Fabio Grosso, bello d’una sua bellezza acerba, presentato oggi al San Nicola

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L’aspetto era quello di un uomo catapultato in un mondo lontanissimo, un mondo preconfezionato come è quello del club degli Agnelli, e più ruspante, pieno di entusiasmo e di attese, tracimante visto e considerato che la sala stampa del San Nicola era al gran completo, come si è presentato quello barese. Un Professionista con la P maiuscola, complice anche il suo noto passato dalle mille emozioni televisive che lo han visto impazzire di gioia dopo il gol alla Germania e dopo il rigore ai transalpini di Zidane, al pari del suo predecessore Tardelli che, però, non fece bene a Bari, bello di una sua bellezza acerba e poco incline al sorriso a 32 denti, ma con un solco lungo il viso come una specie di sorriso, mutuando da De Andrè. Decisamente un personaggio da ascrivere, parametralmente, nella prima traccia dei quattro tempi previsti, oggi, dagli esami di stato, ovvero quello di Caproni, un mix tra ecologia, amore e poesia. Gli onori di casa li ha fatti il Direttore Sean Sogliano che, mostrandosi entusiasta per la scelta, ha presentato Fabio Grosso alla stampa.

Essere qui a Bari è un immenso piacere. Ringrazio il Direttore Sogliano per avermi scelto tra una rosa di allenatori, ma non dimentico la Juventus che mi ha formato come allenatore e come uomo e che mi ha fornito tale possibilità. Amo il calcio in generale, da esso traggo le cose positive di ogni allenatore per questo non mi ispiro a nessuno in particolare. La mia idea? Quella di far giocare al calcio la squadra attraverso basi imprescindibili, tra tutte la coesione tra squadra, staff, tifosi e dirigenza. Spero di creare quella coesione che è mancata a Bari da qualche tempo. Sono armato da passione ed energia e tanta voglia di far bene. Non prometto nulla perché quando non ho certezze non sono abituato a promettere nulla, ma sento di promettere impegno e voglia di far bene. So bene dove mi trovo, vale a dire in una piazza delusa da mille storie e che spera da anni di ritornare là dove le compete, so che i tifosi hanno tante aspettative, so bene che dovrò confrontarmi in un campionato molto difficile. Arrivo qui con tanta passione, con tanta energia e voglia di far bene”.

E quando qualcuno gli fa notare del “salto” dalla panchina Primavera ad una di Serie B, il campionato per antonomasia dalle mille difficoltà, Grosso replica: “Credo sia proprio questo il momento giusto per farlo pur consapevole di aver, forse, compiuto un doppio salto verso i grandi. Qualunque cosa che decido di fare nella mia vita la faccio mettendoci anima e corpo”.

Su quali moduli tattici si orienterà?

Ai moduli preferisco i modi di giocare. Non ho ancora stilato la lista degli acquisti e dei rinforzi. Per adesso mi basta la condivisione delle idee con Sogliano e il desiderio di far bene”.

Fabio Grosso è sempre stato un uomo schivo poco incline ai riflettori: “Per carattere non ho mai amato essere sotto le luci dei riflettori anche se so bene che a Bari ci starò. Mi aiuterà il mio carattere abbastanza solare che, di norma, condivido con le persone che amo. Ragiono tanto sulle sensazioni più che sulle cose, e la sensazione che ho percepito quando Sogliano mi ha proposto questa opportunità è stata super positiva. Che tipo di calcio propongo? Ciò che amo fare sin da subito è dare una identità alla squadra, dare un’opportunità ai giocatori di esprimersi come sanno e farlo, possibilmente, con giocatori di qualità”.

Da chi, eventualmente, ripartirà tra quelli in rosa? “Non ne ho ancora parlato, lo vedremo a breve col Direttore”.

Con Grosso entra nell’ambiente calcistico barese, senza dubbio, una ventata di primavera nonostante il solstizio d’estate di oggi in Cattedrale a Bari lo smentisse, una ventata di gioventù che, si spera si estenda anche nella rosa vista la discutibile resa del campionato appena trascorso. A tal proposito gli abbiamo chiesto, considerato la ridda di voci che vorrebbero alla corte di Grosso una mini vagonata di Primavera juventini (speriamo non alla Beltrame), se per costruire il benchmark biancorosso, preferisce – appunto – i giovani primavera che, contrariamente, mangiano poco pane duro prima di passare in prima squadra, oppure le “tute blu” dei mangiatori di panem et circensem delle serie inferiori affamati di calcio e di gloria: “Senza dubbio preferisco questi ultimi anche se in una squadra deve prevalere il giusto mix. Proveremo ad allestire una squadra di alto livello magari con qualche giocatore di classe che ancora fa parte del Bari. Brienza? Non amo parlare dei singoli ma per lui faccio una eccezione. E’ stato mio compagno di squadra lo conosco molto bene, è reduce da un infortunio, vedremo come si presenterà. Certo che punto su di lui”.

Infine è stato inevitabile ricordare gli attimi degli interni berlinesi: “Dopo quei gol in Germania, la caratteristica principale della mia vita, più che aver avuto paura di sbagliare, è stata quella di aver avuto il coraggio di provarci”.

Benvenuto, dunque, a Fabio Grosso ed un in bocca al lupo per la scelta altamente coraggiosa che ha fatto e per il suo lavoro difficile che lo attende.

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