Un brutto Bari non sfrutta l’occasione della promozione che è solo rinviata

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L’occasione era di quelle ghiotte per mettere il punto esclamativo al campionato, tra l’altro la notizia che il Catanzaro non aveva vinto a Castellammare ha riacceso gli animi dei ventiquattromila tifosi presenti allo stadio sopiti da quattro anni con un boato liberatorio per il quale sarebbe bastata una “semplice” vittoria per festeggiare la B matematicamente. Succede, però, che il Bari quando è chiamato ad una svolta o a conquistare un obiettivo stagionale, o quando capita un derby dove si prevede il pienone, o magari propone qualche novità (le maglie nuove, ad esempio), o deve consegnare qualche targa a qualcuno, quando torna il “priscio” o altre situazioni presumibili di vittorie scontate, e soprattutto quando gioca con squadre in emergenza (è noto, infatti, che i sostituti, anche ragazzini, danno l’anima fino a non far sentire la mancanza), per la solita maledetta legge di Murpy, da sempre, non conferma le aspettative che, vivaddio, vanno a farsi benedire. E’ successo con il Foggia dove ci sono stati oltre ventimila spettatori col risultato di uno scialbo 1-1, è capitato a Francavilla Fontana con 13 defezioni da parte dei brindisini, è capitato nei playoff di qualche anno fa col Latina, col Novara e col Cittadella, in occasione dello spareggio di Napoli contro il Catanzaro 52 anni fa, è successo altre cento volte nella storia, ed è capitato oggi contro la Fidelis Andria, quando invece avrebbe dovuto vincere per staccare il biglietto per la B. Non c’è niente da fare, la storia non mente mai. Di Bari-Castel di Sangro con 60 mila spettatori che attendevano la promozione matematica (avvenuta) ne capitano una volta ogni cento anni E allora la festa è rimandata a data da destinarsi.

Non è il Bari che ci si aspettava nel primo tempo che è scorso sui binari dell’equilibrio con entrambe le squadre che non si sono nascoste cercando, ognuno per la sua parte, di fare la partita. La Fidelis non si è mai abbassata, anzi, ha trovato tanti spazi per giocare, ed il Bari ha cercato l’affondo vincente con i fraseggi anche se ha fatto fatica nello sviluppo del gioco. Galano è apparso un lontano parente di quello ammirato a Bari negli anni scorsi, quasi sempre in difficoltà pur raccogliendo diversi palloni. Eppure troppo spesso gli andriesi hanno costretto il Bari a difendersi. E’ sembrato che mancasse la tranquillità, forse c’è stato un po’ di nervosismo, un po’ di timidezza, poca adrenalina, forse l’idea di vincere a tutti i costi, fatto sta che il Bari non è decollato. Poche le emozioni tuttavia da evidenziare. Gara complicata, insomma. In fondo, è bene ricordarlo, si stava giocando con la penultima in classifica, così, giusto per precisare e, come accade sempre, la squadra avversaria esce il petto ed il Bari lo ritira. Un classico insomma.

Serve un altro Bari nel secondo tempo. Un tiro di Maita subito al primo minuto, ed uno stacco di testa di Cheddira su cross di Celiento illudono i tifosi. Tuttavia la gara rimane ancora molto complicata.

Serve una scossa, un episodio per sbloccarla, forse Mignani pensa pure a qualche mossa dalla panchina. L’Andria quando può si distende e lo fa in modo pericoloso.

Il Bari continua a commettere errori e noi facciamo fatica a riconoscerlo, la squadra non riesce ancora a sciogliersi ed attaccare con convinzione, non riesce a dare ritmo e precisione nei passaggi.

E allora dentro Mallamo, Citro, Belli, Bianco e Simeri per provare a spaccare la partita ma c’è solo tanta confusione ed una sterile supremazia territoriale. Ma il risultato non cambia e la gara termina con un anonimo ed irritante pareggio.

Resta lo spettacolo del San Nicola, meno la prestazione del Bari che ancora una volta stecca la gara decisiva.

Festa rinviata, dunque, ma vissuta sugli spalti non in campo dove un Bari abbastanza compassato non è andato oltre lo 0-0 contro una volenterosa Fidelis Andria. Peccato perché c’erano i presupposti per vincerla.

Tanta gente, bambini, donne, famiglie intere oggi allo stadio. Un Bari in tono minore che ha ricordato quello del derby contro il Foggia. Abbiamo visto la squadra un po’ paralizzata dalle attese che gli erano intorno. Un pareggio che ci sta, comunque, in una delle peggiori gare del Bari in questo campionato. E’ mancata la foga che ci si aspettava sospinto dai 24mila tifosi.

Tutti al di sotto del normale standard di rendimento: D’Errico ha sbagliato di tutto, Galano idem che non riesce più a tirare in porta, Maiello ha fatto fatica a confermarsi, l’attacco ha arrancato, la difesa tutto sommato, ha tenuto bene tranne che in una occasione dove Gigliotti stava per fare la frittata. Il solo Citro ha dato brio al gioco ma ormai era troppo tardi. Diciamo che, contrariamente alla normalità, stavolta i cambi non hanno convinto. Una gara non interpretata nel modo giusto, peccato perché i tifosi meritavano ben altro oggi.

Oggi al Bari ha avuto il match point a disposizione e non lo ha sfruttato perché non è andato fino in fondo, non è stato quello che ci aspettavamo, si pensava che sospinto dal pubblico avrebbe divorato gli avversari, ma non ha quasi mai tirato in porta. Tuttavia è solo una festa rimandata, sia chiaro. Nulla è perduto, per favore, niente canti, niente balli, niente champagne che rimane solo nel frigo in attesa di essere stappato presto. Diciamo a Latina, come è giusto che sia. Perché c’è da vendicare una semifinale di playoff, ed un giudice a Berlino che difenda il Bari ci deve essere.

Massimo Longo

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