Violenza sulle donne, 114 uccise nei primi 10 mesi dell’anno

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BOLDRINI, UOMINI NON CI LASCINO SOLE. GRASSO, IMPEGNO SU DDL

Nei primi 10 mesi del 2017 sono state 114 le donne vittime di omicidio volontario. Lo evidenzia il quarto rapporto di Eures sul femminicidio in Italia. Il numero piu’ alto di femminicidi si e’ registrato in Lombardia, seguita da Veneto, Campania ed Emilia Romagna. Il 76,7% dei femminicidi e’ maturato in un contesto familiare e affettivo con una forte connotazione negativa data da possesso, gelosia, isolamento e disagio. La presidente della Camera, Boldrini, invita le donne a denunciare: “Possiamo difenderci attraverso le leggi. Gli uomini non violenti, pero’, non ci lascino sole”. Il presidente del Senato Grasso assicura invece il proprio impegno sul ddl sui figli delle vittime di femminicidio.

“Penso che non siano mai troppi gli sforzi. Il femminicidio non e’ un problema solo italiano. Il Csm ha organizzato un evento specifico di formazione. I dati sono insopportabili, e’ insopportabile sapere che ogni due giorni e mezzo una donna viene uccisa . Una cadenza macabra. Sono 6 milioni le donne che hanno subito violenza oltre alle 3 milioni vessate per stalking. C’E’ da fare molto e insieme. Insieme Camera e Senato ad esempio. Non potro’ dimenticare l’emozione da Presidente della Camera l’approvazione all’unanimita’ sella convenzione di Istanbul. Abbiamo istituito l’intergruppo delle donne deputate che si occupano sulle questioni di genere. Insieme uomini e donne. Non parlo ai violenti e a loro voglio dire che non ce la faranno a sottomettere noi e le nostre figlie. La storia non torna indietro e noi andremo solo avanti. Mi rivolgo agli uomini non violenti, sono troppo silenziosi, non si vedono. Voi uomini non violenti dovete essere in prima linea con noi perche’ e’ un dramma che sfregia la nostra comunita’. Questa timidezza si vede anche nel mondo della politica”. Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini aprendo i lavori del seminario ‘Fermare la violenza contro le donne, insieme si puo’ fare’, organizzato dalla commissione bicamerale contro il Femminicidio. “Devo ringraziare il Presidente Mattarella e il presidente Grasso che sta portando avanti una battaglia di civilta’. Questo salto gli uomini lo devono fare. E’ importante l’educazione e ringrazio la ministra Fedeli per il piano all’educazione alla differenza di genere. Per questa legislatura abbiamo un pacchetto diritti e mi auguro che si riesca a porre rimedio sullo stalking, perche’ quando ci sono errori bisogna dirlo. Il tema dell’avanzamento della donna nella societa’ va messo al centro dell’agenda politica”, ha detto ancora.

“Per gli orfani di femminicidio assicuro il mio impegno per una rapida calendarizzazione. Poi dipende anche dai partiti”. Lo ha detto il presidente del Senato.

“Tutto ciò che limita una donna nella sua identità e libertà è una violenza di genere. Quello che desta ancor più allarme è che per ogni storia di cui abbiamo notizia ce ne sono molte altre dove il dolore e la violenza vengono avvolti dal silenzio, dalla vergogna, dall’impunità”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso nell’intervento in apertura del seminario, presso la Sala Capitolare della Sapienza, sul tema ‘Fermare la violenza contro le donne. Insieme si può fare’. Grasso ha affermato che “denunciare una violenza non è facile, c’è la drammatica tentazione di rimuovere interamente quanto accaduto, di non parlarne per colpa degli effetti pubblici e sociali di una denuncia, che spesso sono a carico più delle vittime che dei carnefici. Anche i più recenti casi di cronaca confermano infatti che davanti ad una denuncia non scatta una unanime solidarietà: le parole di una donna, le sue azioni, vengono soppesate quasi a cercare una giustificazione della violenza subita o, peggio ancora, una colpa o addirittura una convenienza nel tacere o nel denunciare dopo tempo”.

