Sulle strade italiane occorre più sicurezza

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Il guardrail, da barriera di protezione, può trasformarsi in un’arma letale

Tra i pochi effetti positivi della pandemia e dei lockdown spicca il drastico calo nell’incidentalità stradale.

Sono in molti a invocare un nuovo modo di concepire la sicurezza stradale, anche in ottica di risparmio per le casse statali e la sanità pubblica, già messa a dura prova dalla pandemia.

Dall’ISTAT alla Consulta Nazionale della Sicurezza Stradale, tutti gli istituti più autorevoli sottolineano infatti il costo altissimo in termini economici e sociali legati all’incidentalità sulle strade. Dalle ultime stime disponibili, i danni complessivi hanno sforato quota 24 miliardi di euro: oltre un milione e mezzo per ogni incidente.

Una cifra dal peso specifico enorme e che impone all’Italia, attualmente tra le meno virtuose d’Europa, un importante cambio di rotta.

In futuro sempre più attenzione dovrà essere riservata all’innovazione stradale passiva, ovvero l’insieme di dispositivi in grado di ridurre le conseguenze negative di un impatto, come barriere laterali, new jersey e guardrail, attenuatori d’urto frontali e terminali di barriera. 

Roberto Impero, CEO di SMA Road

Safety, membro dell’International Road Federation e dell’Associazione Mondiale della Strada (PIARC) conferma come “Le strade italiane spesso siano poco sicure: molti ostacoli fissi, come le biforcazioni, gli alberi lungo la carreggiata, i muri in galleria, i pali segnaletici non sono protetti a dovere. C’è inoltre un problema che sono ancora in pochi a conoscere. Il guardrail, dispositivo che nella mente di tutti è preposto a tutelare chi viaggia in auto, può diventare la principale causa di morte per gli automobilisti. Mi riferisco in particolare alla parte iniziale e finale di tale barriera che, se non protetta da apposito terminale, in caso di impatto, si trasforma in una lancia che penetra nell’abitacolo o diventa una rampa di lancio che fa decollare il veicolo”.

Analizzando i dati ISTAT, le strade con il tasso più elevato di incidentalità sono quelle extraurbane, mentre il 10% degli incidenti più tragici avviene proprio per sbandamento del veicolo contro ostacoli stradali, non adeguatamente protetti.

La sicurezza stradale non efficiente genera dei costi elevatissimi per l’intero paese. In media ogni decesso per incidente comporta un impatto sociale ed economico di circa un milione e mezzo di Euro. Se confrontiamo questo dato con l’investimento medio necessario per la progettazione e l’installazione di sistemi di sicurezza stradale passiva, le amministrazioni potrebbero tagliare un’enorme fetta delle spese, semplicemente installando i dispositivi preposti, nelle tratte di competenza. Lo stesso Codice della Strada, all’articolo 208, prevede che i proventi delle sanzioni pecuniarie siano destinati alla sicurezza stradale.

Siamo tutti coinvolti: automobilisti, gestori stradali, installatori e produttori dei dispositivi di sicurezza ed enti pubblici. Tutti possono rischiare la vita sulla strada; ognuno può – a suo modo – agire per migliorare la situazione attuale, denunciando la presenza di pericoli sulle strade che percorre tutti i giorni e pretendere che vengano messi in sicurezza.” conclude Roberto Impero.

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