Trump, il muro con il Messico si farà

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Dal muro anti-immigrazione “che salva vite” al “miracolo economico”. Sono i principali passaggi del secondo State of the Union del 45esmo presidente degli Stati Uniti. Immigrazione e muro “La tolleranza per l’immigrazione illegale non è compassionevole, è in realta molto crudele”, ha detto il presidente Usa Donald Trump, ribadendo che “contrabbandieri e un fiume di droga e gang criminali accompagnano il flusso di migranti irregolari verso gli USA”. “Gran parte della gente in questa sala ha votato per il muro” al confine con il Messico, ha detto il presidente Usa, “ma un vero e proprio muro non è mai stato costruito. Io lo farò costruire”. “Si tratta di una questione morale”, ha aggiunto Trump, riferendosi, senza fare il suo nome, alla speaker della Camera Nancy Pelosi che ha definito il muro “immorale”.

Trump vuole una “barriera di acciaio intelligente, strategica, che non impedisce di vedere dall’altra parte: non è un semplice muro di cemento”. E ancora: Semplicemente, i muri funzionano e i muri salvano delle vite”. Appello ad unità bipartisan: “Assieme possiamo porre fine a decenni di stallo politico”, ha detto. “Possiamo ridurre le vecchie divisioni, rimarginare le vecchie ferite, costruire nuove coalizioni, mettere in campo nuove soluzioni e lasciare campo libero alla straordinaria promessa del futuro dell’America. Spetta a noi decidere”. “Nessuna questione illustra meglio dell’immigrazione la divisione tra la classe operaia americana e la classe politica americana. “Politici benestanti e donatori spingono per aprire i confini mentre vivono le loro vite difesi da muri, cancelli e guardie”. “E’ giunta l’ora che il Congresso mostri che l’America è determinata a porre fine all’immigrazione illegale e al business di spietati coyote, cartelli, trafficanti di droga e di esseri umani. Mentre sto parlando, carovane organizzate sono in strada per arrivare negli Stati Uniti”.

“Un miracolo economico sta avvenendo negli Stati uniti e l’unica cosa che lo può fermare sono le stupide guerre, le politiche o le ridicole parziali indagini”, ha detto Trump riferendosi all’inchiesta sul cosiddetto Russiagate. “Se vogliamo pace e legalità, non ci possono essere guerra o indagini. Semplicemente non funziona così”. Il presidente Usa ha rivendicato “un boom economico senza precedenti, un boom raramente visto in precedenza. Abbiamo creato 5,3 milioni di nuovi posti di lavoro e, cosa importante, abbiamo aggiunto 600mila nuovi posti di lavoro nel manifatturiero, cosa che quasi tutti ritenevano impossibile, ma il fatto è che siamo solo all’inizio”.

Poi, sulle donne “Nessuno ha beneficiato della nostra fiorente economia più delle donne, che hanno preso il 58% dei nuovi posti di lavoro creati l’anno scorso”, ha sostenuto Trump, applaudito a sorpresa dalle donne del Congresso, repubblicane ed elette democratiche vestite di bianco per ricordare le suffragette e il centesimo anniversario del voto alle donne. “Non era necessario, grazie tante, grazie”, ha detto citando poi il numero record di donne elette al Congresso nel 2018, ovvero 117: “Abbiamo più donne al Congresso di quanto mai avvenuto. E’ una grande cosa, davvero grande. E congratulazioni”.

Sul Venezuela Trump ha detto che gli Stati Uniti sono a fianco del popolo venezuelano nella sua nobile ricerca della libertà. Poi la condanna della brutalità del regime di Maduro, le cui “politiche socialiste hanno trasformato il Paese da uno dei più benestanti nell’America del Sud in uno Stato di abietta povertà e disperazione”. “Qui negli Usa siamo allarmati dai nuovi appelli a introdurre il socialismo nel nostro Paese. L’America è stata fondata sui principi della libertà e dell’indipendenza e non della coercizione governativa, del dominio e del controllo. Siamo nati liberi, e resteremo liberi. Stasera rinnoviamo la nostra determinazione a non permettere mai che l’America diventi un Paese socialista”, ha detto.

Infine sul Nordcorea il presidente Usa ha annunciato che il prossimo summit, il secondo con il leader nordcoreano Kim Jong Un, si terrà il 27 e 28 febbraio in Vietnam. “C’è molto lavoro ancora da fare, ma ho un buon rapporto con Kim Jong Un”, ha concluso.

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