“Bisogna lavorare moltissimo su questo aspetto -ha sottolineato la seconda carica dello Stato- creare le condizioni perché ciascuna ragazza o donna che sia stata maltrattata, offesa, molestata venga aiutata e sostenuta, non criminalizzata. I media possono fare molto per cambiare le cose, soprattutto nel modo attraverso il quale raccontano queste vicende così delicate”. “La vita, la morte, il dolore di queste donne -ha detto Grasso- è enorme e drammaticamente reale: ci vuole rispetto della complessità delle situazioni e della terribile sofferenza subita. Spesso quando si raccontano questi fatti si usano parole sbagliate: ‘amore disperato’, ‘raptus di gelosia’, ‘ha ucciso l’amore della sua vita’, si finisce quasi per ammantare queste storie di un romanticismo esasperato che non c’è: sono atti violenti, chi li commette è un criminale e non un povero innamorato ferito o non corrisposto”.

Per la prima volta l’Aula di Montecitorio sarà aperta solo alle donne, alle vittime di violenza e a chi le sostiene. Accadrà sabato 25 novembre in occasione della Giornata Mondiale contro la violenzadi genere. ‘#InQuantoDonna’ è il titolo dell’evento fortemente voluto dalla presidente della Camera, Laura Boldrini. Per l’occasione, non solo l’Aula, ma anche le altre sale della Camera saranno aperte per accogliere tutte coloro che hanno aderito all’invito della terza carica dello Stato. Saranno oltre 1.300 le donne provenienti da tutta Italia. La diretta dell’evento sarà trasmessa da Rai2 e da Rai3, a cura di Rai Parlamento condotta dalla giornalista Annamaria Baccarelli, e nel corso del Tg2. ”Ho voluto celebrare il 25 novembre con un evento altamente simbolico – ha detto la presidente Boldrini – non era mai accaduto nella storia della Repubblica che l’Aula di Montecitorio fosse aperta solo alle donne. donne comuni che hanno subito violenza o che con la violenza hanno in qualche modo a che fare. Lo scopo di questa giornata – ha aggiunto Boldrini – è dar loro attenzione e ascolto, ma anche sensibilizzare il Paese su questo tema che riguarda tutti, non solo le donne. Perché sono gli uomini gli autori della violenza e l’inversione di rotta non può che venire da loro. Ecco perché è importante che si facciano avanti, isolando i violenti, senza imbarazzi o timidezze”.

L’evento inizierà alle 11.30. Dopo la presidente, prenderanno la parola dagli scranni dell’Aula diciassette donne. Vittime di stupro, violenza domestica e stalking. Ma anche madri di ragazze che non ci sono più, uccise per mano degli uomini che avrebbero dovuto amarle. Ci saranno anche magistrate, dirigenti di polizia, studiose e giornaliste e autrici teatrali e televisive. Ed ecco nel dettaglio chi sono le donne che sabato prenderanno la parola in Aula: Serafina Strano (dottoressa della Guardia medica di Trecastagni, CT, vittima di stupro), Antonella Veltri (Vice-Presidente della Rete Di.Re Centri Antiviolenza), Grazia Biondi (vittima di violenza e Presidente dell’Associazione Manden), Maria Monteleone (Procuratrice aggiunta e capa del pool antiviolenza della Procura di Roma), Touria Tchiche (vittima di violenza domestica), Rosaria Maida (dirigente IV sezione Squadra mobile di Palermo), Concetta Raccuia (mamma di Sara Di Pietrantonio, uccisa dal suo ex la notte del 29 maggio 2016).

E ancora: Linda Laura Sabbadini (statistica sociale), Emanuela De Vito (sopravvissuta a tentato femminicidio), Antonella Penati (vittima di figlicidio e presidente della Onlus, ”Federico nel cuore” ), Maria Gabriella Carnieri Moscatelli (presidente di Telefono Rosa), Blessing Okoedion (vittima di tratta), Alice Masala (vittima di cyberbullismo), Luisa Betti (giornalista), Maria Teresa Giglio (mamma di Tiziana Cantone, morta suicida il 13 settembre 2016), Nicoletta Malesa (Centro ascolto uomini maltrattanti), Serena Dandini (scrittrice e autrice teatrale e televisiva). Concluderà i lavori la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità, Maria Elena Boschi. Nel pomeriggio del 25, la presidente Boldrini accompagnerà le donne che avranno preso la parola in Aula al Quirinale, dove verranno ricevute dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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