La fase di programma dell’armamento dello Stato (GPV), ritardata di due anni per la volatilità economica e di bilancio, dovrebbe essere ultimata, firmata e resa operativa entro settembre. La revisione determinerà non solo come verranno strutturate le forze armate russe nei prossimi anni, ma anche le armi e i sistemi con i quali Mosca combatterà fino al 2030.

Una prima “lotta ministeriale” è stata combattuta a livello di bilancio, dove il ministero delle finanze, per il piano militare sviluppato in otto anni, ha messo a disposizione 12 trilioni di rubli (220 miliardi di dollari), contro una richiesta del ministero della difesa di 22 (400 miliardi di dollari). Alla fine sembra che i due contendenti si siano accordati su 17 trilioni di rubli, e, anche se chiaramente i due ministeri hanno trovato un accordo, la spesa verrà caricata, rivista e ritoccata nel proseguo dei diversi anni.
Però, piuttosto che concentrarci sulla dimensione del bilancio globale, presumo che sia più utile cercare di capire quanto sarà in grado di ricevere dal piano di investimento il settore della difesa. Il programma precedente aveva a disposizione 19 miliardi di euro per il periodo 2011-2020, importo rivelatosi insufficiente: i fondi stanziati finiranno entro la fine di quest’anno.
Una seconda battaglia, tuttora in corso, verte su ciò che veramente conterrà il piano: le priorità dei vari settori della difesa, le regioni e le attrezzature militari.
In realtà, molto di quello che è stato fatto nel periodo 2011-2017, è stato un ammodernamento dell’armata sovietica, che da oltre due decenni era stata lasciata senza investimenti – le nuove capacità di difesa, come anche i progressi “più recenti e più grandi” erano basati su disegni che l’Unione Sovietica aveva nei suoi libri fin dalla fine degli anni ’80 e ’90. In pratica, il vecchio programma di modernizzazione, implementando versioni modernizzate di disegni esistenti, ha aggiornato e adattato ai tempi correnti le vecchie attrezzature.

La leadership russa attuale vuole essere parte delle evoluzioni e vuole investire in nuovi sistemi.
L’obiettivo è la tecnologia futuribile: armi intelligenti, comando automatico e controllo, piattaforme di ricognizione, comunicazioni e droni di vario tipo, oltre agli aspetti militari del programma spaziale.
Anche le forze strategiche missilistiche, che controllano le armi nucleari russe di terra, saranno parte del programma d’aggiornamento. Il nuovo piano di armamenti includerà il nuovo missile balistico intercontinentale Sarmat – in via di sviluppo – che sostituirà il missile balistico Voeyvoda R-36M2 (SS-18 Satana).
A livello regionale i maggiori investimenti si concentreranno nei quartieri militari del sud, occidentale e artico. La modernizzazione si concentrerà fortemente verso le forze attorno all’Ucraina e al Caucaso settentrionale, come anche nel più ampio quartiere militare occidentale, dove ci sono le forze del Baltico e quelle comandate dalla flotta settentrionale.
Mentre il programma precedente favoriva le forze aeree, la marina e le forze strategiche missilistiche, la guerra ucraina ha imposto inaspettati requisiti. Forse quanto un quarto del nuovo programma. Ora ci saranno ulteriori aggiornamenti nel kit del soldato (classe Ratnik), nei sistemi di difesa aerea, nei nuovi veicoli corazzati, in ogni classe dei veicoli da combattimento di fanteria, nelle vetture corazzate e nei nuovi carri armati.
Un altro grande vincitore probabilmente sarà l’aviazione. La Russia continuerà a investire nei nuovi elicotteri da combattimento, ma l’obiettivo principale saranno i velivoli ad ala fissa. La forza aerea probabilmente continuerà a ricevere nuovi aerei Su-30SM, Su-35 e Su-34M.
Il grande biglietto, tuttavia, è il previsto rilancio dei bombardieri strategici Tu-160, progettati in epoca sovietica, che miglioreranno la capacità di attacco a lungo raggio. La modernizzazione arriva assieme ai ritardi dello sviluppo di un nuovo velivolo strategico, noto come il Tupolev PAK DA e di un sistema di difesa aerea S-500.

Il principale perdente della revisione sembra la marina, dato che le sono stati negati progetti come un nuovo vettore e un grande cacciatorpediniere nucleare. In realtà, entrambi erano solo progetti di prestigio, ma irreali e costosi.
Invece, la marina riceverà le navi e i sottomarini che la Russia può effettivamente costruire. Queste, supponendo che Mosca possa risolvere i problemi esistenti con la produzione di motori domestici, includono navi più piccole, come fregate e corvette (Finora, queste parti cruciali erano costruite in Ucraina). Lo sviluppo del sottomarino nucleare continua ad essere una falsa stella brillante dell’industria navale. C’è in opera un disegno di un sottomarino di quinta generazione.
Da ciò che si riesce a capire del prossimo programma degli armamenti statali, sembra che la leadership si sia ricordata che la Russia è prevalentemente un potere di terra eurasiatica. Questa realizzazione è stata in parte guidata dall’attuale realtà del conflitto con l’Ucraina. Il prossimo piano di armamento dello Stato offrirà uno sguardo ai tipi di conflitti e operazioni che la Russia sta progettando per il 2020 e oltre.