Svolta nell’omicidio del fotoreporter in Ucraina, un arresto

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​NEL 2014 ANDY ROCCHELLI RIPRENDEVA LA GUERRA NEL DONBASS

I Ros di Milano e i carabinieri di Pavia hanno arrestato a Bologna un italo-ucraino ritenuto responsabile dell’omicidio del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, dell’interprete russo Andrej Mironov e del ferimento del fotoreporter francese William Roguelon, il 24 maggio 2014 a Sloviansk (Ucraina). Rocchelli, 31 anni, era nel Donbass per documentare il conflitto tra forze regolari ucraine e separatisti filorussi dell’autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk. 

E’ rinchiuso in carcere a Pavia Vitaly Markiv, il 28enne italo-ucraino accusato di essere fra i responsabili dell’uccisione del fotoreporter italiano Andy Rocchelli, ucciso in un attacco a Sloviansk, in Ucraina, il 24 maggio 2014 insieme all’interprete e giornalista russo Andrei Mironov. I carabinieri del Ros lo hanno arrestato venerdi’ sera all’aeroporto di Bologna, al suo primo rientro in Italia da tre anni e mezzo. L’uomo, un nazionalista che nel 2013 era tornato in patria per arruolarsi nella Guardia nazionale contro i filo-russi, avrebbe fatto parte del commando che sparo’ dalla collina Karachun con armi a ripetizione e colpi di mortaio.

Markiv era accompagnato dalla moglie e voleva andare a trovare la madre, sposata con un italiano, a Tolentino, nelle Marche. L’operazione e’ stata illustrata in una conferenza stampa a Pavia a cui erano presenti anche il procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, il colonnello Paolo Storoni, comandante del nucleo Ros dei carabinieri, e i genitori di Andy Rocchelli, Rino Rocchelli ed Elisa Signori. Il 31enne fotoreporter emiliano si trovava in Ucraina, nella regione del Donbass, per documentare il conflitto tra le forze regolari ucraine e le milizie separatiste filo-russe, dell’autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk. Nell’attacco fu ferito il fotoreporter francese William Roguelon.

L’attacco era stato inizialmente liquidato da Kiev come “un danno collaterale” della guerra. Ma poi, grazie al lavoro dei carabinieri del Ros di Milano e della procura di Pavia, l’indagine e’ stata riaperta. La madre Elisa ha sempre sostenuto che si tratto’ di un “attacco selettivo” contro Andrea mentre fotografava un treno, fermo sui binari per bloccare il passaggio dei carri armati, attorniato da militari ucraini. Pochi secondi dopo che un civile consiglio’ al fotoreporter italiano e ai suoi accompagnatori di allontanarsi, vista la presenza dei soldati, contro di loro partirono colpi di kalashnikov e, un paio di minuti dopo, anche colpi di mortaio. In questi tre anni sono state fatte varie ipotesi sui motivi per cuiRocchelli sia stato preso di mira, compresi suoi presunti legami con una Ong filo-russa che avrebbero infastidito le autorita’ ucraine. L’ipotesi piu’ probabile e’ comunque che sia stato proprio il suo lavoro di documentazione la causa dell’attacco, visto che aveva scattato foto in quella zona anche nei giorni precedenti.

Nato a Pianello sulle colline piacentine della Valtidone, Andy era diventato papa’ con la nascita a Pavia del figlio Nico, avuto dalla compagna Maria Chiara. Nel 2008 aveva fondato con altri quattro colleghi Cesura lab, un collettivo indipendente di fotografi. La sua passione e’ sempre stata raccontare le guerre e i drammi vissuti dalle famiglie, dagli anziani e dai bambini, dall’Asia centrale al Nordafrica.

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