Un Bari “operaio” vince la terza gara consecutiva a Pagani

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La Paganese, tra le proprie mura del “Torre”, non aveva vinto ancora una gara e, inevitabilmente, il pensiero è andato al Bari e al suo atavico “status” di squadra infermiera che, generalmente, da sempre, risolve la crisi avversarie, ma anche quella dei giocatori all’asciutto da (troppo) tempo.

E il sospetto, per fortuna, è andato a farsi benedire dal momento che, sia pur tra le solite paure pur senza, stavolta, soffrire più di tanto, il Bari ha espugnato il terreno impossibile campano con una prestazione senza infamia e senza lode mettendo in campo esperienza e volontà giocando anche sporco, da operaia, ribattendo i palloni dalla difesa come i vecchi difensori. Poca tecnica, oggi, e altrettanto poca qualità.

Occorreva mettere in campo coraggio e determinazione, senza dimenticare che bisognava dare seguito oltre che ai risultati positivi anche al processo, purtroppo ancora lento, di crescita, quello di diventare definitivamente “squadra”, “gruppo solido” e, infine, c’era da aspettarsi una continuità di vittorie, prima bozza di un atteso filotto necessario per raggiungere la Ternana o giù di lì.

Il terreno pessimo era uno dei tanti motivi per il quale il Bari si doveva sporcare le mani e calarsi nella partita con umiltà, ma nel contempo con la consapevolezza di avere doti tecniche maggiori rispetto a quelle dei campani che invece ci avrebbero, prevedibilmente, messo cuore e determinazione.

Partita avara di emozione ma il Bari torna da Pagani coi tre punti e questo era l’importante. Il gol di Montalto è stato quello della vittoria assolutamente meritata.

Un primo francobollo della gara è che il Bari continua a vincere senza convincere diversamente dalla gara col Catanzaro. Oggi ci si aspettava un approccio migliore ed invece non ha chiuso la gara rischiando il pareggio. Gli aspetti positivi sono quello delle tre vittorie consecutive e quello della porta inviolata da tre turni.

Non bisogna appellarsi al terreno, anche i campani hanno giocato su quello, la prestazione è stata buona nel primo tempo, poi nel secondo il Bari è calato, anche grazie a qualche prestazione scadente di qualcuno come quelle di De Risio, oggi un po’ sottotono, e di D’Ursi, che dopo un inizio torneo confortante, si è perso, mentre hanno giganteggiato Maita e la difesa che ha dettato legge soprattutto con Di Cesare e Sabbione che hanno deviato tutto quanto c’era da rinviare. La difesa non ha concesso nulla, o quasi, e gli interventi individuali sono stati determinanti. Forse con altri difensori, si sarebbe sofferto parecchio.

E quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Ed il Bari, pur non convincendo, ci è riuscito da squadra “dura”. Non è stata la prestazione che ci si aspettava come quella contro il Catanzaro, ma in C si deve fare di necessità virtù, e giocando sporco si deve a tutti i costi cercare di portare la vittoria in porto. Purtroppo la differenza tra la Ternana ed il Bari sta proprio qui: gli umbri sono più “squadra”, riescono a mettere in campo, anche in quelli più difficili, tecnica e qualità, mentre il Bari gioca ancora sporco, la tecnica e la qualità le si vedono a sprazzi, e gioca, magari vincendo, senza ancora convincere. Ma va bene lo stesso, l’importante è vincere.

Un pelo nell’uovo, se lo si vuol trovare, è quello di una certa difficoltà del Bari nel chiudere le gare quando c’è da chiuderle perché si soffre troppo anche se alla Paganese mancava la qualità per poter sperare di pareggiare, forse un’altra squadra dotata maggiormente di tecnica l’avrebbe fatta franca, almeno questa è l’impressione scaturita oggi a Pagani.

Un Bari, tutto sommato, solido, consistente che ha rischiato solo su qualche traversone e, per carità, concedere qualcosa in una partita di calcio ci sta anche se ci si confronta tra prima ed ultima in classifica, fa parte del calcio, ma una certa compattezza si è intravista nitida, ma, ripetiamo, occorre essere capaci di chiudere certe partite come queste.

Una vittoria che dimostra qualche timida certezza che comunque serve all’economia della classifica. E quando si vincono questo tipo di gare qualche segnale positivo c’è, non lo si può nascondere. In queste condizioni ambientali era difficile fuoriuscire i contenuti tecnici, ma Bari ha vinto comunque.

Anche da questi sguardi si intravede l’infinito.

 

Massimo Longo

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