Stoltenberg: “Dialogo con Ankara. Ma la tensione sale”

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Il segretario generale della Nato ha chiesto alla Turchia e alla Grecia di risolvere la pluridecennale disputa relativa la sovranità sulle isole e lo spazio aereo nel Mediterraneo Orientale.

di Giuseppe Di Donna

AGI – Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha chiesto alla Turchia e alla Grecia di risolvere la pluridecennale disputa relativa la sovranità sulle isole e lo spazio aereo nel Mediterraneo Orientale, recentemente al centro di scambi di accuse e minacce tra Ankara e Atene. “Lancio un appello a Grecia e Turchia affinchè trovino un punto di incontro nell’Egeo, nello spirito, nella fiducia e nella solidarietà che contraddistinguono i rapporti tra alleati. Mi riferisco alla necessità di moderarsi ed evitare azioni e parole che potrebbero far salire la tensione”, ha detto Stoltenberg all’agenzia greca Ana.

L’appello del Segretario Nato arriva a pochi giorni dall’inizio di una imponente esercitazione militare turca nel Mar Egeo, cui hanno presi parte circa 10 mila militari di Ankara. Al primo giorno delle manovre ha preso parte anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che si è rivolto al governo di Atene invitandolo ad “astenersi da parole o azioni di cui potrebbe pentirsi” e ribadendo di non stare scherzando.

Nei giorni precedenti Erdogan aveva annunciato che non avrebbe più preso parte ad incontri di alto livello con i leader greci e in particolare il premier Kyriakos Mitsotakis, tacciato da Erdogan di ipocrisia e reo di aver tenuto un discorso dinanzi il Congresso americano durante il quale ha chiesto a Washington di negare i jet da guerra F16 alla Turchia.

“Per me non esiste più” ha detto Erdogan. “Non inizierò un ping pong di insulti con lui”, ha risposto Mitsotakis. Sul tavolo ci sono la sovranità su alcune isolette disabitate, l’estensione di acque territoriali, divergenze riguardanti la piattaforma continentale, la giurisdizione sulle acque e i diritti alla ricerca e sfruttamento di idrocarburi, oltre allo spazio aereo, alla questione riguardante la divisone in due parti dell’Isola di Cipro e la gestione dei flussi migratori.

Nell’estate del 2020 la tensione nell’area salì alle stelle e non mancarono scaramucce e piccoli scontri tra imbarcazioni battenti le bandiere dei due Paesi e corvette della marina. Ankara accusa apertamente Atene di violare l’obbligo di non militarizzare l’area contenuto ne trattati stilati all’inizio del ventesimo secolo, a Losanna nel 1923 e a Parigi nel 1947, che sancivano la sovranità della Grecia su alcune isole dell’Egeo.

Secondo Atene però le postazioni militari nell’area sono una necessaria difesa contro il rischio di guerra e la minaccia della Turchia,. Tuttavia non mancano le polemiche nel Paese, dopo che un parlamentare greco, Kleon Grigoriadis ha accusato il governo di aver reso la Grecia “una enorme base americana”. Il mese scorso infatti il governo greco ha esteso di 5 anni un accordo bilaterale con gli Stati Uniti che consente ai marines americani di accedere a tre basi militari sulla terraferma e poter stazionare nella base navale di Cipro. “Hanno violato il nostro spazio aereo con dei caccia e noi abbiamo violato il loro spazio aereo il giorno dopo.

Ad ogni provocazione ci sarà una risposta, non siamo disposti a sopportare certi comportamenti”, ha detto ieri il ministro della Difesa turco Hulusi Akar all’Assemblea del comitato politico Nato a Istanbul. Secondo il fedelissimo ministro di Erdogan, la questione del Mediterraneo orientale viene “sfortunatamente usata a scopi personali ed elettorali da politici greci” e Atene “si lamenta e parla con l’Ue e non con la Turchia“.

“Non abbiamo bisogno di intermediari per risolvere le questioni tra vicini e siamo aperti al dialogo”, ha detto invece il portavoce del partito Akp del presidente, Omer Celik, che ha però chiesto che la Grecia “smilitarizzi immediatamente l’area” per non tornare alle tensioni del 2020, quando le navi dei due Paesi continuavano a fronteggiarsi nel Mediterraneo Orientale.

“Continuano con le provocazioni e rifiutano qualsiasi ipotesi di soluzione, se continua così siamo costretti a far pesare la nostra presenza”, ha detto Celik parlando della recente esercitazione con cui Ankara ha mostrato i muscoli. Ancora una volta la Turchia, da Paese con la linea costiera più estesa dell’area, sente violati i diritti propri e della parte turca di Cipro, mentre la Grecia aumenta la presenza militare e si mostra intransigente presso Nato e Ue proprio perché si sente minacciata dalle azioni di Ankara.

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