“I film in uscita al cinema dal 12 ottobre”

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In arrivo nei cinema, il film dal titolo “40 sono i nuovi 20”, troviamo un’habitué della commedia sentimentale: si tratta di Reese Whiterspoon, che ricorderete anche per “Se solo fosse vero”, alle prese con un personaggio che sembra tratto di peso dall’ultimo corso del cinema statunitense. Una donna quarantenne di nome Alice, in cerca di riscatto dopo la fine di una relazione, cerca rifugio nel contatto con la giovinezza. Lo trova trasferendosi nella sua villa con le sue due figlie, e iniziando lì una convivenza con tre giovani filmmakers. Ovviamente, un nuovo amore arriverà a scompaginare i programmi di Alice, e la situazione precipiterà quando anche il suo ex marito proverà a riconquistarla.

Forse troppo patinata per piacere ad un pubblico con un palato più fine, questa commedia può contare su un cast completato da Michael Sheen, Lake Bell e da Candice Bergen, attrice di gran talento e fine bellezza che ha già lavorato con la Whiterspoon.

“Dove non ho mai abitato” di Paolo Franchi, potrebbe comunicare persino una sensazione di sollievo.

Da sempre impegnato in una sorta di indagine del morboso e del patologico, con forti conseguenze sul piano emotivo e sentimentale per i suoi personaggi (era successo anche con “E la chiamano estate”, con Isabella Ferrari e Luca Argentero), i suoi film contano su soggetti ben concepiti, maturi, ai quale non fa da supporto una sceneggiatura all’altezza.

“Dove non ho mai abitato” potrebbe rappresentare una lieta eccezione, per i coraggiosi che vi si accosteranno, perché sembra avere dalla sua una linearità meno criptica rispetto ai precedenti lavori di Franchi. La storia narrata si sofferma sulle vicende di Francesca (Emmanuelle Devos, che ricorderete nel particolarissimo “I re e la regina”), italiana trapiantata a Parigi, con la figlia e l’uomo che ha sposato, Benoît. Quando suo padre, architetto torinese, subirà un grave infortunio ad una gamba, Francesca sarà costretta a tornare in Italia e a fare le sue veci nella conclusione di un progetto. Qui, indotta ad uscire dal guscio famigliare in cui per anni ha nascosto il capo, conoscerà Massimo (Fabrizio Gifuni), professionista esemplare, ma anche uomo passionale. Un amore inaspettato può cambiare le sorti di un’intera vita? Nel cast anche Giulia Michelini e Giulio Brogi, eterno sovversivo e ribelle per i fratelli Taviani, qui attempato padre di famiglia.

Diciamocelo senza mezze misure: la carriera di Gurinder Chadha, regista indiana sempre a cavallo tra oriente e Stati Uniti, impegnata anche nell’affrontare tematiche sociali rilevanti, ma con risultati altalenanti, ha forse raggiunto il suo picco più alto con la commedia “Sognando Beckham”.

“Il palazzo del vicerè” è un affresco che non può prescindere da una, seppur approssimativa, attenzione per la verosimiglianza storica, ma dovrà rinunciare all’aria scanzonata della sua precedente filmografia. Film storico e biografico, si focalizza sulla controversa figura di Lord Mountbatten, leader ed ultimo vicerè inglese in India durante un periodo storico difficilissimo: quello sul finire degli anni ’40, in cui si consumò la separazione tra lo Stato indiano e il Pakistan. Il personaggio, forse un po’ addolcito e instupidito dal ritratto benevolo della Chadha, rivive qui nell’aspetto magari troppo bonario di Hugh Bonneville (attore che ha recitato anche nella serie tv “Downton Abbey”). Altro ritratto è quello di sua moglie Edwina, interpretata da Gillian Anderson, Dana Scully in “X-files”, qui donna forte che seppe ritagliarsi un ruolo in una crisi che colpiva ogni aspetto della complessa società indiana. A coadiuvare gli attori protagonisti troviamo una vecchia volpe come l’irlandese Michael Gambon, che i fan di Harry Potter ricorderanno come interprete di Albus Silente negli ultimi film sul maghetto.

Ancora un film firmato da un regista indiano, con “L’altra metà della storia”, lungometraggio girato da quel Ritesh Batra che ha fatto indirettamente parlare di sé all’ultima Mostra di Venezia grazie a Robert Redford e Jane Fonda, da lui diretti nel film targato Netflix “Our souls at night”.

Tony Webster è un anziano e pensionato, fruitore di un’eredità molto particolare. Riceve infatti il diario di un vecchio amico, nelle cui pagine sono narrati eventi della loro lontana giovinezza, che potrebbero assumere per lui, oggi, un significato ben diverso da quello che avevano in passato. Per prendere possesso del manoscritto, però, Tony dovrà trovare Veronica, sua ex fidanzata ai tempi dell’università. La carta è testimonianza di ricordi che Tony ha cercato per decenni di occultare nella sua mente, ma che adesso riaffiorano con la prepotenza della verità.

Nel cast, ruolo da protagonista per il premio Oscar Jim Broadbent, accanto a Michelle Dockery e Charlotte Rampling.

Lino Aulenti

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