure storicamente abusavano ed abusano della Donna, in spregio anche e soprattutto alle Leggi di Dio.

Infine, desidero riportarmi ad un vecchio “Aforisma” sessantottino, per far meglio comprendere al “buon intenditore” le mie riflessioni, slogan, che recitava più o meno così: “invece di guardare la Luna guardiamo il dito che la indica”.

Un po’ di meditazione su questi argomenti, non fa mai male, soprattutto nel giorno della festa della Mamma.

Il mio personale Augurio a tutte le Mamme del mondo.

ROBERTO CHIAVARINI

Opinionista di Arte e Politica

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